Parole che ci piacciono/1
I partiti sono diventati macchine di potere
I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere
e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita
e dei programmi della società, della gente; idee, ideali,
programmi pochi o vaghi; sentimenti e passioni civile, zero.
Gestiscono interessi, i più disparati, i più
contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun
rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure
distorcendoli, senza perseguire il bene comune.
I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni.
Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le
banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli
ospedali, le università, la Rai Tv, alcuni grandi giornali
.
Noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato.
I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere
alla formazione della volontà politica della nazione:
e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più
larghi dello Stato, sempre più numerosi centri di potere
in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione,
organizzando le aspirazioni del popolo
(Dallintervista di Enrico Berlinguer, segretario del
PCI,
a Eugenio Scalfari, in La Repubblica, 28 luglio
1981)
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