"Il mio paziente soffre, sogna, ricorda"
"Il mio paziente soffre, sogna, ricorda"
Una sera, a casa di unamica madre di sei bambini, davanti a un gruppetto
di mamme e papà, il dottor Carlo Valerio Bellieni, neonatologo senese,
impressionò tutti facendo vedere una cassetta in cui si mostravano le
diverse reazioni dei neonati prematuri, bambini anche di pochi etti, agli stimoli
dolorosi. Il pianto cessava quando udivano una voce umana o un brano musicale,
o quando venivano accarezzati. Fino agli anni 80, un po per paura
degli effetti collaterali degli analgesici, un po per pregiudizio, il
dolore nel neonato e nel feto veniva negato. Oggi non è più così,
se si pensa che in Francia al feto che subirà un aborto terapeutico viene
praticata lanestesia. Bellieni da anni si occupa di indagare dolore, desideri,
sogni, memoria del feto e dei minuscoli prematuri che arrivano nel suo reparto
di terapia intensiva.
Nel suo libro «Lalba dellio» (Società editrice
fiorentina, 8 euro)lei sostiene che senza ombra di dubbio «il feto umano
è una persona: sente, ricorda, sogna, prova dolore e piacere. Ha desideri.
Eppure...»: che rapporto si determina oggi, in genere, tra il feto e la
madre? È vero che le mamme non sanno più godere la gravidanza?
«Ogni mamma in attesa sa che dentro di sé è presente un
bambino con cui può "dialogare". In Olanda è nata da
vari anni un"arte" detta "aptonomia", che aiuta questo
dialogo: tramite voce e massaggio, i genitori mandano segnali al feto, e questo
risponde. Non censurare questo dialogo produce laffascinante scoperta
di una compagnia: una compagnia nascosta, piccola, fragile, unesperienza
irripetibile per la donna. Qualcuno la ama esclusivamente perché cè.
Daltro canto, sembra che questa coscienza, ben presente in altre culture,
per esempio in Africa o Asia, vada perdendosi nei popoli occidentali. La gravidanza
è diventata una programmazione, il figlio "non-desiderato"
è diventato "indesiderabile". Michèle Vial, direttrice
della puericultura di Parigi, narra della sospensione dellaffettività
madre-feto fino alla risposta di normalità dalle indagini prenatali.
Ecco che lo "stato interessante" diventa troppo spesso "stato
stressante", perché la donna sente su di sé il peso di generare
un figlio "nella norma"».
Ritiene che sia ininfluente per la psiche del bambino il modo in cui è
stato concepito, cioè se da due genitori o in una provetta?
«Non sono uno psicologo: rimando per questo a un interessante saggio,
"Lembryon sur le divan" di Benoît Bayle (che meriterebbe
di essere tradotto in italiano) dove vengono descritte le possibili conseguenze
psicologiche delle nuove tecniche sui bambini nati. Piuttosto cè
da dire che molti studi descrivono i rischi sulla salute di questi bambini non
di tipo psicologico ma organico, il che sta preoccupando molto il mondo della
pediatria. I bambini interessati sono una piccola parte, ma tanti studi dicono
che sono più che nella restante popolazione».
Il ministro della Sanità francese Mattei parla di «accanimento
procreativo» che si sta verificando in questi anni. Cosa ne pensa?
«Volere solo il figlio "naturale" rischia di far passare ladozione
come una scelta di serie B. Poi bisogna vedere se il desiderio di avere un figlio
"a tutti i costi" non nasconda una sottile paura. Come dice il ministro:
"Tra laccanimento procreativo e la tentazione di padroneggiare la
morte, la nostra società in cerca di riferimenti mostra di trovare insopportabile
non dominare questi due periodi della vita. Dominare la vita può rassicurare.
Ma permette di eludere davvero le questioni essenziali?"».
Parlando di «giuste percezioni» alla base di un armonico sviluppo
del sistema nervoso centrale, a cosa si riferisce?
«Il nostro sistema nervoso si è formato per un difficile equilibrio
tra il progetto scritto nel Dna e gli stimoli esterni che ci sono arrivati prima
di nascere. Un eccesso o un deficit di questi stimoli può essere pericoloso
in situazioni estreme, ma da cui la gestante deve essere tutelata per tutelare
meglio il feto».
Quali sono le prime esperienze in utero e quanto conta limprinting nello
sviluppo dellembrione?
«Gli avvenimenti subito seguenti il concepimento si succedono in modo
vorticoso, armonico e non meno fondamentale degli avvenimenti del resto della
vita. Sigmund Freud aveva avvertito che limprinting (le prime sensazioni
che ci segnano, ndr.) agisce prima della nascita. Questo sviluppo necessita
di un ambiente adeguato: Jean-Pierre Relier, uno dei padri della neonatologia,
ha recentemente mostrato limportanza del contatto dellembrione con
le cellule della tuba uterina materna. Già a 7 settimane il cuore batte.
A quellepoca è presente la bocca e se la sfioriamo gira in modo
non cosciente la testa perché lì sono presenti i primi recettori
per il tatto. Dal concepimento in poi, non ci sono salti nello sviluppo: la
differenza tra embrione-feto-bambino è come quella tra bambino-adolescente-adulto:
è un fatto quantitativo, non qualitativo. Dalla metà della gravidanza
circa, il feto riceve altre informazioni: sente i suoni, sente il sapore delle
cose che mangia la mamma, può sentire dolore, e soprattutto ne serberà
memoria, pur non cosciente, dopo la nascita».
Sono aumentate negli ultimi anni le nascite di bimbi prematuri, dovute anche
alle tecniche di fecondazione assistita: come neonatologo vede delle differenze
tra questi e gli altri prematuri ricoverati nella sua terapia intensiva?
«Vede, un errore che non si deve mai fare è limitarsi alle proprie
osservazioni: la medicina va avanti per evidenze prodotte da studi seri fatte
su grandi numeri di pazienti. Oggi questi studi iniziano a esserci anche per
i nati da fecondazione in vitro. Non è corretto fare allarmismo, ma è
utile richiamare alla prudenza, come ha fatto Claire Brisset, "Defenseur
des enfants" del Parlamento francese che ha suggerito una moratoria per
la tecnica di fecondazione "Icsi" (liniezione di spermatozoi
dentro il citoplasma, ndr), finché non si sia certi della sua innocuità
sui bambini».
Quanto conta un buon rapporto pediatra-genitori allorchè alla nascita
si scopre una patologia o un handicap?
«Il modo con cui la famiglia guarda il figlio malato passa attraverso
lo sguardo del personale che lo ha in cura. Uno sguardo commiserativo ha lo
stesso effetto devastante di uno sguardo cinico. La parola chiave è "presenza":
cè bisogno di qualcuno che non fugga, che non si concepisca come
"prestatore di un servizio", di fronte al malato ridotto a "utenza",
che mostri che il piccolo che si ha di fronte vale molto più della sua
patologia».
Nellaffrontare il dolore i prematuri hanno bisogno di una «presenza
che aiuti»: lo può spiegare meglio?
«Da anni studio il dolore del neonato prematuro: è scaturito dallosservare
che se a questi "feti", al momento di una puntura particolarmente
dolorosa noi parliamo, li carezziamo, li distraiamo, il dolore scompare. Questo
è un metodo ormai diffuso in tutto il mondo, che abbiamo chiamato "saturazione
sensoriale". Nasce dal riconoscere che la dignità di un paziente
non dipende dal suo peso, dalla sua età. Fino a ventanni fa si
sosteneva che il bambino per varie settimane dopo la nascita non sentisse dolore
e si agiva di conseguenza. Oggi questo mito, terribile per i neonati, è
sfatato: la scienza comunque sbaraglia il pregiudizio. Così come sarà
sfatato quello per cui la vita fetale ed embrionale è una vita di "serie
B"».
Un paragrafo del suo libro è intitolato "Chi tutela il feto?",
ma chi tutela oggi lembrione?
«La legge è utile. Ma chi tutela davvero lembrione è
la madre, come sempre. Lincapacità di tutelare lembrione
non è assolutamente diversa dallincapacità di avere un rapporto
con il figlio adolescente. Oggi ladolescente è spesso un elisir
di giovinezza per i genitori, il bambino è un realizzatore dei sogni
irrealizzati, il neonato un bambolotto, il feto, se non programmato, un intruso.
Come pensare che lembrione sfugga a questa logica e non si sia portati
a trattarlo come un "oggetto"?».
di Daniela Pozzoli