La notizia che la Corte Europea dei diritti
delluomo di Strasburgo ha ritenuto che la presenza
dei Crocifissi nelle aule scolastiche sia in contrasto con
il diritto della libertà religiosa mi ha rimandato
immediatamente a SantOmobono, che passava lungo tempo
in preghiera davanti al Crocifisso. Da questa contemplazione
Omobono ha imparato a tollerare le fatiche e i disagi della
vita, ad essere premuroso nei confronti dei poveri e dei
sofferenti, a onorare la giustizia nei commerci, a promuovere
la riconciliazione e la pace nella sua Città.
Il segno del Crocifisso non ha mai fatto danno ad alcuno
sia che lo guardasse come un segno di fede sia che lo guardasse
come simbolo dellamore che si dona per gli altri.
Per cui mi risulta incomprensibile e vuoto di senso quanto
si è sentenziato a Strasburgo. In questo non posso
che condividere pienamente quanto detto dalla Conferenza
Episcopale Italiana e unirmi al variegato coro di voci provenienti
da cristiani e non.
Il rimando però alla figura di SantOmobono
ha suscitato in me anche unaltra considerazione: nel
difendere la presenza del Crocifisso nei luoghi pubblici
cosa giustissima e sacrosanta cè
almeno da parte di noi cristiani il riconoscimento vero
di ciò che rappresenta? Lo onoriamo con una condotta
di vita conforme a Colui che quel simbolo rappresenta?
Non mi si fraintenda: non sottovaluto la portata della sentenza
di Strasburgo; ma mentre la disapprovo non posso far tacere
in me quegli interrogativi che mi provocano e mi inquietano;
come dovrebbe essere per tutti i cristiani.
Allora il messaggio che giunge da SantOmobono, curvo
in preghiera davanti al Crocifisso, è: difendete
i segni della vostra fede, ma prima ancora onorateli con
la vostra vita.
Cremona, 4 novembre 2009
Dante Lafranconi
Vescovo di Cremona