Parrocchie di Santo Stefano e San Leonardo
Casalmaggiore
Provincia e Diocesi di Cremona

nel Web sito DuomoCasalmaggiore
Progettazione contenuti:
Don Alberto Franzini e
Don Davide Barili
Progettazione e realizzazione Sito:
Giulio Destri
Aggiornamenti:
Martina Abelli
Responsabile "Chierichetti":
Francesco Salvatore
Responsabile "Fatti una risata":
Antonio Lucotti
2 maggio 2009


TAZEBAO

Sul preservativo ha ragione il Papa


Il dottor Priuli, quarant'anni di Africa e una nuova cura contro l'Aids nel curriculum, spiega perché sulla peste del Duemila ha ragione il Papa

Cosa vuol dire fare prevenzione in Africa?

Purtroppo siamo ancora lontani dal vaccino contro l'Aids, quindi bisogna prevenire, conoscere la malattia, sapere come sfuggirla e curarla. Bisogna insegnare. L'Aids va prevenuta sin dalla scuola materna. Ma è necessario educare in modo sano. Se l'educazione sessuale sarà fatta da genitori ed educatori con princìpi costruttivi che rispettino la dignità dell'uomo, l'Aids sarà ricordata solo come un incidente e non riguarderà le persone. Per me questa è la regola madre. Purtroppo invece in Africa, ma non solo in Africa, la maggior parte delle azioni per la prevenzione si limitano alla diffusione, direi quasi selvaggia, del preservativo.

 

Benedetto XVI durante il suo viaggio in Africa ha affermato che la distribuzione del condom non risolve il problema dell'Aids nel continente. Parole che hanno provocato critiche aspre. Lei è un uomo di fede e un medico che vive a contatto diretto con quella realtà. Qual è il suo giudizio?
Sono anni che rifletto sulla realtà dell'Africa e posso dire che a volte ho riflettuto in ginocchio pregando. Sono un nemico acerrimo del preservativo. Il condom proposto nelle scuole, a ragazzi di 12 o 13 anni, come il miglior mezzo per prevenire la contaminazione con l'Aids produce esattamente l'effetto opposto: la diffusione della malattia. Se lo proponiamo come panacea di tutti i mali a giovani che magari neppure avevano intenzione di avere rapporti sessuali, è come se li inducessimo a provare. E prima o poi vorranno provare a farlo senza preservativo. Oggi nella vita laica (ma anche in quella religiosa) si parla sempre meno di educazione al sacrificio. La barriera tra bene e male è stata divelta, si tende a fare tutto ciò che si vuole. Questo anche in Africa, dove un tempo c'erano regole morali che non favorivano la promiscuità. È importante, però, sottolineare un altro aspetto. I precetti della Chiesa cattolica sono di interesse per tutti gli uomini e chi è cristiano li fa divenire la propria regola di vita. Ma in Africa i cattolici non sono più del 15-20 per cento della popolazione: è evidente che non è semplice né corretto pretendere da loro l'adesione a una cultura che non è propria. Del resto non tutti i cristiani sono cattolici, e neppure i religiosi sono dei santi e degli eroi. La debolezza c'è ovunque. Ma il comandamento di Dio, "non uccidere", è inequivocabile. Quando una persona con il suo comportamento può mettere in pericolo la propria vita, quella dei famigliari o di sconosciuti perché non è capace di osservare quelle regole e quindi diffonde la morte, penso che sarebbe peccato ancora più grave tenere rapporti pericolosi senza preservativo. Ma ripeto: il solo uso del condom non risolve mai il problema dell'Aids. Bisogna favorire una morale più rispettosa dei valori che nobilitano l'uomo. Valori che richiedono inevitabilmente sacrificio.

Dott. Fiorenzo Priuli
Medico missionario in Africa
| Home Page | Contatti | Santo Stefano |

| Home Page | Tazebao | Contatti | Santo Stefano |

| Home Page | Contatti | Santo Stefano |