"Nel processo di statizzazione dell'economia privata
vedo un triplice danno: economico, politico e morale.
Danno economico, perché la riduzione progressiva del
campo e dei mezzi per l'iniziativa privata - resa in molta
parte succube della burocrazia e del funzionalismo degli enti
statali e dei ministeri - attenua le fonti di produttività
ed estingue lo stimolo che viene dalla concorrenza di mercato.
Danno politico, perché estende oltre misura i poteri
dello stato, il quale da stato libero prende, secondo i settori,
la figura di stato paternalista, di stato assistenziale, di
stato dittatoriale; preparando così la strada all'avvento
dello stato socialista, marxista e comunista, secondo la prevalenza
dei relativi partiti e dei centri esteri di dominio europeo.
Danno morale, infine, perché si offende la libertà
che è dono divino della personalità umana; si
sviluppa la corruzione della classe politico-amministrativa
e lo sperpero del danaro senza serio controllo pubblico"
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