Un no alla guerra un sì
alla vita
REAZIONI E COMMENTI
Il testo del documento |
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LETTERE E VIA E-MAIL
- 17 febbraio 2003-
Cari giovani,
grazie per il testo delle vostre riflessioni. Vi ricordo al Signore con affetto Ruini card. Camillo
(via fax)
- 22 febbraio 2003 -
Caro don Alberto,
la ringrazio molto per il documento che mi ha inviato. Queste riflessioni possono aiutare coloro che devono assumere le decisioni. Dobbiamo essere grati a questei giovani e al lavoro profondo svolto dalla Chiesa in questo frangente. Con stima e amicizia. Tabacci Bruno
(per posta ordinaria)
- 22 febbraio 2002 -
L'ho letta e sono d'accordo su alcuni punti, come in disaccordo con
altri. Sul fatto che la pace sia perseguibile anche con altre soluzioni
che non il mero incrociarsi le braccia sono d'accordo (è ipocrita
pensarla in quel modo, visto che tutti questi "pacifisti" fanno
il diavolo a 4 contro gli americani, ma si dimenticano bellamente di molte
altre situazioni mondiali non granché limpide come la Cecenia),
come non sono del tutto d'accordo (pur riconoscedogli sicuramente un ruolo
importante) che sia così decisivo il merito del cristianesimo nello
sviluppo attuale della cultura europea.
Capelli Alberto
(via e-mail)
- 25 febbraio 2003 -
Innanzitutto, preciso che condivido tutto ciò che nel documento
sta scritto. Penso tuttavia che non si possa generalizzare quando si analizzano
le posizioni che hanno portato in piazza decine di milioni di persone
in tutto il mondo. Non posso pensare che tutte quelle persone fossero
solo pacifisti antiamericani o antiatlantici ! Ma credo anche che non
sia possibile tapparsi gli occhi e vedere le situazioni solo da un punto
di vista. E allora, se esaminiamo bene la situazione internazionale attuale,
non possiamo nasconderci alcuni dati di fatto: anzitutto che Saddam Hussein
è un dittatore sanguinario, che ha già eliminato milioni
di persone (si stima che siano 2.000.000), che la sua dittatura è
un caso unico persino nel poco democratico mondo degli stati islamici.
Dall'altra parte però mi chiedo anche quali siano i reali interessi
che porteranno alla guerra (in questo sono pessimista: la guerra si farà).
Non posso addentrarmi nelle questioni internazionali (non ne ho la competenza),
ma non credo proprio che il motivo della guerra sia disarmare l'Iraq e
abbattere il regime attuale perché minaccia l'umanità o
i suoi stessi abitanti. Se così fosse, l'ONU avrebbe dovuto intervenire
molto prima! E' forse antiamericanismo pensare che gli interessi economici
siano preponderanti ? Trilussa aveva detto bene: la guerra è un
gran giro di quattrini !
Ma tante altre sono le domande che mi pongo: perché in Algeria non è stata prevista nessuna ingerenza umanitaria, quando i ribelli musulmani sterminavano migliaia di persone? Perché le guerre dell'Africa sono totalmente ignorate dall'opinione pubblica mondiale? Perché di ingerenza umanitaria si parla solo in certi casi e in altri no? Come cristiano io prendo le distanze dal pacifismo a senso unico; gli uomini non sono angeli, e la fermezza è un dovere altrettanto importante di quelli dell'accoglienza e della tolleranza. Ma la guerra è una tragedia, è una strada senza ritorno, per dirla col Papa, per questo dobbiamo tenere gli occhi bene aperti e denunciare ogni tipo di tirannia e prevaricazione, ogni tipo di interesse peloso negli affari internazionali. Forse era anche questa l'intenzione di molti di coloro che hanno partecipato alle marce per la pace. Se siano state strumentalizzate non lo so; ma so che tutti quei milioni di persone la pensano in modo anche diverso tra loro, e non tutte sonoantiamericane. Se sfilare ha indicato un disagio di fronte alla possibilità di una guerra, allora sottoscrivo la protesta. La Pace, quella vera, è un dono di Dio, e a Lui la dobbiamo chiedere ! Gli dobbiamo chiedere di disarmare i cuori, tutti i cuori, in ogni piccola o grande guerra che combattiamo ogni giorno, nella grande guerra che la nostra società combatte contro se stessa permettendo l'aborto e la manipolazione della vita. Per questo esporrò al mio balcone la bandiera della pace: perché la Pace è più grande, più importante, più profonda delle polemiche e della contingenza di questi giorni. Toscani Maurizio / 1
(via e-mail)
- 27 febbraio 2003 -
Caro don Alberto, ho letto, sul "Foglio" di mercoledì
26 febbraio, il documento diffuso dai giovani dell'oratorio "Maffei".
Per la mia formazione, cattolica e liberale, non posso che aderire pienamente
ai contenuti del documento. Condivido pienamente il rifiuto della "trappola
dell'utopismo", che da sempre ha generato i mostri del totalitarismo.
Condivido con entusiasmo (soprattutto perché proviene dall'ambiente cattolico)
il richiamo alla vera natura del pacifismo manifestato in questi giorni,
essenzialmente anti americano e anti occidentale. Ho l'impressione che
l'imminente attacco all'Irak non si possa considerare una forma di "guerra
preventiva": purtroppo la guerra, fra il terrorismo islamico e gli Stati
Uniti (ma non solo, tutto l'Occidente) sia, anche dal punto di vista "formale",
iniziata l'11 settembre 2001. Su questa realtà a mio parere si dovrebbe
discutere. La ringrazio per il suo coraggioso intervento. La prego di
considerarmi a Sua disposizione, per il poco che potrò dare.
Antonio Russo.
(via e-mail)
- 27 febbraio 2003 -
Aderisco alla pregevole e nobile iniziativa condividendo pienamente
il documento del "GRUPPO GIOVANI ORATORIO MAFFEI".
Pirotti geom. Domenico
(via e-mail)
- 27 febbraio 2003 -
Ho letto con interesse, sulla rassegna stampa della
Curia, il documento dei giovani della tua parrocchia, da te presentato
sul "Foglio" di G. Ferrara. L'ho trovato interessante e stimolante:
aiuta a pensare con rigore e a rifuggire da facili slogans, che purtroppo
imperano anche nel mondo cattolico. Grazie a te e ai tuoi giovani per
quanto è stato scritti. Penso di proporlo per la comunità
di Vimodrone.
Telò Giorgio
(via e-mail)
- 5 marzo 2003-
Noto con piacere che, nonostante il passare dei giorni, si discute
ancora del famoso documento sul tema della pace dei giovani dell'Oratorio
Maffei. Ciò significa evidentemente che c'è ancora chi ha
tempo e voglia di discutere, e questo è sicuramente positivo.
Colgo allora l'occasione per mettere qualche altro puntino sulle relative "i", perché non è ancora stato detto tutto ! Lo spunto mi è venuto guardando l'elenco, disponibile su Internet, dei firmatari del famoso documento. Balza subito all'occhio la massiccia adesione di esponenti politici di destra. Fin qui niente di male: chiunque è libero di esprimere le proprie idee o di sottoscrivere le idee espresse da altri. Poi però vengo a sapere che il documento è stato portato da una mano misteriosa, ma non troppo, addirittura al congresso provinciale di un partito di destra, e qui fatto firmare a tutti! Ecco allora dove non posso più tacere ! Ritorna un vecchio vizio: come è abitudine di certa gente che ben conosciamo, bisogna farsi vedere cristiani, vicini al mondo cattolico, che può portare voti alle elezioni! Ma tant'è, la destra italiana, da AN fino all'Udc, dimostra in ogni occasione la propria mancanza di scrupoli, di rispetto, di pudore, fino a strumentalizzare senza vergogna la riflessione legittima di un gruppo di cattolici. Ecco cosa proprio non mi va giù, ecco cosa bisogna denunciare a voce alta! Si può, da cristiani, essere d'accordo col documento del tutto, in parte o per niente, si può prendere posizione a favore o contro, ma è vergognoso che un partito politico tenti, con questi bassi strumenti, di accreditarsi come il nuovo partito dei cattolici. A chi ha scritto il documento chiedo qui, in attesa di farlo di persona, se non dà fastidio questo tentativo di strumentalizzazione. Se si scrive che il rischio delle manifestazioni di piazza è quello di essere monopolizzate da qualche ideologia, bisogna avere anche il coraggio di rifiutare ogni appoggio che non sia limpido e retto in coscienza, per evitare proprio quelle strumentalizzazioni che si condannano. Maurizio Toscani / 2,
esponente politico della Margherita (via e-mail)
- 23 marzo 2003-
L'ho letta e ho apprezzato il loro impegno, segno che a Casalmaggiore
vi sono intelligenze e persone disposte al confronto. Credo tuttavia che
abbiano sbagliato i tempi, quelle parole dette nel pesante contesto che
ha preceduto la guerra si prestano a strumentalizzazioni.
Luciano Toscani
sindaco di Casalmaggiore
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