Finalmente ha aperto la nuova Casa di Accoglienza. Vuoi ricordarci
il percorso fin qui effettuato e gli obiettivi futuri?
Sono molto soddisfatto perché, dopo anni di impegno per portare
a termine il progetto di ristrutturazione, oggi possiamo offrire
a tutta la comunità di Casalmaggiore e del casalasco un servizio
veramente migliore, completo ed in regola con le vigenti normative,
confermando il nostro impegno nei confronti delle categorie sociali
più deboli. Sicuramente il nostro percorso è stato
molto laborioso e molto lungo, ma non poteva essere altrimenti stando
alla complessità del nostro progetto e all'impegno economico
che ha richiesto. Oggi i risultati ci ripagano abbondantemente degli
sforzi sostenuti. La nuova struttura risulta pienamente funzionale
ed in grado di soddisfare molti bisogni espressi da quella parte
della popolazione locale o di origine immigrata maggiormente a rischio
di povertà e di marginalità sociale.
Un primo obiettivo che ci riproponiamo di raggiungere nell'immediato,
è rappresentato dall'apertura del Centro di Ascolto della
Caritas. I locali, che fin dalla fase di progettazione della nuova
struttura abbiamo destinato a questo centro, sono già stati
allestiti e dotati di tutti gli strumenti necessari al funzionamento,
grazie al finanziamento ottenuto dalla Fondazione Comunitaria della
Provincia di Cremona. E' partita anche la fase di reclutamento delle
risorse umane, dei volontari che presteranno servizio nel Centro
di Ascolto, e stiamo per far partire la fase di formazione attraverso
una serie di incontri tenuti da personale ed esperti della Caritas
Cremonese. Nel medio periodo, abbiamo invece l'obiettivo di essere
accreditati nel nuovo piano di zona del distretto casalasco, per
contribuire al processo di integrazione degli immigrati stranieri
nel nostro territorio attraverso l'offerta dei nostri servizi.
Come è organizzata la nuova struttura? Avete già
degli ospiti? Ed i vecchi ospiti dove sono andati dopo la chiusura
della sede di via Cavour?
Un primo nucleo, costituito da sette camere a due o a tre posti
letto con servizi in comune, è destinato all'attività
di prima accoglienza; un secondo nucleo, costituito da quattro mini-alloggi
dotati di servizi indipendenti, è invece adibito alla seconda
accoglienza. I posti, in totale, ammontano a venticinque. Al servizio
di accoglienza si aggiungono quelli di lavanderia e stireria, di
servizi igienici, di orientamento e di segretariato sociale, tutti
aperti anche ad un utenza esterna, non residente nella struttura.
A questi poi si aggiungeranno quelli del Centro di Ascolto, quali
ad esempio l'ambulatorio infermieristico.
Le domande per essere accolti nella nuova casa non mancano e attualmente
siamo già al completo per quanto riguarda la prima accoglienza.
Anche due dei quattro mini-alloggi sono stati destinati a cittadini
immigrati, mentre gli altri sono in fase di assegnazione. Tra gli
ospiti, in prevalenza di nazionalità marocchina e ghanese,
abbiamo anche dei giovani lavoratori immigrati, una ragazza madre
con la figlia minorenne, tre italiani, un casalese senza fissa dimora
e due studenti lavoratori.
I vecchi ospiti, in parte hanno trovato una sistemazione in alloggi
comunali o dell'Aler e in parte sono riusciti a reperire un'abitazione
sul mercato privato. Cinque, che hanno ancora la residenza anagrafica
presso la nostra casa di accoglienza, sono passati nella nuova struttura.
La vecchia casa di accoglienza è quindi vuota. Quale
sarà la sua prossima destinazione?
Come Cooperativa Servizi per l'Accoglienza abbiamo liberato i locali
che occupavamo grazie al comodato gratuito concessoci dalla Parrocchia
di Santo Stefano. Proprio in questi giorni abbiamo provveduto a
restituire i locali e a sottoscrivere un nuovo comodato che riguarda
esclusivamente l'immobile dove è collocata la nuova sede.
Sarà, pertanto, la Parrocchia di Santo Stefano a decidere
la nuova destinazione dell'ex collegio Don Bosco. Noi, quale area
di futura espansione, abbiamo tenuto l'immobile della vecchia palestra.
Quando avremo l'opportunità di accedere a finanziamenti presenteremo
il nostro progetto relativo all'implementazione di una serie di
attività inerenti l'integrazione. Per ora, ci concentriamo
sul buon funzionamento della struttura esistente.
Il legame con la Parrocchia di Santo Stefano dunque continua?
Certamente. Ed è ben saldo come sempre è stato. A
questo proposito auspico una pronta risposta da parte di tutti i
parrocchiani all'appello lanciato dalla Caritas per reclutare volontari
destinati al Centro di Ascolto. Basta anche una minima disponibilità,
prestata in maniera continuativa, per garantire il funzionamento
di un servizio che è insieme testimonianza dello spirito
di carità cristiana. Confido molto anche nell'adesione dei
giovani e dei ragazzi che avrebbero un'opportunità unica
per mettersi alla prova ponendosi al servizio dei più deboli.
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