Il pluralismo politico dei cattolici: un bene per la Nazione,
se i cattolici rimangono cattolici
In questo dialogo con lintero Paese ha un
ruolo insostituibile la dottrina sociale cristiana. Essa
parla a tutti perché esprime la realtà delluomo.
In particolare, essa deve costituire il fondamento e limpulso
per limpegno sociale e politico dei credenti. I
cambiamenti intervenuti in ambito politico, infatti, non
comportano in alcun modo il venir meno di quei compiti
e obiettivi di fondo che già indicavo dieci anni
fa nel Convegno ecclesiale di Loreto: la fede deve trasformare
la vita dei cristiani, così che la loro testimonianza
acquisti una vera forza trainante nel cammino verso il
futuro, e ne scaturisca il connesso irrinunciabile impegno
di far sì che le strutture sociali siano, o tornino
ad essere, rispettose di quei valori etici nei quali si
esprime la piena verità sulluomo (cf. Insegnamenti
di Giovanni Paolo II, VIII/1 [1985] 999 ss.).
La Chiesa non deve e non intende coinvolgersi con alcuna
scelta di schieramento politico o di partito, come del
resto non esprime preferenze per luna o per laltra
soluzione istituzionale o costituzionale, che sia rispettosa
dellautentica democrazia (cf. Centesimus Annus,
47). Ma ciò nulla ha a
che fare con una diaspora culturale dei cattolici,
con un loro ritenere ogni idea o visione del mondo compatibile
con la fede, o anche con una loro facile adesione a forze
politiche e sociali che si oppongano, o non prestino sufficiente
attenzione, ai principi della dottrina sociale della Chiesa
sulla persona e sul rispetto della vita umana, sulla famiglia,
sulla libertà scolastica, la solidarietà,
la promozione della giustizia e della pace.
È più che mai necessario, dunque, educarsi
ai principi e ai metodi di un discernimento non solo personale,
ma anche comunitario, che consenta ai fratelli di fede,
pur collocati in diverse formazioni politiche, di dialogare,
aiutandosi reciprocamente a operare in lineare coerenza
con i comuni valori professati.
Giovanni Paolo II
(al III Convegno della Chiesa Italiana,
Palermo, 23 novembre 1995)