E' MORTO DON BENZI, RIPASSIAMO LA LEZIONE
Un infaticabile apostolo della carità.
Così lha definito papa Benedetto XVI nel
messaggio di cordoglio inviato per la morte di Don Oreste
Benzi, fondatore della Comunità Giovanni XXIII.
Don Benzi lo abbiamo più volte visto in tv per
i suoi interventi per liberare le prostitute soprattutto
africane ed est europee dalla schiavitù.
Ma è stato molto di più. Proprio la sera
del 31 ottobre aveva organizzato in una discoteca di Rimini
una contro-festa di Halloween insieme al vescovo di San
Marino, monsignor Luigi Negri, per incontrare i giovani
e sfidarli sul senso della loro esistenza.
Molte testimonianze commoventi si potranno leggere sui
giornali da domani, e anche sul sito della sua associazione,
ma un pensiero vorremmo intanto rivolgere a tutti quei
politici di destra e di sinistra che fin
dalle prime ore dopo la morte hanno fatto a gara per eprimere
il loro cordoglio. Giusto, doveroso e degno di rispetto
lomaggio a questuomo da qualunque parte esso
provenga, ma perché parlare a sproposito e coprire
con parole piene di miele la propria ostilità a
ciò che don Benzi era e rappresentava? Abbiamo
letto di una lezione alla politica, testimonianza
su cui riflettere, un insegnamento da non
dimenticare.
E allora forse è il caso di ricordare quellinsegnamento
citando alcuni pensieri espressi da don Benzi:
Sul caso Welby e l'eutanasia: "Interessava
troppo ai politici. Avrei voluto dire alla moglie che
non era troncando la vita, ma dando spazio alla vita che
si poteva superare la sofferenza. Questo sarebbe stato
il bello e una svolta nella storia. Ma non è potuto
accadere, interessava troppo ai politici". "Ho
mandato un messaggio a Piergiorgio in cui gli ho detto
: 'vedrai quanto è bella la vita. Chiunque soffre
dà la possibilità all'uomo di ritrovare
se stesso, di non ignorare l'altro, di ricomporre un'unità
profonda. Non è la malattia che fa star male ma
è l'abbandono che vien fatto della persona malata
che lo fa soffrire".
La nostra società e la vita: "E
una società vecchia, cioè una società
di vecchi capaci solo di spegnere le realtà più
belle create da Dio: il matrimonio, la famiglia, la dignità
della donna, la libertà dello spirito, l'amore
di Dio e del prossimo". La difesa della vita dal
concepimento alla morte naturale era per don Benzi "il
primo dei grandi appuntamenti che Cristo sta dando a tutti
i cristiani e soprattutto alle comunità e movimenti
riconosciuti dalla Chiesa: la lotta per difendere la donna
a non abortire, la lotta per garantire un'assistenza dignitosa
ai malati terminali, la lotta per il riconoscimento della
vera famiglia, la lotta per vincere la droga, l'impegno
per accogliere veramente gli immigrati a partire dai fratelli
nella fede, l'impegno per accogliere gli zingari a partire
dai fratelli nella fede, l'impegno per accogliere i carcerati
e per superare le carceri, l'impegno per non essere impiegati
della carità ma innamorati di Cristo, l'impegno
per essere popolo, la lotta per la liberazione dalla schiavitù
della prostituzione".