Nel quarto capitolo della Lettera lApostolo
ci dice che con Cristo dobbiamo raggiungere letà
adulta, una fede matura. Non possiamo più rimanere
fanciulli in balia delle onde, trasportati qua e là
da qualsiasi vento di dottrina
(4, 14). Paolo
desidera che i cristiani abbiano una fede matura,
una fede adulta. La parola fede adulta
negli ultimi decenni è diventata uno slogan diffuso.
Ma lo sintende spesso nel senso dellatteggiamento
di chi non dà più ascolto alla Chiesa e ai
suoi Pastori, ma sceglie autonomamente ciò che vuol
credere e non credere una fede fai da te,
quindi. E lo si presenta come coraggio di esprimersi
contro il Magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia,
non ci vuole per questo del coraggio, perché si può
sempre essere sicuri del pubblico applauso. Coraggio ci
vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche
se questa contraddice lo schema del mondo contemporaneo.
È questo non-conformismo della fede che Paolo chiama
una fede adulta. È la fede che egli vuole.
Qualifica invece come infantile il correre dietro ai venti
e alle correnti del tempo. Così fa parte della fede
adulta, ad esempio, impegnarsi per linviolabilità
della vita umana fin dal primo momento, opponendosi con
ciò radicalmente al principio della violenza, proprio
anche nella difesa delle creature umane più inermi.
Fa parte della fede adulta riconoscere il matrimonio tra
un uomo e una donna per tutta la vita come ordinamento del
Creatore, ristabilito nuovamente da Cristo. La fede adulta
non si lascia trasportare qua e là da qualsiasi corrente.
Essa soppone ai venti della moda. Sa che questi venti
non sono il soffio dello Spirito Santo; sa che lo Spirito
di Dio sesprime e si manifesta nella comunione con
Gesù Cristo. Tuttavia, anche qui Paolo non si ferma
alla negazione, ma ci conduce al grande sì.
Descrive la fede matura, veramente adulta in maniera positiva
con lespressione: agire secondo verità
nella carità (cfr Ef 4, 15). Il nuovo modo
di pensare, donatoci dalla fede, si volge prima di tutto
verso la verità. Il potere del male è la menzogna.
Il potere della fede, il potere di Dio è la verità.
La verità sul mondo e su noi stessi si rende visibile
quando guardiamo a Dio. E Dio si rende visibile a noi nel
volto di Gesù Cristo. Guardando a Cristo riconosciamo
unulteriore cosa: verità e carità sono
inseparabili. In Dio, ambedue sono inscindibilmente una
cosa sola: è proprio questa lessenza di Dio.
Per questo, per i cristiani verità e carità
vanno insieme. La carità è la prova della
verità. Sempre di nuovo dovremo essere misurati secondo
questo criterio, che la verità diventi carità
e la carità ci renda veritieri.
DallOmelia di Benedetto XVI ai Primi Vespri
nella solennità liturgica dei Santi Pietro e Paolo.
Basilica di San Paolo fuori le Mura, Roma, 27 giugno 2009