"Questi interventi manipolativi ed eugenetici incidono
e incideranno profondamente sul futuro dell'umanità.
Noi ci troveremo ad andare incontro ad un'umanità in
cui l'individuo non sarà più responsabile, perché
progettato da altri non in quanto figlio amato e desiderato,
ma come mezzo per altri scopi. Strumentalizzato come farmaco
o, in altri casi, scelto con criteri eugenetici, più
o meno vari, disegnato con determinate caratteristiche. Siamo
disposti ad accettare un'umanità di questo tipo? Io
mi limito a dire che è la fine della nostra civiltà
come finora l'abbiamo pensata. Una civiltà in cui anche
le debolezze e le malattie fanno parte del ciclo (dall'embrione
alla morte) della vita"
PAOLO PRODI
Docente di storia moderna
all'Università di Bologna
(Tempi, n. 12 del 2005)
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