Siamo fra coloro che plaudono alla
nuova trasmissione di Antonio Socci, al quale va tutto il nostro
incoraggiamento. Finalmente!
Finalmente una trasmissione pluralista.
Finalmente una trasmissione in cui è possibile il dialogo
libero (e non pilotato).
Finalmente una trasmissione che non impone interventi di 8 secondi
e non costringe ad urlare le proprie opinioni.
Finalmente una trasmissione dove l'esistenza umana non è
ridotta ad uno sguardo accanito e arrabbiato attraverso il buco
della serratura della politica.
Insomma: finalmente una trasmissione che fa passare l'idea che
la politica non basta per capire il mondo e l'uomo.
Finalmente una trasmissione dove comincia a far capolino il
"pensiero forte", dopo anni di "pensiero debole"
che faceva e fa della debolezza (ossia del relativismo, del
pacifismo, dell'ecologismo, del buonismo ) la propria forza.
Finalmente!
Comprendiamo ora perché il direttore di "Repubblica"
teme l'"avanzata degli strani cristiani" (prima mossa).
Comprendiamo ora perché due consiglieri della RAI, di
area ulivista, si sono dimessi (seconda mossa): non riescono
ad accettare una posizione di minoranza, non riescono ad accogliere
l'"altro" che avanza. Passi la sconfitta elettorale!
Ora c'è il rischio di una sconfitta culturale! E questo
è troppo. Bisogna correre ai ripari. Quale sarà
la terza mossa?
sabato 30 novembre 2002
TAZEBAO
"A destra s'avanza
uno strano cristiano"
Così Ezio Mauro, direttore
di Repubblica, il 16 novembre scorso ha suonato l'allarme a
nome dell'Italia laica, pardòn, laicista.
Succo del discorso: no ai cattolici di destra!
A parte la lezione di democrazia che dovrebbe venire da coloro
che fanno del tollerantismo la propria bandiera (ma che non
tollerano coloro che la pensano diversamente), ci chiediamo:
il mondo "laico" vuole la Chiesa e i cristiani sempre
e solo come ausiliari e funzionali alla propria ideologia? Sempre
e solo impegnati in attività caritativo-assistenziali?
Sempre e solo come bassa manovalanza?
E' il "cattolico di destra" che dà fastidio
e fa paura? O è il cattolico come tale, libero di pensare,
di scrivere, di produrre cultura, di agire, di dialogare con
chiunque, e proprio in nome della propria fede che, finalmente,
torna ad essere sale e lievito, e non più soprammobile
o chiodo per appendervi altro?
Stia tranquillo Ezio Mauro. I cattolici vogliono solo il rispetto
della propria originalità. Cominciano a stancarsi di
essere sempre e solo a rimorchio di altri, che impongono a tutti,
anche ai cattolici, il proprio "libero" pensiero.