VI ANNUNCIAMO UNA GRANDE GIOIA
Ai musulmani e a tutti coloro che professano religioni diverse da quella
cristiana, presenti nel territorio della nostra parrocchia
Cari amici,
le strade della nostra città in queste settimane sono illuminate
a festa. Perché? Non soltanto per festeggiare la fine del vecchio
anno e linizio del nuovo, ma anche per festeggiare il Natale. Il
Natale è una data molto importante nel nostro calendario cristiano,
perché celebriamo la nascita di Gesù Cristo, che noi cristiani,
da venti secoli, confessiamo come il Figlio di Dio, anzi Dio stesso, partecipe
di quella natura divina che appartiene anche al Padre e allo Spirito Santo.
Il Figlio di Dio, prendendo la nostra stessa carne, ha dato un volto umano
a Dio, togliendo Dio da quel silenzio abissale e da quella trascendente
lontananza che rendono difficoltosa lesperienza religiosa. Gesù
ha profondamente illuminato il senso del nostro nascere, del nostro vivere,
del nostro amare, del nostro soffrire, del nostro gioire. Morendo sulla
croce, Gesù è entrato nella nostra stessa morte, illuminando
per sempre il buio della morte mediante la risurrezione. In Gesù,
Dio ha dato una risposta straordinaria alle esigenze più profonde
della nostra ragione e al bisogno che è innato nel cuore di ogni
persona: di un amore e di una misericordia senza confini, di una verità
senza inganni, di una bellezza senza ombre, di una comunione con Lui e
fra noi senza fine.
Il patrimonio del Cristianesimo, che ha contribuito alla nascita e allo
sviluppo di gran parte della nostra civiltà occidentale, è
documentato anche nellarte, nella letteratura, nel diritto, nei
tanti segni che hanno lasciato una traccia profonda nella nostra storia
e che voi stessi incontrate quando vi guardate attorno: le chiese, le
cappelle, le vie e tanti nostri paesi portano i nomi dei santi cristiani.
La vicenda di Gesù è stata ritenuta così importante
e significativa per la storia dellumanità, che anche il calendario
ne è rimasto segnato: nei Paesi a tradizione cristiana gli anni
della storia umana vengono contati a partire da Cristo e il tempo viene
scandito in due grandi momenti, prima di Cristo e dopo Cristo.
In questi giorni troverete nelle case di tanti amici italiani, oltre che
in tutte le nostre chiese, il Presepio, che ripresenta lavvenimento
del Natale secondo una tradizione che risale a San Francesco dAssisi
e che ci mostra la bellezza e lo stupore di un Dio che nasce e cresce
dentro al calore di una famiglia umana, come ogni altro uomo.
Questa è la nostra fede, che vogliamo testimoniare anche a voi:
affinché, conoscendola, possiate comprendere tanta parte della
nostra storia, delle nostre tradizioni, della nostra cultura, della nostra
stessa civiltà. Stiamo vivendo una fase nuova. Tante persone, provenienti
da mondi, culture e religioni diverse, sono approdate nelle nostre terre,
per vivere una vita forse più fortunata. Dobbiamo imparare a convivere,
per consegnare alle future generazioni una comunità umana in cui
la libertà di coscienza e di religione non deve alimentare inimicizie
e violenze, ma creare occasioni di incontro e di dialogo in cui le differenze
nel rispetto delle norme e delle leggi che governano la società
civile possono diventare una risorsa per tutti.
La cordiale accoglienza che avete ricevuto nelle nostre terre è
un segno di quello spirito umanitario del popolo italiano che deriva anche
da una lunga e consolidata educazione e tradizione cristiana, che ha suscitato
tante istituzioni di accoglienza e di carità, che capillarmente
e quotidianamente cercano di venire incontro ai bisogni più immediati
delle persone, a qualunque etnia appartengano.
Il rispetto che si deve ad ogni religione ad ogni credente, alle
persone che la rappresentano, ai contenuti di fede - è fonte di
convivenza pacifica e serena. Tale rispetto, oltre che riconoscere i valori
comuni fra le religioni, è chiamato anche a prendere atto delle
differenze. Cè anche un impegno comune per le religioni,
messo in risalto da Papa Benedetto XVI nel suo viaggio in Germania: la
vera minaccia oggi sta nel disprezzo di Dio e nel cinismo
che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà.
Leclisse e lemarginazione di Dio, il secolarismo e il consumismo,
il relativismo morale, il disprezzo della vita: questi sono i rischi della
odierna cultura occidentale a cui tutte le religioni, presenti nel mondo
occidentale, devono far fronte. Lorientamento attuale degli europei
ad oscurare le radici cristiane della propria storia potrebbe anche generare
nei musulmani, negli ebrei e nei credenti di altre religioni un interrogativo
tuttaltro che astratto: come possono gli europei rispettare la mia
identità, se sono incapaci di rispettare la propria? Come ha scritto
Khaled Fouad Allam: LEuropa è debitrice verso il cristianesimo:
perché, che lo voglia o no, esso le ha dato forma, significato
e valori. Rifiutare tutto ciò, significa, per lEuropa, negare
se stessa (cf. larticolo Io, musulmano, nellEuropa cristiana,
in Repubblica, 23 settembre 2003).
Da qui il senso del nostro messaggio. La fede, qualunque fede, se viene
abbracciata e vissuta con convinzione, diventa un tesoro prezioso: da
annunciare a tutti, nel pieno rispetto della libertà di coscienza
di ciascuno. Per noi cristiani, lincontro con il Signore Gesù
Cristo rimane il dono più significativo e più bello, insieme
a quello della nostra vita. Come non comunicare a chiunque incontriamo
la notizia di una vita nuova e bella, di un senso al vivere e al morire
che abbiamo ricevuto da Dio attraverso Gesù? Se non lo facessimo,
vorrebbe dire che non abbiamo una sufficiente stima della nostra fede
e del suo valore per tutti gli uomini. Come scrive il nostro Vescovo nelle
Linee Pastorali di questanno, riferendosi al IX cententario della
nostra Cattedrale di Cremona le memorie delle glorie passate ci
obbligano ad interrogarci sulla nostra fede per ritrovare il senso e il
gusto di appartenere alla Chiesa, con limpegno di essere pietre
vive nelledificio spirituale della Chiesa oggi. La predicazione
cristiana è iniziata col cristianesimo stesso e abbraccia tutta
la storia cristiana, in obbedienza allinvito di Gesù che
ha detto ai discepoli: Andate e predicate a tutte le genti, battezzandole
nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro
ad osservare tutto ciò che vi ho comandato (Mt 28, 19-20).
Da allora, tanti missionari hanno percorso le strade del nostro mondo
per annunciare a tutti lo sconfinato amore di Dio e la sua volontà
di salvare ogni persona. Certo, come ha ricordato papa Benedetto XVI nel
suo viaggio in Germania, la nostra fede non la imponiamo a nessuno.
Un simile genere di proselitismo è contrario al cristianesimo.
La fede può svilupparsi soltanto nella libertà. Ma
ogni persona ha il diritto di conoscere e di incontrare Gesù Cristo:
e ciò spinge i cristiani alla testimonianza e alla missione, anche
oggi, perché è unopportunità da offrire a tutti,
senza alcuna imposizione.
Per questo, cordialmente e fraternamente, rivolgiamo a tutti voi, a nome
della nostra comunità cristiana, laugurio di Buon Natale,
con le parole dellangelo ai pastori di Betlemme: Vi annuncio
una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è
nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo
Signore (Vangelo secondo Luca, 2, 10).
Don Alberto Franzini
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