LA VITTORIA
Una mamma scrive dopo aver letto sullo scorso numero di Ritrovarci, l'articolo
di don Davide intitolato "La resa".
Nel leggere l'articolo di Don Davide "La resa" ho sentito l'esigenza
di far sentire la voce di tanti bravi genitori. Lo "spaccato"
di vita giovanile, l'agghiacciante fotografia che il Don ci ha messo sotto
il naso, non accusa solo i giovani "leoni" della notte, accusa,
soprattutto, i loro genitori che non sanno più dire di no a niente,
che per paura d'essere "meno" dell'altro, dicono continuamente
di sì a qualsiasi richiesta. Si mettono sempre dalla parte del
figlio perché è più facile "coprirlo" che
insegnargli ad affrontare le difficoltà che, inevitabilmente, ogni
giorno si presentano.
"Bambini piccoli problemi piccoli, bambini grandi problemi grandi":
questo ho sempre sentito dire dagli anziani, ma ogni cosa a suo tempo
Far superare gradatamente le difficoltà insegna a diventare autonomi,
insegna a diventare grandi
Diventare grandi senza aver provato direttamente qualche sconfitta o sempre
con la rete di sicurezza rende estremamente fragili e, alla prima difficoltà
si cerca la via più facile per non affrontarla o per dimenticarla;
se bevo o mi drogo è perché sono un debole, la colpa non
è solo mia, ma anche di chi non mi ha mai detto di no che non mi
ha insegnato quanto utili siano i freni.
Dicevo che desidero far sentire la voce di quei genitori che faticano
tanto ad indicare la retta via ai propri figli, che "perdono"
tempo e anziché sostituirsi a loro lasciano che questi facciano
le proprie esperienze e conquistino di giorno in giorno maggior autonomia.
Genitori sempre vigili che già strafanno nel fornire il proprio
esempio: come posso pretendere che mio figlio non dica parolacce se sono
io la prima ad usare solo ed esclusivamente questo vocabolario??? Ed è
qui il punto, ma siamo sicuri che tutti si indignino a sapere come passano
le notti gli adolescenti??? Siamo proprio sicuri che tutti i genitori
pensino che sia un male drogarsi, bere, non andare bene a scuola??? Io
penso che la maggior parte sia convinta che vada bene così: un
comportamento diverso potrebbe far pensare che il ragazzo è uno
"sfigato da oratorio", figlio di ancor piu' sfortunati "genitori
bigotti" che credono che vivere sotto le campane li aiuti a conquistarsi
un posto in Paradiso, perché "poverini" hanno paura di
morire
Io e mio marito facciamo parte dei genitori "sfigati". Ma io
credo in quello che ho detto e me ne vanto; abbiamo fatto tanta fatica,
il Signore ci perdoni, ma oggi raccogliamo già ottimi frutti. Altri
genitori la pensano come noi e si comportano di conseguenza, ma siamo
sempre di meno e sui nostri figli, bravi ragazzi, i riflettori non puntano
mai, nemmeno quando si lamentano, con chi di dovere, perchè fanno
fatica a seguire le lezioni "dal casino che fanno gli altri",
addirittura qualcuno soffre di mal di testa perché il rumore delle
urla e degli schiamazzi è davvero intollerabile (a proposito l'ASL
non dovrebbe tutelare la salute nei luoghi di lavoro???). Proprio ieri
mio figlio quindicenne faceva questa considerazione (mi si sono drizzati
i capelli in testa!): "sai mamma, è dalle elementari che a
scuola vengono esperti ad informarci sui pericoli della vita, ma io non
capisco
personalmente dopo i loro discorsi ho quasi voglia di provare".
Io, stupita: "Cosa stai dicendo?!" Lui continua e la frase chiave
è: "
ma sì è la CANNA NON FA MALE, NON
FA DANNI, TI FA SENTIRE SOLO UN PO' PIU' EUFORICO, mentre l'alcool sì
è pericoloso, fa danni al fegato e al cervello, ragazzi non dovete
bere, ma se anche fumate in fondo non è così grave
".
Io sono morta!!!
e pensare che i nostri figli passano la maggior
parte del loro tempo in compagnia di chi, noi ingenui genitori, pensiamo
educatori
Forse le cose non sono state dette proprio in questi termini,
ma il messaggio che è passato dopo anni di lavaggio del cervello,
almeno per mio figlio, purtroppo è questo
Ritorniamo a noi e a come nessuno si preoccupi di come possano sentirsi
i bravi ragazzi nel vedere per le vie cittadine loro coetanei che, già
ubriachi in prima serata, vomitano contro un muro dove un attimo prima
un giovanissimo "incontinente" ha fatto la pipì
no, non vado oltre, non perché non abbia gli argomenti, ma perché
la mia educazione mi ferma
"La vittoria" allora! Alla "Resa" rispondo: "La
vittoria". Perché "La vittoria"? perché sono
sicura che i bravi ragazzi "sfigati da oratorio", figli di "degni"
genitori che tanto si sono impegnati, continueranno ad essere bravi ragazzi
vincendo con il loro comportamento e conduzione di vita la battaglia più
importante, quella che ogni giorno si deve combattere con la propria coscienza.
Una mamma con suo marito che approva
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