- In merito al "referendum" indetto da Famiglia
Cristiana ("Col Papa o con Bush?) si ritiene doverosa,
da parte del parroco, la seguente precisazione: "Tale
modo di impostare la questione è diseducativa e fuorviante.
Il cristiano cattolico non ha dubbi da che parte stare. Ma
la semplificazione della "scheda referendaria" sottende
una posizione ideologica unilaterale e acritica (ossia l'antiamericanismo:
come se non ci fossero altri soggetti in questione, ad esempio
la dirigenza irachena) e per giunta secolarizzata (ossia la
pace come semplice frutto di equilibrii e di sforzi umani:
diplomatici, politici, militari
). Per noi cristiani
"Ipse est pax nostra", ossia "è Cristo
la nostra pace" (Efesini 2,14): la pace è un dono
di Dio e non coincide semplicemente con l'armistizio e l'assenza
di guerra. Perfino nelle due grandi guerre mondiali del secolo
scorso i papi Benedetto XV e Pio XII furono forti nel proclamare
i principi supremi di una pace giusta e duratura, ma osservarono
scrupolosamente l'imparzialità sul piano politico,
in quanto estraneo alla loro missione. Fare di Giovanni Paolo
II un anti-Bush è un'operazione culturalmente sprovveduta
e cristianamente scorretta. Il Papa non è il cappellano
né degli anti-Bush, né dei pro-Bush. E' sconcertante
che un settimanale, di tradizione cattolica, dia in pasto
la posizione del Papa alle bocche di una fin troppo facile
e scoperta strumentalizzazione politica".
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