"LA RESA/2"
A proposito di piccoli polli e grandi pulcini, di interminabili primavere e di beccate non date.
da "Ritrovarci": anno XXX - numero 2 - marzo 2006

Don Davide

LA RESA/2
A proposito di piccoli polli e grandi pulcini, di interminabili primavere e di beccate non date.

Per completezza c'è una specie di appendice con la quale si vorrebbe concludere il discorso fatto la volta scorsa riguardo alla resa dei genitori. Un'appendice che fa riferimento a chi ha ancora in casa figli diventati ormai grandi.
Parlando del tempo atmosferico si sente dire: "Non ci sono più le mezze stagioni! Qui si passa immediatamente dall'inverno all'estate!". Dove, invece, resiste e prospera una mezza stagione interminabile è l'arco della vita umana. Questa mezza stagione, questa eterna primavera si chiama adolescenza.
Non ci occupiamo in queste righe del quando cominci e dei motivi culturali più che fisiologici e naturali che l'hanno determinata; ci preoccupiamo, invece, di quando finisca per quei ragazzi che ormai hanno concluso i loro studio, che ormai hanno un lavoro e magari pure una fidanzata ma che pare non ne vogliono sapere di uscire di casa e di sposarsi.
Tante sono le situazioni e i casi della vita ma l'impressione che non siano pochi coloro che ormai pronti per affrontare da soli la vita, continuano a indugiare nel nido materno.
Si determina per loro una situazione estremamente favorevole: lavorano, hanno soldi, auto, amici e nessun legame particolarmente vincolante. Vivono da adolescenti un po' cresciuti: fine settimana da leoni (parlare con i datori di lavoro), ferie di tutto rispetto (magari fino a Cuba o in Thailandia, …). Trovano in casa tutto fatto: vitto, alloggio, lavanderia. Non hanno orari da rispettare (sono maggiorenni) oppure permessi da chiedere e ottenere. Una vita insomma da adolescenti con tutti i diritti di un adulto.
Ora: perché si tratta di una resa/2? La chioccia ad un certo punto, quando i pulcini sono cresciuti a sufficienza, dà loro certe beccate che i malcapitati capiscono al volo che la musica è cambiata, che non sono più grandi pulcini ma che sono ormai piccoli polli. E tra un grande pulcino e un piccolo pollo c'è una grossissima differenza. Il primo è coccolato, difeso e protetto; il secondo deve cavarsela da sé e disporsi pian piano a difendere e proteggere.
Costerà sacrificio alla chioccia, non ne dubito. Ma guai se non lo facesse. Allo stesso modo, in certi casi, per il loro bene occorre tornare ad essere chiari nelle nostre case con i piccoli polli che vogliono continuare ad essere trattati da grandi pulcini tutto-diritti-e-niente-doveri.
Intendiamoci: non è un obbligo lasciare il tetto di casa propria. Ma è d'obbligo crescere e chi, ormai adulto, è rimasto in famiglia, ad essa è chiamato a rapportarsi da adulto. A partecipare nelle varie attività, bilancio economico compreso. Ad attenersi a orari, tempi, stili di vita che non stravolgano un andamento consolidato da due e a volte tre decenni di convivenza.
Questa l'appendice allora: viene l'ora, non rimandabile, in cui invece di arrendersi va combattuta l'ultima battaglia educativa. Anche a beccate va fatto capire ai signori pulcini che la primavera è finita e che è ora di iniziare la splendida stagione dell'estate della vita. Questo per evitare loro un pericolo mortale: quello di passare direttamente dall'interminabile primavera alla decadenza autunnale.

Don Davide


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