Perchè la Chiesa non può
non parlare
I Tazebao - EDIZIONE STRAORDINARIA sono disponibili consultando
il
Calendario pastorale della Parrocchia.
" È oggi verificabile un
certo relativismo culturale che offre evidenti segni di sé
nella teorizzazione e difesa del pluralismo etico che sancisce
la decadenza e la dissoluzione della ragione e dei principi
della legge morale naturale. A seguito di questa tendenza
non è inusuale, purtroppo, riscontrare in dichiarazioni
pubbliche affermazioni in cui si sostiene che tale pluralismo
etico è la condizione per la democrazia.[12] Avviene
così che, da una parte, i cittadini rivendicano per
le proprie scelte morali la più completa autonomia
mentre, dallaltra, i legislatori ritengono di rispettare
tale libertà di scelta formulando leggi che prescindono
dai principi delletica naturale per rimettersi alla
sola condiscendenza verso certi orientamenti culturali o morali
transitori,[13] come se tutte le possibili concezioni della
vita avessero uguale valore. Nel contempo, invocando ingannevolmente
il valore della tolleranza, a una buona parte dei cittadini
e tra questi ai cattolici si chiede di rinunciare
a contribuire alla vita sociale e politica dei propri Paesi
secondo la concezione della persona e del bene comune che
loro ritengono umanamente vera e giusta, da attuare mediante
i mezzi leciti che lordinamento giuridico democratico
mette ugualmente a disposizione di tutti i membri della comunità
politica. La storia del XX secolo basta a dimostrare che la
ragione sta dalla parte di quei cittadini che ritengono del
tutto falsa la tesi relativista secondo la quale non esiste
una norma morale, radicata nella natura stessa dellessere
umano, al cui giudizio si deve sottoporre ogni concezione
delluomo, del bene comune e dello Stato".
Congregazione per
la Dottrina della Fede
[12] Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lett. Enc. Centesimus annus,
n. 46, AAS 83 (1991) 793-867; Lett. Enc. Veritatis splendor,
n. 101, AAS 85 (1993) 1133-1228; Discorso al Parlamento
Italiano in seduta pubblica comune, n. 5, in: LOsservatore
Romano, 15-XI-2002.
[13] Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lett. Enc. Evangelium vitae,
n. 22, AAS 87 (1995) 401-522.
(da:
Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno
e il comportamento dei cattolici nella vita politica,
24 novembre 2002. La Congregazione per la Dottrina della Fede,
sentito anche il parere del Pontificio Consiglio per i Laici,
ha ritenuto opportuno pubblicare la presente Nota. La Nota
è indirizzata ai Vescovi della Chiesa Cattolica e,
in special modo, ai politici cattolici e a tutti i fedeli
laici chiamati alla partecipazione della vita pubblica e politica
nelle società democratiche. Il Sommo Pontefice Giovanni
Paolo II nell’Udienza del 21 novembre 2002 ha approvato la
presente Nota, decisa nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione,
e ne ha ordinato la pubblicazione).
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