Mi si scuserà se prendo spunto dall`esperienza personale.
Credo che possa aggiungere un piccolo tassello al mosaico
oscuro del sesso degli adulti con i minori. Oscuro per noi,
oggi: non pochi di coloro che si atteggiano a inflessibili
moralizzatori, furono apostoli attivi della sessantottarda
«liberazione sessuale». Per coloro che non vissero
quei tempi, sarà sorprendente un carotaggio tra tanti,
troppi testi degli anni Settanta. Libertà di sesso,
per chiunque e con chiunque! Bambini compresi, anzi questi
per primi, per educarli da subito a una prospettiva «non
repressiva», a un «eros liberato». Tra
questi difensori - ma solo oggi, va ripetuto - del rispetto
per i piccoli, molti sono coloro per i quali non vale, non
deve valere, il rispetto per i più piccoli ancora.
Guai, dunque a chi tocca i bambini già nati. Ma guai
anche a chi volesse difendere i bambini non ancora nati;
e difenderli non da molestie, ma dalla estirpazione violenta
dall`utero. Un certo sdegno liberal non è eguale
per tutti: infanzia protetta, certo, ma solo quella scampata
all`ecatombe. Veniamo allora alla piccola, ma forse significativa,
esperienza personale. Terminata l`università e in
attesa di un varco per infilarmi in qualche giornale o casa
editrice, sentii parlare di una possibilità di lavoro
temporaneo come assistente - qualcosa a metà tra
il sorvegliante e il tutor - in collegi che praticavano
ancora l`internato. Feci domanda ad alcuni di essi (tutti
laici, va precisato, nessuno religioso) e fui convocato
per colloqui e per una prima esperienza. Parlando con coloro
che avrebbero potuto divenire colleghi, sentii talvolta
discorsi che non capivo: lo stipendio era esiguo, il lavoro
impegnativo ma, in cambio, c`erano vantaggi, c`erano benefit
riservati che compensavano i sacrifici. Compresi solo quando,
in un collegio per i virgulti di ricchi borghesi, un cinquantenne
mi disse, strizzando l`occhio: «Vieni, non esitare!
Sai, di giorno si lavora molto ma, di notte, le nostre stanze
sono accanto a quelle dei ragazzi ...». Abituato,
nottetempo, a un altro genere di frequentazioni, cambiai
direzione alla mia ricerca di un lavoro, seppur temporaneo.
Passarono gli anni e, come inviato di un quotidiano, visitai
molti manicomi in procinto di chiusura per la legge Basaglia.
In molti isti - tuti non ci si curava neanche di nascondere
che le ricoverate - e i ricoverati - minorenni, erano un
«bottino» tanto appetito da scatenare lotte
accanite tra medici e paramedici. I sindacalisti tacevano:
anzi, mi dissero in una di quelle case, si erano riservati
un diritto di prelazione sugli imberbi. Ma poiché
la vita è lunga e gli incontri tanti, non ho dimenticato
quello con un capitano di mare che - ridendo, a tavola,
un po` alticcio - mi raccontava della sorte, secondo lui
divertente, che toccava, e tocca, ai quindicenni imbarcati
come mozzi nelle infinite navi di ogni bandiera che solcano
i mari. Sono solo piccole postille a quanto`detto l`altro
giorno dal portavoce vaticano, padre . Federico Lombardi:
«Certamente quanto compiuto in certi ambienti religiosi
è particolarmente riprovevole, data la responsabilità
educativa e morale degli uomini di Chiesa. Ma chi è
obiettivo e informato sa che la questione è molto
più ampia e il concentrare le accuse solo sulla Chiesa
falsa la prospettiva». Padre Lombardi ha citato l`inchiesta
svolta in Austria dal governo: «Diciassette casi di
molestie o violenze ascrivibili a religiosi cattolici, 51o
in altri ambienti. Non sarebbe giusto, innanzitutto per
le vittime, che ci si occupasse almeno un poco anche di
loro?». In America, nella nebulosa delle innumerevoli
chiese, chiesuole, sette, comunità religiose non
ve ne è alcuna che non debba affrontare denunce di
fedeli, maschi e femmine, per le attenzioni riprovevoli
di ministri del culto. Neanche le istituzioni della vasta
e variegata comunità ebraica americana sono esenti
dal dilagare dei contagio. Preti, pastori, rabbini si ritrovano
spesso insieme nelle aule dei tribunali. E altrettanto avviene
per tanti che lavorano negli ambienti più laici e
più lontani da prospettive religiose, come ho ricordato.
Eppure, solo la Chiesa cattolica sembra fare notizia. Ma
a ben pensarci, un simile «privilegio» non dovrebbe
dispiacere a un credente. Chi si sdegna per la malefatte
di un prete, più che per quelle di chiunque altro,
è perché lo lega a un ideale eccelso che è
stato tradito. Chi considera più gravi le colpe «ro-
mane», rispetto a ogni altra, è perché
vengono da una Chiesa da cui ben altro si aspettava. Molte
invettive anticlerícalí sono in realtà
proteste deluse. E` scomodo, per i cattolici, che il bersaglio
privilegiato sia sempre e solo «il Vaticano».
Ma chi denuncia indignato le bassezze, è perché
misura l`altezza del messaggio che da lì viene annunciato
al mondo e che, credenti o no che si sia, non si vorrebbe
infangato.
Vittorio Messori
Corriere della Sera, 11 marzo 2010