La presenza di un convento di Minori francescani in parrocchia è documentata da documenti notarili sin dal 1273, mentre i più antichi cenni ad una chiesa si ritrovano nel 1340. Nei secoli successivi il convento, grazie anche ad un cospicuo patrimonio, assunse una rilevante importanza nella vita cittadina; la chiesa venne ampliata ed abbellita tanto da divenire la più dotata della città. Ne conosciamo la consistenza all'inizio dell'ottocento, quando il convento venne soppresso e la chiesa, destinata anch'essa alla demolizione, venne riscattata dalla parrocchia mediante una permuta e ne divenne sussidiaria.
Nel 1916 venne requisita dall'autorità militare ed adibita a magazzino di foraggi; nel 1919 un incendio di dubbie origini la distrusse quasi completamente.
La ricostruzione, secondo però un progetto più ambizioso di fatto imposto dalle autorità del tempo che intendevano dedicare la chiesa a Sacrario dei Caduti, fu iniziata nel 1925; ma l'inadempienza agli impegni assunti per coprire il maggior costo dell'opera impose la sospensione dei lavori. Solo nel 1985, grazie ad un cospicuo lascito di un concittadino, l'edificio poté essere ultimato.
La chiesa, di ispirazione neogotica, opera dell'architetto Boattini, ha incorporata la residua parte absidale di quella antica, divenuta transetto e conservante ancora parte delle decorazioni settecentesche.
Vi è stata ricostituita la quadreria originaria (Malosso, Monti, Cignaroli, Chiozzi) integrata da alcune altre opere recuperate altrove, come un affresco del XIV secolo proveniente dall'antica Santo Stefano, due qrandi quadri di soggetto francescano, del Mastelletta, già a Bologna, ed un marmoreo Cristo morto, di fattura lombarda del XVI secolo.
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