Intervento pubblicato a firma di Alberto Franzini su Vita
Cattolica di giovedì 31 agosto 2006 in occasione della
Giornata per la salvaguardia del Creato del 1indetta per il
1° settembre 2006
Il creato, dono del Dio dell’alleanza
Fra i tanti approcci al tema del creato, il credente cristiano
ha a disposizione l’immenso tesoro della teologia biblica,
che condensa l’esperienza di fede di tanti secoli. Secondo
la quale il creato è un grande dono di Dio, il segno
della sua benedizione e della sua alleanza, affidato alla
responsabilità dell’uomo perché l’uomo risponda
al Dio della vita e cresca nella libertà e nella responsabilità
dell’amore. Lo sguardo che il credente biblico getta sul mondo,
dunque, non è semplicemente quello di chi contempla
la natura, concepita come una specie di cosmo autonomo, da
rispettare e da salvaguardare: questa è la prospettiva
di un certo ecologismo neopagano, che finisce per idolatrare
la natura, anzi per sacralizzarla, facendone una divinità
alla quale l’uomo deve sottostare. E non è neppure
quello di chi disprezza il mondo, in quanto ritenuto precario
e costituito da una stoffa soltanto materiale, in nome di
una realtà più vera e più spirituale,
che sarebbe solo quella di Dio.
I tanti testi biblici sulla creazione, a cominciare da Genesi
1, mettono in risalto alcune dimensioni fondamentali del mondo
in quanto creato da Dio.
Anzitutto il mondo non è tratto dal caos. Infatti il
procedimento della creazione avviene attraverso la separazione,
che la rende “buona”, non nel senso morale, bensì ontologico-estetico:
la creazione risulta pertanto “bella”, ordinata, composta,
perché conforme al progetto di Dio. In essa si riflette
quella “bellezza” che è una delle qualità divine.
In secondo luogo, l’atto creatore di Dio si sofferma con particolare
cura nella creazione dell’uomo, nella sua dualità di
maschio-femmina (solo l’uomo, nella sua dualità, è
dichiarato “immagine e somiglianza di Dio”) che rende possibile
la vocazione all’amore, al compito di trasmettere la vita,
alla responsabilità di governare il mondo, di “soggiogarlo”
portandolo al suo compimento. Tutto il crescendo del dinamismo
del racconto di Genesi 1 ha infatti un primo vertice nella
creazione dell’uomo: il quale da una parte è un compimento
“interno” alla creazione stessa, nel senso che ne fa strutturalmente
parte e dalla quale l’uomo non può prescindere; e dall’altra
ne risulta anche un compimento “esterno”, nel senso che l’uomo
costituisce un “oltre” rispetto alla creazione, è irriducibile
al reato della creazione, anzi è chiamato ad esserne
signore, ad essere “pastore dell’essere”. Inserimento e superiorità,
immanenza e trascendenza: sono le polarità che caratterizzano
il rapporto dell’uomo con il creato. Ogni discorso che tenda
ad appiattire l’uomo su una soltanto delle due polarità
(è il rischio, rispettivamente, dell’evoluzionismo
darwinista e di un creazionismo fissista) si presenta non
solo incompleto, ma fuorviante, perché presta il fianco
a catture ideologiche.
In terzo luogo, la struttura settenaria del racconto genesiaco
conduce il creato, compreso l’uomo, verso il sabato, verso
il tempo santo di Dio. In tal modo il creato, uscito dall’atto
generoso di Dio, porta per sempre impresso il dinamismo del
suo ritorno costitutivo a Dio. Il sabato è il vero
vertice, è il compimento e dunque il senso del creato.
Ma in questo “portare a compimento il creato” gioca un ruolo
insostituibile l’uomo, che deve mettere a frutto la sua ragione,
la sua libertà, la sua stessa vocazione per la lode
e la gloria di Dio.
Questi significati hanno al centro l’uomo-Dio, Gesù
Cristo: Lui è la “Bellezza” incarnata di Dio, apparsa
nel nostro mondo. Lui è l’”immagine del Dio invisibile”
(Col 1, 15). Lui è il vero sabato senza sera, che sfocia
in una domenica eterna: “Io sono l’Alfa e l’Omega” (Ap 1,
8). Lui è colui “per mezzo del quale e in vista del
quale tutte le cose sono state create” (Col 1,16). Nel cristianesimo
non c’è posto per alcuna adorazione-idolatria del creato,
e neppure per una sua smentita o disprezzo. La creazione è
la grande casa che Dio ha costruito per celebrare con l’umanità
le nozze eterne.
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