Parrocchie di Santo Stefano e San Leonardo
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COMUNICATO 1/2 DEL 17 APRILE 2006



Intervento scritto di Don Alberto Franzini, parroco al Consiglio Pastorale parrocchiale del 13 marzo allegato alla risposta al Sig. Adamo Lupoli.

INTERVENTO DEL PARROCO
NELLA SEDUTA DEL CPP DEL 13 MARZO 2006
(Pubblicato - in parte - su "La Cronaca" di Giovedì 13 aprile 2006)

Mi rincresce, dopo quasi 9 anni di vita parrocchiale come parroco di questa comunità, che proprio e soprattutto da parte di diversi praticanti si continui a "bollare" politicamente il parroco, accusandolo di simpatizzare per uno schieramento politico.
A parte il fatto che, in democrazia, è legittimo avere opinioni poliitiche diverse, a parte il fatto che non si trova, normalmente, nulla da ridire se un prete, oggi, simpatizza per lo schieramento di centrosinistra, mentre si sollevano questioni quasi solamente se simpatizza per lo schieramento opposto, mi rincresce di non essere riuscito, in questi anni, a mostrare la libertà del cristiano e la passione del vostro parroco non verso un partito o uno schieramento politico, bensì verso i cardini della dottrina sociale della Chiesa, che credo di conoscere bene.
Sfido chiunque a trovare nei miei scritti e nella mia predicazione qualcosa che possa suonare come una diserzione nei confronti del magistero sociale della Chiesa.
Credo anche di poter affermare che non pochi cattolici, pur dichiarandosi tali, sono spesso lontani da tali cardini, che sono irrinunciabili per un cattolico e che dovrebbero essere sostenuti in qualunque formazione partitica ci si trovi a militare.
Dopo la scomparsa della Democrazia Cristiana, la Chiesa italiana ha scelto la neutralità nelle indicazioni di voto. Ma tale neutralità non significa e non può, ipocritamente, significare indifferenza o equidistanza: non, ovviamente, in ciò che è del tutto opinabile ed eticamente irrilevante o poco rilevante (ad es. circa lo stretto di Messina, la TAV, le grandi opere, l'età della pensione, le ore lavorative…), ma in ciò che riguarda le questioni essenziali della vita umana, sulle quali i cattolici - e non solo - dovrebbero mostrare una solida convergenza, anziché una sudditanza alle convenienze politiche e alle logiche di schieramento. L'obbedienza alla propria coscienza di cattolici vale, o dovrebbe valere, molto di più dell'obbedienza alle segreterie dei partiti, dell'uno e dell'altro schieramento.
Sui temi del rispetto della vita dal concepimento alla sua morte naturale, della difesa e promozione della famiglia fondata sul matrimonio, della libertà educativa… dobbiamo, col voto, assumerci delle precise responsabilità, perché diventiamo corresponsabili degli indirizzi futuri che si vogliono dare alla nostra società. Da qui tutta la logica del "supplemento di attenzione" richiesto dal card. Ruini. Da qui il non silenzio della Chiesa su queste questioni. Da qui il non silenzio del vostro parroco su queste questioni: perché, su queste questioni, il silenzio diventa - anche agli occhi della storia futura, oltre che davanti a Dio e alla propria coscienza - connivenza col male. Si vorrebbe imporre, in nome della laicità dello Stato, il silenziatore alla Chiesa sulle grandi questioni del vivere, pronti un domani ad accusare la Chiesa di aver fatto silenzio (vedi il caso di Pio XII). Si vorrebbe, in nome della neutralità e della indipendenza, che le parrocchie non si debbano interessare di politica. Ma la storia della nostre parrocchie - soprattutto in certi tornanti - non è fatta di silenzi e di "imparzialità". Durante il fascismo le nostre parrocchie si erano mobilitate, soprattutto contro lo scioglimento dell'Azione Cattolica deciso dal regime fascista. Nel 1948 le parrocchie si erano mobilitate di fronte al pericolo allora incombente del totalitarismo comunista. Oggi non c'è forse all'orizzonte un totalitarismo laicista e una "dittatura del relativismo", pericoli che dovrebbero togliere dal torpore e da un lungo sonno il popolo cattolico, se c'è ancora un popolo cattolico?

Don Alberto Franzini

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