Vita, famiglia e libertà di educazione: principi
che non sono negoziabili.
Onorevoli parlamentari,
signore e signori,
sono lieto di ricevervi in occasione delle Giornate di Studio
sullEuropa, organizzate dal vostro Gruppo Parlamentare.
I Romani Pontefici hanno sempre dedicato unattenzione
particolare a questo continente; ludienza di oggi è
un esempio eloquente e si inserisce nella lunga serie di riunioni
tra i miei precursori e i movimenti politici di ispirazione
cristiana. Ringrazio lonorevole signor Pöttering
per le parole che mi ha rivolto a vostro nome, e faccio giungere
a lui e a tutti voi il mio più cordiale saluto.
In questo momento, lEuropa deve affrontare complesse
questioni di grande importanza, come lampliamento e
lo sviluppo del processo di integrazione europea, la definizione
sempre più esatta di politica di vicinanza allinterno
dellUnione e il dibattito su un modello sociale. Per
raggiungere questi obiettivi, sarà molto importante
ispirarsi con fedeltà creativa alleredità
cristiana che ha dato un apporto decisivo al momento di forgiare
lidentità di questo continente.
Se valorizza le sue radici cristiane, lEuropa sarà
capace di dare una direzione sicura alle opzioni dei suoi
cittadini e dei suoi popoli, rafforzerà la sua consapevolezza
di appartenere ad una civiltà comune e alimenterà
limpegno di affrontare le sfide del presente per ottenere
un futuro migliore. Per questo, apprezzo il fatto che il vostro
gruppo abbia riconosciuto leredità cristiana
dellEuropa, che offre validi orientamenti etici per
la ricerca di un modello sociale che risponda adeguatamente
alle esigenze di uneconomia globalizzata e dei cambiamenti
demografici , assicurando la crescita e limpiego, la
protezione della famiglia, luguaglianza delle opportunità
per listruzione dei giovani e lassistenza ai poveri.
Il vostro sostegno al patrimonio cristiano può inoltre
contribuire in modo decisivo alla sconfitta di una cultura
che ora si è diffusa chiaramente in Europa e che relega
alla sfera privata e soggettiva la manifestazione delle proprie
convinzioni religiose. Le politiche fondate su questa base
non implicano solo il ripudio del ruolo pubblico del cristianesimo,
ma più in generale escludono limpegno nella tradizione
religiosa dellEuropa, estremamente chiara nonostante
le sue varietà confessionali, diventando una minaccia
per la democrazia stessa, la cui forza dipende dai valori
che promuove (cfr. Evangelium vitae, 70).
Visto che questa tradizione, proprio nella sua cosiddetta
unità polifonica, trasmette valori che sono fondamentali
per il bene della società, lUnione Europea potrà
vedersi solo arricchita dal suo impegno con essa. Sarebbe
un segno di immaturità, o anche di debolezza, opporvisi
o ignorarla, anziché dialogarci. In questo contesto,
bisogna riconoscere lesistenza di una certa intransigenza
laicista che è nemica della tolleranza e di una sana
concezione laica dello Stato e della società.
Per questo, mi compiaccio del fatto che il Trattato Costituzionale
dellUnione Europea preveda un rapporto strutturato e
continuo con le comunità religiose, riconoscendo la
loro identità e il loro contributo specifico. Confido
nel fatto che leffettiva e corretta applicazione di
questo rapporto inizi ora con la cooperazione di tutti i movimenti
politici indipendentemente dalle posizioni di partito.
Non bisogna dimenticare che, quando le Chiese o le comunità
ecclesiali intervengono nel dibattito pubblico, esprimendo
riserve o ricordando principi, non stanno manifestando forme
di intolleranza o interferenza, perché questi interventi
cercano unicamente di illuminare le coscienze, affinché
le persone possano agire liberamente e con responsabilità,
in base alle autentiche esigenze della giustizia, anche se
questo può entrare in conflitto con situazioni di potere
e di interesse personale.
Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, linteresse
principale dei suoi interventi nella vita pubblica si centra
sulla protezione e sulla promozione della dignità della
persona e per questo presta particolare attenzione ai principi
che non sono negoziabili.
Tra questi, oggi emergono chiaramente i seguenti:
- protezione della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento
del suo concepimento fino alla morte naturale;
- riconoscimento e promozione della struttura naturale della
famiglia, come unione tra un uomo e una donna fondata sul
matrimonio, e la sua difesa di fronte ai tentativi di far
sì che sia giuridicamente equivalente a forme radicalmente
diverse di unione che in realtà la danneggiano e contribuiscono
alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare
e il suo ruolo sociale insostituibile;
- la protezione del diritto dei genitori ad educare i loro
figli.
Questi principi non sono verità di fede, anche se
sono illuminati e confermati dalla fede; sono insiti nella
natura umana, e pertanto sono comuni a tutta lumanità.
Lazione della Chiesa nella loro promozione non è
quindi di carattere professionale, ma si dirige a tutte le
persone, indipendentemente dalla loro affiliazione religiosa.
Questa azione è anzi ancor più necessaria nella
misura in cui questi principi sono negati o fraintesi, perché
in questo modo si compie unoffesa alla verità
della persona umana, una grave ferita provocata alla giustizia
stessa.
Cari amici, esortandovi ad essere testimoni credibili e coerenti
di queste verità fondamentali con la vostra attività
politica, e in modo ancor più fondamentale con il vostro
impegno a vivere in modo autentico e coerente, invoco su di
voi e sul vostro lavoro la continua assistenza di Dio, in
pegno del quale imparto a voi e a quanti vi accompagnano la
mia benedizione.
Discorso pronunciato giovedì 30 marzo 2006 da papa
Benedetto XVI ricevendo, nellAula della Benedizione
del Palazzo Apostolico Vaticano, davanti a circa cinquecento
parlamentari del Partito Popolare Europeo, impegnati a Roma
per il congresso continentale.
[Traduzione dalloriginale inglese realizzata da ZENIT
© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana]
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