NON CE MOTIVO PER CREARE I PACS
La legislazione e la giurisprudenza attuali già
assicurano la protezione di non pochi diritti delle persone
dei conviventi, e pienamente dei diritti dei figli. Per ulteriori
aspetti che potessero aver bisogno di una protezione giuridica
esiste anzitutto la strada del diritto comune, assai ampia e
adattabile alle diverse situazioni, e ad eventuali lacune e
difficoltà si potrebbe porre rimedio attraverso modifiche
del codice civile, rimanendo comunque nellambito dei diritti
e dei doveri della persona. Non vi è quindi motivo di
creare un modello legislativamente precostituito, che inevitabilmente
configurerebbe qualcosa di simile a un matrimonio, dove ai diritti
non corrisponderebbero uguali doveri: sarebbe questa la strada
sicura per rendere più difficile la formazione di famiglie
autentiche, con gravissimo danno delle persone, a cominciare
dai figli, e della società italiana. Del resto, il recentissimo
Rapporto pubblicato in Inghilterra sulle conseguenze del crollo
della famiglia per lo stato della Nazione conferma, sulla base
di unesperienza che in quel Paese è ormai pluridecennale,
quanto siano negativi i risultati di quelle politiche nelle
quali alcuni pensano di poter trovare un modello per la società
italiana.
Card. Camillo Ruini
(Dalla Prolusione al Consiglio di Presidenza della CEI, 22
gennaio 2007)
|