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11 marzo 2006

TAZEBAO

La sortita del Corriere
Da quotidiano indipendente a giornale-partito


Riportiamo il giudizio del sen. Giulio Andreotti: “Che il Corriere della Sera fosse contro Silvio Berlusconi si sapeva, lo si vede dalle vignette di Giannelli. Tuttavia, una presa di posizione così aperta fa una certa meraviglia, così come sorprendono alcune espressioni di Mieli, per esempio il riferimento al mix di laicismo temperato e istanze liberali che distinguerebbe i radicalsocialisti Pannella e Boselli”.
Il “misurato” Andreotti si meraviglia. Segno che il Corriere ha oltrepassato la “misura”. E noi condividiamo la sua meraviglia. E non certo perché il suo direttore ha fatto una scelta di campo, perfettamente legittima in democrazia, così come altri direttori di giornali hanno pubblicamente espresso le loro preferenze politiche. Dove sta, allora, la “meraviglia”?
Nel fatto che il Corriere, tradizionalmente definito un “giornale indipendente”, un giornale “super partes” per antonomasia, decida di schierarsi e lo faccia in piena campagna elettorale, ossia a un mese dalle elezioni. Alla faccia dell’indipendenza… (e i tanti che si affidavano al Corrierone per la sua “imparzialità”…ora si rivolgeranno altrove: vedi il crollo delle vendite del 20% a Milano).
E’ vero che Mieli ha poi precisato: “un auspicio, sia detto in modo altrettanto chiaro, che non impegna l’intero corpo di editorialisti e commentatori di questo quotidiano e che farà nel prossimo mese da cornice ad un modo di dare e approfondire le notizie politiche quanto più possibile obiettivo e imparziale, nel solco di una tradizione che compie proprio in questi giorni centotrent’anni di vita”. Beh, viste le premesse della direzione Mieli, siamo curiosi di vedere chi, tra editorialisti e commentatori del quotidiano, si smarcherà dalla linea ufficiale del Corriere.
Quanto al “solco di una tradizione”, ci ricordiamo bene la questione degli embrioni come tafani, la storia di Pio XII e degli ebrei battezzati, e anche quell’articolo in cui si diceva che la diagnosi preimpianto serviva per curare i bambini down.
Ma soprattutto stiamo costatando l’enorme spazio – rispetto alla consistenza del loro peso elettorale - concesso al “laicismo temperato” dei Pannella e dei Boselli,: “laicismo temperato”? E se non erano temperati, che proponevano? La soppressione degli ordini religiosi? Il divieto di portare la tonaca nei luoghi pubblici? L’eliminazione delle santelle dalle strade? L’esproprio del Vaticano? La proibizione al Papa di ricevere chi gli chiede udienza?
Conclusione: ancora una volta hanno fatto sentire la loro voce i “poteri forti”, ossia quelle cupole finanziarie – di qualunque colore – che pretendono di dettare legge alla politica e al Parlamento e di condizionare il popolo italiano: il quale ha già voltato le spalle al Corriere-Repubblica-Stampa in occasione dei referendum sulla legge 40. E questo non è stato ancora metabolizzato da chi si autoritiene, per mandato lobbistico, detentore del potere di governare l’Italia.
Che il popolo sovrano voti, dunque, liberamente! Ma sappia almeno dove sta il gigantesco intreccio politico-affaristico e intellettuale, che vuole delegittimare soprattutto la Chiesa, avversata perché amante della verità e paladina della libertà. Non c’è soltanto il fondamentalismo religioso alla base di tanta intolleranza di oggi. C’è anche il fondamentalismo laicista, che non ammette la presenza della religione nello spazio pubblico. Soprattutto se la religione si incarna nella Chiesa Cattolica, che ha il dovere di obbedire al Signore che sta nei cieli e, qui sulla terra - nelle cose che veramente contano - unicamente al Successore del Pescatore di Galilea: non ad altri. Con buona pace dei “poteri forti”.



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