LA RESA/2
A proposito di piccoli polli e grandi pulcini, di interminabili primavere
e di beccate non date.
Per completezza c'è una specie di appendice con la quale si vorrebbe
concludere il discorso fatto la volta scorsa riguardo alla resa dei genitori.
Un'appendice che fa riferimento a chi ha ancora in casa figli diventati
ormai grandi.
Parlando del tempo atmosferico si sente dire: "Non ci sono più
le mezze stagioni! Qui si passa immediatamente dall'inverno all'estate!".
Dove, invece, resiste e prospera una mezza stagione interminabile è
l'arco della vita umana. Questa mezza stagione, questa eterna primavera
si chiama adolescenza.
Non ci occupiamo in queste righe del quando cominci e dei motivi culturali
più che fisiologici e naturali che l'hanno determinata; ci preoccupiamo,
invece, di quando finisca per quei ragazzi che ormai hanno concluso i
loro studio, che ormai hanno un lavoro e magari pure una fidanzata ma
che pare non ne vogliono sapere di uscire di casa e di sposarsi.
Tante sono le situazioni e i casi della vita ma l'impressione che non
siano pochi coloro che ormai pronti per affrontare da soli la vita, continuano
a indugiare nel nido materno.
Si determina per loro una situazione estremamente favorevole: lavorano,
hanno soldi, auto, amici e nessun legame particolarmente vincolante. Vivono
da adolescenti un po' cresciuti: fine settimana da leoni (parlare con
i datori di lavoro), ferie di tutto rispetto (magari fino a Cuba o in
Thailandia,
). Trovano in casa tutto fatto: vitto, alloggio, lavanderia.
Non hanno orari da rispettare (sono maggiorenni) oppure permessi da chiedere
e ottenere. Una vita insomma da adolescenti con tutti i diritti di un
adulto.
Ora: perché si tratta di una resa/2? La chioccia ad un certo punto,
quando i pulcini sono cresciuti a sufficienza, dà loro certe beccate
che i malcapitati capiscono al volo che la musica è cambiata, che
non sono più grandi pulcini ma che sono ormai piccoli polli. E
tra un grande pulcino e un piccolo pollo c'è una grossissima differenza.
Il primo è coccolato, difeso e protetto; il secondo deve cavarsela
da sé e disporsi pian piano a difendere e proteggere.
Costerà sacrificio alla chioccia, non ne dubito. Ma guai se non
lo facesse. Allo stesso modo, in certi casi, per il loro bene occorre
tornare ad essere chiari nelle nostre case con i piccoli polli che vogliono
continuare ad essere trattati da grandi pulcini tutto-diritti-e-niente-doveri.
Intendiamoci: non è un obbligo lasciare il tetto di casa propria.
Ma è d'obbligo crescere e chi, ormai adulto, è rimasto in
famiglia, ad essa è chiamato a rapportarsi da adulto. A partecipare
nelle varie attività, bilancio economico compreso. Ad attenersi
a orari, tempi, stili di vita che non stravolgano un andamento consolidato
da due e a volte tre decenni di convivenza.
Questa l'appendice allora: viene l'ora, non rimandabile, in cui invece
di arrendersi va combattuta l'ultima battaglia educativa. Anche a beccate
va fatto capire ai signori pulcini che la primavera è finita e
che è ora di iniziare la splendida stagione dell'estate della vita.
Questo per evitare loro un pericolo mortale: quello di passare direttamente
dall'interminabile primavera alla decadenza autunnale.
Don Davide
|