CONTENUTI IRRINUNCIABILI/1
«Contenuti irrinunciabili»:
li definiva così il cardinale Ruini aprendo lunedì
20 il Consiglio permanente della Cei. Sono quei princìpi
«fondati sul primato e sulla centralità della
persona umana»: sono il magnete sul quale orientare
la bussola nel momento in cui si è chiamati a fare
scelte politiche ponderate e non emotive. Non a caso Ruini
richiamava la «
Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno
e il comportamento dei cattolici nella vita politica»,
che la Congregazione per la dottrina della fede pubblicò
all'inizio del 2003, e che su quei «contenuti irrinunciabili»
argomenta con chiarezza. A firmarla fu l'allora prefetto cardinale
Ratzinger. L'attuale segretario della Congregazione, monsignor
Angelo Amato, ci aiuta a rileggerla
oggi.
La «Nota» non è stata
pensata per l'Italia del 2006 ma si direbbe che le calzi a
pennello. Come lo spiega?
«Quel documento non fu scritto in vista di una congiuntura
politica determinata né fu condizionato da un particolare
momento storico. Lo scopo della "Nota" era di richiamare
alcuni principi propri della coscienza cristiana che debbono
ispirare e orientare l'impegno sociale e politico dei cattolici
nelle società democratiche, tenendo nel medesimo tempo
presenti certi indirizzi e posizioni ambigue e discutibili
che emergono dal contesto pluralista e relativista della nostra
cultura, e che si infiltrano anche nel mondo cattolico. Rivolgendosi
ai cristiani, che partecipano alla vita pubblica come cittadini,
la Nota ricordava, in concreto, la figura di san Tommaso Moro,
proclamato patrono dei governanti e dei politici, che nella
difesa della dignità inalienabile della retta coscienza
cristiana affermò con la sua vita e con la sua morte
che "l'uomo non si può separare da Dio, né
la politica dalla morale"».
di Francesco Ognibene - Avvenire,
30 marzo 2006
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