LItalia è un paese molto vecchio. La sua
storia dura, in sostanza, da circa tremila anni. La sua identità
culturale è molto precisa e bando alle chiacchiere:
da duemila anni non prescinde da una religione che si chiama
religione cristiana e da una chiesa che si chiama Chiesa Cattolica.
La gente come me ha un bel dire: io-con-la-chiesa-cattolica-non-centro.
Centro, ahimè, centro. Che mi piaccia o
no, centro. E come farei a non entrarci? Sono nata in
un paese di chiese, conventi, Cristi, Madonne, Santi. La prima
musica che ho udita venendo al mondo è stata la musica
delle campane. Le campane di Santa Maria del Fiore che allepoca
della Tenda la vociaccia sguaiata del muezzin soffocava. E
in quella musica, in quel paesaggio, che sono cresciuta. E
attraverso quella musica e quel paesaggio che ho imparato
cosè larchitettura, cosè la
scultura, cosè la pittura, cosè
larte, cosè la conoscenza, cosè
la bellezza. E attraverso quella chiesa (presto rifiutata
ma inevitabilmente rimasta dentro di me, cioè dentro
la mia cultura) che ho incominciato a chiedermi cosìè
il Bene, cosè il Male, se il Padreterno esiste
o non esiste, e perdio
Ecco: ho scritto unaltra volta perdio. Con
tutto il mio laicismo, tutto il mio ateismo, son così
intrisa di cultura cattolica che essa fa addirittura parte
del mio modo desprimermi.
Oriana Fallaci
(La rabbia e lorgoglio, Rizzoli 2001, pp. 130-131)
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