Fonte:
bioeticaefamiglia.it
PER IL CORAGGIO DI VIVERE E DI FAR VIVERE
MANIFESTO
PER LA GARANZIA DI UNA PRESA IN CARICO GLOBALE:
DI TRATTAMENTO, CURA E SOSTEGNO E
CONTRO LABBANDONO, LACCANIMENTO E LEUTANASIA
NEL NOSTRO PAESE
In un contesto in cui lautonomia della persona malata
o con disabilità viene univocamente interpretata prima
di tutto come il diritto di dire di no e di rifiutare qualcosa,
favorendo una linea rinunciataria che sembra minare lalleanza
terapeutica tra medico e paziente, e tenta di far rientrare
leutanasia tra i compiti della professione medica, i
promotori di questo documento ritengono importante ribadire
quanto segue:
1. Il riconoscimento della dignità dellesistenza
di ogni essere umano deve essere il punto di partenza e di
riferimento di una società che difende il valore delluguaglianza
e si impegna affinché la malattia e la disabilità
non siano criteri di discriminazione sociale e di emarginazione.
Questo riconoscimento richiede anche concreti investimenti
sul piano economico e su quello culturale, per favorire unidea
di cittadinanza allargata che comprenda tutti, come da dettato
Costituzionale, e per riaffermare il valore unico ed irripetibile
di ogni essere umano, anche di chi è talora considerato
inutile poiché, superficialmente, giudicato
incapace di dare un contributo diretto alla vita sociale.
2. Il dolore e la sofferenza (non solo fisica), in quanto
tali, non sono né buoni né desiderabili, ma
non sono senza significato: limpegno della medicina
e della scienza per eliminare o alleviare il dolore delle
persone malate o con disabilità, e per migliorare la
loro qualità di vita, evitando ogni forma di accanimento
terapeutico, è un compito prezioso che conferma il
senso della professione medica, non esaurito dalleliminazione
del danno biologico. La medicina, i servizi sociosanitari
e, più in generale, la società, forniscono quotidianamente
delle risposte ai differenti problemi posti dal dolore e dalla
sofferenza: risposte che vanno potenziate e che sono lesplicita
negazione delleutanasia, del suicidio assistito e di
ogni forma di abbandono terapeutico.
3. Non si possono creare le condizioni per labbandono
di tanti malati e delle loro famiglie. È inaccettabile
avallare lidea che alcune condizioni di salute rendano
indegna la vita e trasformino il malato o la persona con disabilità
in un peso sociale. Si tratta di unoffesa per tutti,
ma in particolar modo per chi vive una condizione di malattia,
questa idea, infatti, aumenta la solitudine dei malati e delle
loro famiglie, introduce nelle persone più fragili
il dubbio di poter essere vittima di un programmato disinteresse
da parte della società, e favorisce decisioni rinunciatarie.
4. Occorre rinsaldare nel Paese la certezza che ognuno riceverà
trattamenti, cure e sostegni adeguati. Prima di pensare alla
sospensione dei trattamenti, infatti, si deve garantire al
malato, alla persona con disabilità e alla sua famiglia
ogni possibile, proporzionata e adeguata forma di trattamento,
cura e sostegno. La Costituzione Italiana, tutte le leggi
vigenti in Italia, oltre alla Convenzioni sui Diritti dellUomo
e alla recente Convenzione ONU sui diritti e la dignità
delle persone con disabilità, affermano la dignità
di tutti ad avere il diritto allaccesso alle cure.
5. I promotori e i firmatari di questo documento si impegnano,
nellambito delle loro professioni e secondo le loro
competenze, a sostenere e difendere sempre il principio dellaccesso
ad ogni tipo di intervento socio-sanitario per tutti e il
chiaro NO ad ogni forma di induzione volontaria della morte
o di pratica eutanasica e di implicita o esplicita istigazione
al suicidio assistito.
6. La morte è un fatto e non un diritto: per questa
ragione non può essere oggetto di una scelta sostenuta
dalla società civile. Ciò non significa negare
il valore dellautonomia e della libertà della
persona, ma riconoscere che il valore di ogni scelta dipende
dal suo contenuto. In ogni caso, lequiparazione della
scelta di chi vuole vivere e di chi vuole morire è
scorretta per la semplice ragione che solo la vita, e non
la morte, è il fondamento dei diritti umani e della
loro tutela.
7. Lo sviluppo della medicina, così come oggi la conosciamo
e la pratichiamo, è stato ed è reso possibile
solo da una concezione positiva dellesistenza
umana, capace di accettare la sfida dellassistenza e
della cura, anche di fronte alla patologia più severa
e al declino fisico e psichico della vecchiaia.
I promotori e coloro che aderiscono a questo manifesto ritengono
che sia importante garantire una società che non abbia
paura del dolore poiché usa la scienza, le leggi e
le competenze per combatterlo. Ciò che era considerato
incurabile e inguaribile cento anni fa oggi è spesso
curabile e guaribile, e loscurantismo e la paura non
appartengono a chi ha fiducia nelluomo, nella sua capacità
e nel suo coraggio.
L'associazione Scienza & Vita sostiene questo manifesto
e invita coloro che condividono le tesi qui espresse a firmare
il documento e a promuoverlo in tutte le sedi ritenute opportune.
Per sottoscrivere questo manifesto collegati a www.unicatt.it/bioetica/manifesto
I PROMOTORI
Felice Achilli, medico, Presidente Medicina e Persona;
Direttore U.O.Cardiologia, Ospedale Manzoni, Lecco
Marco Brayda-Bruno, medico, Direttore U.O. Chirurgia
Vertebrale III, IRCCS Ist. Ortopedico.Galeazzi Milano
Dario Caldiroli, medico, Direttore U.O. Neuroanestesia
e Rianimazione, Fondazione IRCCS Ist. Neurologico C. Besta,
Milano
Bruno Dallapiccola, medico, Presidente Scienza &
Vita Nazionale, Ordinario genetica, Università La Sapienza,
Roma
Maria Luisa Di Pietro, medico, Presidente Scienza &
Vita Nazionale, Associato di Bioetica, Università Cattolica
Sacro Cuore, Roma
Giovanni Battista Guizzetti, medico, Direttore U.O.
Stati Vegetativi, Bergamo
Vladimir Kosic, delegato OMS per lItalia-Functioning
and Disability Reference Group, Presidente Consulta dei Disabili
Friuli Venezia Giulia; Trieste
Matilde Leonardi, medico, delegato OMS per lItalia-Functioning
and Disability Reference Group, Vice Presidente nazionale
FIAN, Milano
Mario Melazzini, medico, Direttore U.O. Day Hospital
Oncologico IRCCS Maugeri; Presidente nazionale AISLA, Pavia
Adriano Pessina, filosofo, bioeticista, Direttore Centro
Bioetica UCSC, Milano-Roma
Valeria Zacchi, medico, Direttore Sanitario IRCCS Fatebenefratelli,
Brescia
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