Brochure
Il concerto inaugurale, dalla pagina del sito dedicata ai concerti organizzati dalla parrocchia
Scheda tecnica relativa all'organo:
Costruttore: BOSSI A.D. 1862 (Comprendente numerose canne metalliche
superstiti, appartenenti al precedente
organo Serassi del 1811),
Interventi: NATALE BALBIANI A.D. 1907 (Ampliamento a due tastiere e pedale
pneumatico),
Restauro-ricostruzione: GIANI CASA D'ORGANI A.D. 2008-2010 (
Ricostruzione storica dell'organo Bossi 1862).
Relazione relativa alle operazioni di restauro e ricostruzione dell'organo Bossi 1862
sito nel Duomo di S. Stefano Protomartire
in Casalmaggiore (CR) a cura del cav. Daniele M. Giani
Da
Ritrovarci del settembre 2010, il giornale parrocchiale
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a cura di Paolo Bottini
Chi fosse transitato negli ultimi tempi per Casalmaggiore sperando far visita nel Duomo per una preghiera o per ammirare, tra le altre opere d'arte, l'Ultima Cena del Malosso, sarà rimasto deluso perchè la grande chiesa dedicata al santo protomartire Stefano è chiusa al pubblico: dai primi del mese di giugno scorso all'interno lavora per almeno dodici ore al giorno il maestro organaro Daniele Maria Giani di Corte de' Frati con i suoi collaboratori per il montaggio-accordatura-intonazione del nuovo organo edificato inglobando il materiale fonico superstite dello strumento che il bergamasco Angelo Bossi eseguì nel 1862. Si è trattato di un lavoro molto oneroso per la parrocchia guidata da don Alberto Franzini, che si è accollata una significativa parte dell'impegno di spesa (fortunatamente per la maggiore ricoperto grazie ai finanziamenti erogati da Stato e C.E.I.), ma soprattutto complesso per la grandiosità dell'organo (nella foto l'imponente mostra di facciata nel presbiterio): 11 metri di tiranti meccanici che lo fanno uno degli organi più complessi d'Italia, più di 2.000 canne sonanti sostenute dal grande somiere maestro, dotato di 37 pettini e 73 canali, e da ben 15 somieri accessori ricostruiti ex novo assieme alla consolle (tastiera in bosso ed ebano, pedaliera, manettiera per l'inserimento dei registri) più circa 640 canne che erano state espunte nel corso degli interventi di restauro-alterazione effettuati durante il secolo passato e fra tutti quello del 1907 dei milanesi Balbiani secondo le, oggi superate, ideologie dell'epoca. Rispetto a quest'ultima situazione, la mirata scelta di riportare lo strumento alla configurazione fonica del 1862 è stata dettata dalla necessità di poter sfruttare al meglio il materiale fonico originale nella sua genuina impostazione primigenia, nella continuità con la migliore lezione della tradizione organaria lombarda, con la consapevolezza che l'uso liturgico (che è prioritario) non ne verrà in alcun modo sminuito, anzi potenziato: starà agli organisti che avranno la fortuna di suonarlo poterne sfruttare adeguatamente le affascinanti e strabilianti possibilità che offre una tastiera di ben 73 tasti (nell'Ottocento gli strumenti ne avevano solitamente 61) suddivisa in due parti (al grave e all'acuto) che permettono una svariatissima combinazione di suoni utili per l'accompagnamento del canto liturgico e per l'esecuzione sia di tante pagine della letteratura organistica italiana ed europea che di musica estemporaneamente creata in simbiosi con la liturgia (cosa questa, dell'improvvisazione, che la maggior parte degli organisti sanno fare a tutto vantaggio di una vera magnificazione di ciò che il rito esprime di domenica in domenica).
Dopo un'estate di ininterrotto lavoro sul cantiere (ma il restauro è cominciato nel laboratorio della "Giani Casa d'Organi" nel 2007) è giunto ora il momento di ascoltare la possente e soddisfacente gravità della basseria, la maestosa rotondità del ripieno, l'incantevole quasi 'venatoria' sonorità dei "Corni dolci", la spigliata ma pastosa voce della impressionante batteria di ance (trombe, fagotti, violoncelli, clarinetti, bombarde e il raro Serpentone): sabato 23 ottobre alle ore 21, a chiusura della XVII edizione della rassegna "Organi Storici Cremonesi" promossa dal Comitato Organistico Cremonese con il patrocinio della Diocesi di Cremona e della Provincia di Cremona, sarà ospite della parrocchia il grande organista Giancarlo Parodi, presidente dell'Associazione Italiana Organisti di Chiesa (www.organisti.it) e dal 1963 organista della Basilica di Gallarate (VA), il quale saprà certo stupire l'uditorio con un programma di musiche italiane tedesche e francesi tra Sette e Ottocento (Johann Sebastian Bach, Johann Christian Bach, J. G. Walther, J. H. Knecht, L. J. A. Lefebure-Wely, il nostro Vincenzo Antonio Petrali, l'immancabile Padre Davide da Bergamo, il frate-organista più famoso del Risorgimento, infine il piacentino Girolamo Barbieri, che intorno al 1846 fu pure organista nel duomo di Cremona).
Con l'occasione, unitamente alla benedizione liturgica impartita dal parroco don Franzini, verrà anche presentato un volume, edito a cura della NEC, contenente la storia degli organi del Duomo di Casalmaggiore a cura di Marco Ruggeri e Federico Lorenzani. |