CONTENUTI IRRINUNCIABILI/2
«Contenuti irrinunciabili»:
li definiva così il cardinale Ruini aprendo lunedì
20 il Consiglio permanente della Cei. Sono quei princìpi
«fondati sul primato e sulla centralità della
persona umana»: sono il magnete sul quale orientare
la bussola nel momento in cui si è chiamati a fare
scelte politiche ponderate e non emotive. Non a caso Ruini
richiamava la «
Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno
e il comportamento dei cattolici nella vita politica»,
che la Congregazione per la dottrina della fede pubblicò
all'inizio del 2003, e che su quei «contenuti irrinunciabili»
argomenta con chiarezza. A firmarla fu l'allora prefetto cardinale
Ratzinger. L'attuale segretario della Congregazione, monsignor
Angelo Amato, ci aiuta a rileggerla
oggi.
2. Nel testo della Congregazione è
ribadito a chiare lettere il diritto della Chiesa a «richiamare
alcuni principi propri della coscienza cristiana». Autorità
della Chiesa e libertà di cosc ienza del credente:
in che rapporto sono?
«La domanda suppone la definizione esatta del concetto
di libertà di coscienza. Una concezione della libertà
che la pone come principio assoluto rispetto alla norma morale
e all'ordinamento naturale voluto dal Creatore è una
concezione falsa della libertà, che porta alla dissoluzione
e all'autodistruzione dell'uomo stesso. La persona, in quanto
creata a immagine di Dio, deve orientarsi alla verità
e deve lasciarsi formare dalla verità. La voce autorevole
della Chiesa illumina la coscienza nello scoprire i princìpi
e i criteri di giudizio perché la verità della
persona umana e del bene comune siano riconosciuti e tutelati
anche nell'àmbito politico e sociale».
di Francesco Ognibene - Avvenire,
30 marzo 2006
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