La sortita del Corriere
Da quotidiano indipendente a giornale-partito
Riportiamo il giudizio del sen. Giulio Andreotti: Che
il Corriere della Sera fosse contro Silvio Berlusconi si sapeva,
lo si vede dalle vignette di Giannelli. Tuttavia, una presa
di posizione così aperta fa una certa meraviglia, così
come sorprendono alcune espressioni di Mieli, per esempio
il riferimento al mix di laicismo temperato e istanze liberali
che distinguerebbe i radicalsocialisti Pannella e Boselli.
Il misurato Andreotti si meraviglia. Segno che
il Corriere ha oltrepassato la misura. E noi condividiamo
la sua meraviglia. E non certo perché il suo direttore
ha fatto una scelta di campo, perfettamente legittima in democrazia,
così come altri direttori di giornali hanno pubblicamente
espresso le loro preferenze politiche. Dove sta, allora, la
meraviglia?
Nel fatto che il Corriere, tradizionalmente definito un giornale
indipendente, un giornale super partes per
antonomasia, decida di schierarsi e lo faccia in piena campagna
elettorale, ossia a un mese dalle elezioni. Alla faccia dellindipendenza
(e i tanti che si affidavano al Corrierone per la sua imparzialità
ora
si rivolgeranno altrove: vedi il crollo delle vendite del
20% a Milano).
E vero che Mieli ha poi precisato: un auspicio,
sia detto in modo altrettanto chiaro, che non impegna lintero
corpo di editorialisti e commentatori di questo quotidiano
e che farà nel prossimo mese da cornice ad un modo
di dare e approfondire le notizie politiche quanto più
possibile obiettivo e imparziale, nel solco di una tradizione
che compie proprio in questi giorni centotrentanni di
vita. Beh, viste le premesse della direzione Mieli,
siamo curiosi di vedere chi, tra editorialisti e commentatori
del quotidiano, si smarcherà dalla linea ufficiale
del Corriere.
Quanto al solco di una tradizione, ci ricordiamo
bene la questione degli embrioni come tafani, la storia di
Pio XII e degli ebrei battezzati, e anche quellarticolo
in cui si diceva che la diagnosi preimpianto serviva per curare
i bambini down.
Ma soprattutto stiamo costatando lenorme spazio
rispetto alla consistenza del loro peso elettorale - concesso
al laicismo temperato dei Pannella e dei Boselli,:
laicismo temperato? E se non erano temperati,
che proponevano? La soppressione degli ordini religiosi? Il
divieto di portare la tonaca nei luoghi pubblici? Leliminazione
delle santelle dalle strade? Lesproprio del Vaticano?
La proibizione al Papa di ricevere chi gli chiede udienza?
Conclusione: ancora una volta hanno fatto sentire la loro
voce i poteri forti, ossia quelle cupole finanziarie
di qualunque colore che pretendono di dettare
legge alla politica e al Parlamento e di condizionare il popolo
italiano: il quale ha già voltato le spalle al Corriere-Repubblica-Stampa
in occasione dei referendum sulla legge 40. E questo non è
stato ancora metabolizzato da chi si autoritiene, per mandato
lobbistico, detentore del potere di governare lItalia.
Che il popolo sovrano voti, dunque, liberamente! Ma sappia
almeno dove sta il gigantesco intreccio politico-affaristico
e intellettuale, che vuole delegittimare soprattutto la Chiesa,
avversata perché amante della verità e paladina
della libertà. Non cè soltanto il fondamentalismo
religioso alla base di tanta intolleranza di oggi. Cè
anche il fondamentalismo laicista, che non ammette la presenza
della religione nello spazio pubblico. Soprattutto se la religione
si incarna nella Chiesa Cattolica, che ha il dovere di obbedire
al Signore che sta nei cieli e, qui sulla terra - nelle cose
che veramente contano - unicamente al Successore del Pescatore
di Galilea: non ad altri. Con buona pace dei poteri
forti.
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