Benedetto XVI a Giorgio Napoletano:
Di fronte alle sfide attuali,
occorre il retto uso della ragione
La libertà, che la Chiesa e i cristiani rivendicano,
non pregiudica gli interessi dello Stato o di altri gruppi
sociali e non mira ad una supremazia autoritaria su di essi,
ma è piuttosto la condizione affinché, come
ho detto durante il recente Convegno Nazionale Ecclesiale
svoltosi a Verona, si possa espletare quel prezioso servizio
che la Chiesa offre allItalia e ad ogni Paese in cui
essa è presente. Tale servizio alla società,
che consiste principalmente nel "dare risposte positive
e convincenti alle attese e agli interrogativi della nostra
gente" (cfr Discorso ai partecipanti al Convegno Nazionale
Ecclesiale a Verona) offrendo alla loro vita la luce della
fede, la forza della speranza e il calore della carità,
si esprime anche nei riguardi dellambito civile e politico.
Infatti, se è vero che per la sua natura e missione
"la Chiesa non è e non intende essere un agente
politico", tuttavia essa "ha un interesse profondo
per il bene della comunità politica" (ibid.).
Questo apporto specifico viene dato principalmente dai fedeli
laici, i quali, agendo con piena responsabilità e facendo
uso del diritto di partecipazione alla vita pubblica, si impegnano
con gli altri membri della società a "costruire
un giusto ordine nella società" (ibid.). Nella
loro azione, peraltro, essi poggiano sui "valori e principi
antropologici ed etici radicati nella natura dell'essere umano"
(ibid.), riconoscibili anche attraverso il retto uso della
ragione. Così, quando simpegnano con la parola
e con lazione a fronteggiare le grandi sfide attuali,
rappresentate dalle guerre e dal terrorismo, dalla fame e
dalla sete, dalla estrema povertà di tanti esseri umani,
da alcune terribili epidemie, ma anche dalla tutela della
vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte
naturale, e dalla promozione della famiglia, fondata sul matrimonio
e prima responsabile delleducazione, non agiscono per
un loro interesse peculiare o in nome di principi percepibili
unicamente da chi professa un determinato credo religioso:
lo fanno, invece, nel contesto e secondo le regole della convivenza
democratica, per il bene di tutta la società e in nome
di valori che ogni persona di retto sentire può condividere.
Ne è prova il fatto che la gran parte dei valori, che
ho menzionato, sono proclamati dalla Costituzione italiana,
che quasi sessantanni or sono venne elaborata da uomini
di diverse posizioni ideali.
(Dal discorso di Benedetto XVI al Presidente della Repubblica
Giorgio Napoletano in visita al Vaticano, 20 novembre 2006)
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