Nel nostro tempo in cui in vaste zone
della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come
una fiamma che non trova più nutrimento, la priorità
che sta al di sopra di tutte è di rendere Dio presente
in questo mondo e di aprire agli uomini laccesso a
Dio. Non ad un qualsiasi dio, ma a quel Dio che ha parlato
sul Sinai; a quel Dio il cui volto riconosciamo nellamore
spinto sino alla fine (cfr Gv 13, 1) in Gesù
Cristo crocifisso e risorto. Il vero problema in questo
nostro momento della storia è che Dio sparisce dallorizzonte
degli uomini e che con lo spegnersi della luce proveniente
da Dio lumanità viene colta dalla mancanza
di orientamento, i cui effetti distruttivi ci si manifestano
sempre di più.
Condurre gli uomini verso Dio, verso il Dio che parla nella
Bibbia: questa è la priorità suprema e fondamentale
della Chiesa e del Successore di Pietro in questo tempo.
Da qui deriva come logica conseguenza che dobbiamo avere
a cuore lunità dei credenti. La loro discordia,
infatti, la loro contrapposizione interna mette in dubbio
la credibilità del loro parlare di Dio. Per questo
lo sforzo per la comune testimonianza di fede dei cristiani
per lecumenismo è incluso nella
priorità suprema. A ciò si aggiunge la necessità
che tutti coloro che credono in Dio cerchino insieme la
pace, tentino di avvicinarsi gli uni agli altri, per andare
insieme, pur nella diversità delle loro immagini
di Dio, verso la fonte della Luce è questo
il dialogo interreligioso. Chi annuncia Dio come Amore "sino
alla fine" deve dare la testimonianza dellamore:
dedicarsi con amore ai sofferenti, respingere lodio
e linimicizia è la dimensione sociale
della fede cristiana, di cui ho parlato nellEnciclica
Deus caritas est.
Benedetto XVI
Dalla Lettera ai vescovi riguardo alla
remissione della scomunica dei
4 Vescovi consacrati dall’arcivescovo
Lefebvre, 10 marzo 2009