“L’uomo è polvere e in polvere ritornerà,
ma è polvere preziosa agli occhi di Dio, perché
Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità.
Così la formula liturgica “Ricordati che sei
polvere e in polvere ritornerai” trova la pienezza
del suo significato in riferimento al nuovo Adamo, Cristo.
Anche il Signore Gesù ha liberamente voluto condividere
con ogni uomo la sorte della fragilità, in particolare
attraverso la sua morte in croce; ma proprio questa morte,
colma del suo amore per il Padre e per l’umanità,
è stata la via per la gloriosa risurrezione, attraverso
la quale Cristo è diventato sorgente di una grazia
donata a quanti credono in Lui e vengono resi partecipi
della stessa vita divina. Questa vita che non avrà
fine è già in atto nella fase terrena della
nostra esistenza, ma sarà portata a compimento dopo
“la risurrezione della carne”. Il piccolo gesto
dell’imposizione delle ceneri ci svela la singolare
ricchezza del suo significato: è un invito a percorrere
il tempo quaresimale come un’immersione più
consapevole e più intensa nel mistero pasquale di
Cristo, nella sua morte e risurrezione, mediante la partecipazione
all’Eucaristia e alla vita di carità, che dall’Eucaristia
nasce e nella quale trova il suo compimento. Con l’imposizione
delle ceneri noi rinnoviamo il nostro impegno di seguire
Gesù, di lasciarci trasformare dal suo mistero pasquale,
per vincere il male e fare il bene, per far morire il nostro
“uomo vecchio” legato al peccato e far nascere
l’”uomo nuovo” trasformato dalla grazia di
Dio”.
Benedetto XVI
Udienza Generale, 17 febbraio 2010