Non possiamo trascurare la tendenza
delle scienze empiriche a
considerare luomo come un «oggetto», come
tale conoscibile e «misurabile» attraverso le
forme dellindagine sperimentale: questo approccio
è certamente legittimo, anzi indispensabile per il
progresso della conoscenza e della cura di noi stessi, ad
esempio per la cura delle malattie fisiche e mentali, o
anche per indirizzare più puntualmente le varie metodologie
educative. Quando però si considera quella scientifica
come lunica forma di conoscenza del nostro essere
che sia davvero valida e universalmente proponibile, come
di fatto avviene in una pubblicistica diffusa e influente
anche se di per sé largamente superata, si finisce
con il negare che luomo sia anzitutto e irriducibilmente
«soggetto» il quale, proprio nella sua intrinseca
e ineliminabile soggettività, non può mai
essere totalmente oggettivato e conosciuto in maniera adeguata
attraverso le scienze empiriche.
Card. Camillo Ruini
(cf. Avvenire, 28 marzo 2009)