È necessario ribadire che ogni discriminazione
esercitata da qualsiasi potere nei confronti di persone,
popoli o etnie sulla base di differenze riconducibili a
reali o presunti fattori genetici è un attentato
contro l'intera umanità. Ciò che si deve ribadire
con forza è l'uguale dignità di ogni essere
umano per il fatto stesso di essere venuto alla vita. Lo
sviluppo biologico, psichico, culturale o lo stato di salute
non possono mai diventare un elemento discriminante. È
necessario, al contrario, consolidare la cultura dell'accoglienza
e dell'amore che testimoniano concretamente la solidarietà
verso chi soffre, abbattendo le barriere che spesso la società
erige discriminando chi è disabile e affetto da patologie,
o peggio giungendo alla selezione ed al rifiuto della vita
in nome di un ideale astratto di salute e di perfezione
fisica. Se l'uomo viene ridotto ad oggetto di manipolazione
sperimentale fin dai primi stadi del suo sviluppo, ciò
significa che le biotecnologie mediche si arrendono all'arbitrio
del più forte. La fiducia nella scienza non può
far dimenticare il primato dell'etica quando in gioco vi
è la vita umana.
Benedetto XVI
20 febbraio 2009