CARLO CARDIA
Quasi nel disinteresse generale sono annunciate,
o stanno maturando, in alcuni Paesi scelte che fanno arretrare
ulteriormente le barriere in difesa della vita, e che dovrebbero
suscitare interrogativi
drammatici tra coloro che negano i rischi e i guasti dell`individualismo
sfrenato del quale stiamo diventando prigionieri. In Inghilterra
sono state attivate forme di pubblicità che propagandano
l`aborto, e incentivano la scelta per l`interruzione della
gravidanza. In Spagna è pronta una riforma
per legalizzare pienamente l`aborto nelle prime 14-16 settimane
cancellando anche il flebile motivo giustificativo previsto
dalla legge. l aborto diventerebbe così un diritto
della persona, anziché una eccezione rispetto alla
regola che almeno in linea di principio lo scoraggia. Negli
Stati Uniti, secondo una proposta difficilmente valutabile
data la sua gravità, la nuova Amministrazione vorrebbe
diminuire le garanzie per gli obiettori di coscienza nel
confronti dell`aborto, o addirittura
eliminare il diritto di obiettare per medici e personale
sanitario. Infine, in diversi ordinamenti si vuole introdurre
il cosiddetto "divorzio breve", che consente la
fine del vincolo matrimoniale anche dopo pochi mesi, o poche
settimane, provocando così l`insignificanza totale
del matrimonio e relativi diritti e doveri. Coloro che da
tempo indicano l`inevitabile approdo indifferentista del
relativismo etico non dovrebbero meravigliarsi troppo di
questa rinnovata escalation. Tuttavia, si
deve dire che siamo di fronte a qualcosa di nuovo e di terribile,
che lascia intravedere una vera mutazione culturale capace
di offuscare l`intera stagione dei diritti umani inaugurata
dopo gli orrori del totalitarismo nel 1948. Il primo obiettivo
che si vuole raggiungere è quello di trasformare
il ricorso all`aborto da eccezione in regola, introducendo
una sorta di diritto all`aborto con le conseguenze che ne
derivano. Una volta immesso questo veleno nelle pieghe dell`ordinamento,
si
produce un altro inevitabile effetto, perché se l`aborto
è un diritto, si può propagandarlo, predisporre
incentivi a suo favore, come quello degli spot pubblicitari,
si criticheranno le politiche e le iniziative che vogliono
favorire la scelta per la vita, come se fossero contrarie
ad un diritto. Infine, l`annuncio americano (non ancora
chiaro nei suoi contenuti) di limitare, o addirittura eliminare,
l`obiezione di coscienza contro l`aborto viene a colpire
un diritto fondamentale della persona, riconosciuto pressoché
in tutte le legislazioni del mondo, di rimanere coerenti
con la propria fede e la propria coscienza senza dover compiere
atti contrari alla vita dei più deboli e
indifesi. Quanto sta avvenendo dovrebbe far riflettere coloro
che sostengono il principio per il quale la libertà
individuale è sovrana, e nessuna autorità
o norma superiore può limitarla, perché la
sovranità di un individuo finisce sempre per esercitarsi
a danno degli altri, prima ignorando i diritti di chi non
ha voce, poi quelli di chi è tenuto fuori del recinto
dell`individualismo, infine provocando la deformazione e
decadenza dei diritti umani nel loro complesso. Il diritto
alla vita si trasforma nel diritto a disporre la morte per
gli altri, la libertà di coscienza da barriera contro
il dispotismo diventa un ostacolo da eliminare per dare
spazio all`arbitrio individuale. Quante volte la chiesa,
cristiani e laici di ogni orientamento, hanno avvertito
che se la legge, i costumi e la coscienza vengono vincolati
da alcuni principi fondamentali, in breve tempo si erode
quella sensibilità etica minima che sorregge la società
e le sue strutture fondamentali, si spegne quell`attenzione
per gli altri che costituisce il cuore di ogni collettività
solidale? Si determina una assuefazione al male che elide
progressivamente anche il disagio interiore. Oggi constatiamo
tutti che queste preoccupazioni non sono frutto di pessimismo,
trovano conferme nella realtà dei fatti anche oltre
le previsioni. Una società nella quale si abortisce
quando si vuole e come si vuole, nella quale si fa pubblicità
a favore
dell`aborto come per un prodotto di consumo, o ci si propone
di limitare o cancellare il diritto all`obiezione di coscienza,
è una società che fa paura perché perde
anche le ultime tracce di
un umanesimo che ha contribuito a dare all`Europa e all`Occidente
una identità capace di parlare a tutto il mondo.
Su questi problemi nessuno di coloro che tutti i giorni
danno lezioni di laicità alla chiesa, alla religione,
a coloro che intendono tutelare i diritti umani, si è
soffermato a riflettere,
nessuno di essi ha detto nulla, confermando almeno indirettamente
che non appena possibile si vorrebbe fare così anche
in Italia. Forse è il caso, quando si parla di diritti
umani, di far notare e denunciare il lento dissolvimento
cui possono andare incontro anche per l`indifferenza e l`apatia
di chi dovrebbe tutelarli e promuoverli.
(da Avvenire del 4 aprile 2009)