Il card. Bagnasco:
LItalia ha bisogno di speranza
Non credo di sbagliare se dico che
è lItalia, in particolare, ad avere oggi
bisogno della speranza. Questo Paese, che profondamente
amiamo, si presenta sempre più sfilacciato, frammentato
al punto da apparire ridotto addirittura a coriandoli,
avvertono gli esperti. Proprio la recente analisi contenuta
nel Rapporto Censis 2007 avverte che uninerzia
di fondo
è la cifra più profonda
della nostra attuale società. In essa si
propende a pensare che la colpa di tutto
sia da
ricondurre a una complessa e comune incapacità
di costruire uno sviluppo partecipato (pag. XVII).
Sembra davvero che, bloccato lo slancio e la crescita
anche economica, ci sia in giro piuttosto paura del futuro
e un senso di fatalistico declino. Sembra circolare una
sfiducia diffusa e pericolosa. Anche da osservatori stranieri
arrivano i segnali di una medesima lettura, forse ancora
più apocalittica e magari anche non disinteressata.
Ma a me pare, che non sia tanto a questi osservatori che
dobbiamo essere preoccupati di rispondere verbalmente,
quanto che una risposta, quella vera, la dobbiamo dare
a noi stessi, e alla ineludibile responsabilità
verso il nostro futuro. Diagnosi più circoscritte
circa i punti della crisi pubblica che ci affligge peraltro
non mancano e il Presidente della Repubblica, nellincontro
prenatalizio con i dirigenti della politica, non ha mancato
di farvi riferimento. A noi Vescovi interessa, se possibile,
guardare più in profondità, alla crisi interiore
che è in parte causa e radice della stessa crisi
pubblica, seppur non ci sfuggono le tante, innumerevoli
testimonianze di bene che prendono forma sul territorio,
e neppure ci sfuggono una diffusa riservatezza e capacità
di sopportazione che rappresentano esse stesse, se si
vuole, un indizio di possibile ripresa e capacità
di futuro.
Dalla Prolusione del card. Bagnasco
al Consiglio Permanente della Cei
Roma, 21 gennaio 2008