Non possiamo tacere sui principi
In questo contesto storico e sociale si colloca il
nostro impegno a favore della vita umana, dal primo istante
del suo concepimento fino al suo termine naturale, e della
famiglia legittima fondata sul matrimonio: per conseguenza
il rifiuto dellaborto, delitto abominevole
(Gaudium et spes, 51) la cui gravità si va purtroppo
oscurando nella coscienza di molti ma che rimane un atto intrinsecamente
illecito che nessuna circostanza, finalità o legge
umana potrà mai giustificare (cfr. enciclica Evangelium
vitae, nn. 58-62), come anche delleutanasia e dellutilizzo
degli embrioni umani; e parimenti lopposizione ai tentativi
di dare un improprio e non necessario riconoscimento giuridico
a forme di unione che sono radicalmente diverse dalla famiglia,
oscurano il suo ruolo sociale e contribuiscono a destabilizzarla.
Sappiamo bene che questo nostro impegno è spesso mal
tollerato e visto come indebita intromissione nella libera
coscienza delle persone o nelle autonome leggi dello Stato.
Ma non per questo possiamo tacere, o sfumare le nostre posizioni.
E infatti nostra comune e profonda convinzione, confermata
dallinsegnamento chiaro e costante della Chiesa e sostenuta
dallesperienza umana e in particolare dalla grande tradizione
di civiltà della nostra nazione, che abbiamo a che
fare qui con quelli che il Papa ha denominato principi
non negoziabili (discorso del 30 marzo 2006 ai rappresentanti
del Partito popolare europeo). Essi sono tali anzitutto per
la loro intrinseca valenza etica, che non è però
qualcosa di astratto e aprioristico: si lega invece sia a
quel grande bene sociale che è la nascita e leducazione
dei figli sia alla genuina e duratura felicità delle
persone.
Card. Camillo Ruini
(Dalla prolusione allAssemblea dei Vescovi italiani,
Roma 15 maggio 2006)
|