Vacanze a Tropea
Un gruppo di ragazzi dellOratorio partono alla scoperta delle Terre
del Sud
31 luglio 2006: è mezzanotte. Davanti al Duomo di Casalmaggiore
un chiassoso gruppo di ragazzi rallegra le afose notti casalasche: siamo
proprio noi! Ragazzi, famiglie, Don: una cinquantina di impavidi avventurieri
si stanno preparando ad un lungo ed interminabile viaggio.
Si caricano le valige e ci si affretta ad occupare i posti sul pullman
con borse, borsette e giornali, nella speranza di trovare un angolino
adatto a dormire. Qualcuno si è preso da casa cuscini e coperta,
altri si arrangiano chiedendo in prestito la spalla del vicino di poltrona;
ma ecco il rombo del motore! Finalmente si parte.
Cè chi comincia a tirar fuori dagli zaini lettori Mp3, walkman,
radioline e merendine, come se fossero la formula magica per conciliare
il sonno! Ma la notte passa inevitabilmente in bianco.
Il sole inizia a sorgere e chilometro dopo chilometro, autogrill dopo
autogrill (i famosissimi pipì-stop) e solo verso mezzogiorno riusciamo
a scorgere il mare: un blu profondo che si confonde con il cielo sembra
volerci coccolare dopo quasi dodici ore di insonnia. Ancora due ore e
saremo a Tropea.
Il primo giorno è stato forse il più bello di tutta la vacanza,
perchè ha saputo accendere la scintilla che ha dato vita al grande
fuoco dellamicizia. Sono stati quindici giorni intensi, allinsegna
delle gite, delle partite a carte, degli scherzi e dei giochi; ci sono
stati i bagni, i tuffi e le risate, ma cera anche chi faceva apparire
il sorriso sulle labbra di chi era triste; cera il più forte
che aiutava lo scricciolo del gruppo; cera la voglia
di stare insieme nonostante la differenza di età e di interessi;
si è venuto così a creare un gruppo di persone sicuramente
diverse tra di loro, ma unite dallo stesso spirito oratoriano.
Sto sfogliando adesso lalbum delle fotografie
quanti bei momenti
passati insieme! Ecco, questo è il primo giorno: i grandoni
stanno facendo una piramide umana sulla spiaggia e
qui unonda
li fa cadere! Che risate! Un paio di piedi sbucano dallacqua
di chi possono essere? Ma cambiamo immagine
ecco i giorni successivi!
In questa cè il gruppo di coloro che tentano di andare alle
Eolie! Dico così perchè ci siamo riusciti solo al secondo
tentativo
Ecco la fotografia che mostra i cavalloni che non ci hanno
permesso di navigare! In questa foto cè il gruppo un po
ristretto che ha tentato il secondo round: veri e propri temerari che
hanno voluto assaporare la bellezze delle tanto sognate Isole siciliane...
e questo è lo scatto che ci ritrae alla partenza! Poi segue un
reportage di Stromboli, Vulcano e Lipari, il tutto termina, purtroppo,
con limmagine che vede noi lupi di mare un po stravolti dopo
aver navigato per tutta la giornata ed in procinto di salire sul pullman
per tornare alle rispettive stanze. Altro ricordo è una gara dei
tuffi in cui i ragazzi più spericolati si dilettano in acrobatiche
capriole nella piscina della casa ed una sfida storica a briscola in cinque:
la penitenza per chi perde? Essere truccato dagli altri giocatori! Che
ridere quando la proprietaria dei trucchi si è rifiutata di dare
allo sfortunato lacetone per togliere lo smalto
Ha dovuto
usare il coltellino svizzero!
Ma questa vacanza non aveva come unico scopo quello di far divertire noi
ragazzi, ma anche di riuscire a farci capire, attraverso momenti di preghiera
e di raccoglimento, che bisognava rendere grazie a Dio per avere avuto
la possibilità di fare nuove amicizie e di aver potuto partecipare
ad una così bella vacanza tutti insieme, grandi e piccini.
Durante questo breve periodo mi sono accorta che ognuno di noi era unico
ed insostituibile e che tutti assieme formavamo una squadra forte e senza
eguali, nata da unamicizia basata su questa comune esperienza e
sullo stesso spirito cristiano.
Devo ringraziare don Davide e don Claudio che ci hanno permesso di prendere
parte ad una così coinvolgente iniziativa, sia da parte di tutte
le famiglie che dalla nostra: grazie per averci fatto passare una così
incantevole vacanza, allinsegna dellamicizia, del divertimento,
e delle risate!
Tosi Elena
DIDA: 8 agosto 2006 - Tropea (VV) - La meravigliosa cornice dell'arcipelago
delle Isole Eolia e una giornata dalla luce intensa e dall'aria tersa
hanno destato nei partecipanti all'escursione lo stupore per il creato
e per il Dio che "ha fatto bene ogni cosa". Sullo sfondo l'impressionate
frana della sciara dell'Isola vulcanica di Stromboli
Anche in Calabria abbiamo scoperto l'Europa
Era un pomeriggio nuvoloso e dal tempo incerto, quando, lasciando la splendida
costa di Capo Vaticano, il pullman si arrampicava per quasi 2 ore sull'appennino
calabro alla ricerca di Serra San Bruno, una bella cittadina che deve
il proprio nome alla Certosa, primo convento Certosino in Italia e il
secondo di tutto l'Ordine.
Si tratta di un vasto complesso fondato tra il 1090 e il 1101 da Brunone
(San Bruno) di Colonia, fondatore dell'Ordine e della Grande Chartreuse
vicino a Grenoble.
Di questo grande santo, il nostro oratorio sta seguendo, quasi inconsapevolmente
le orme. Egli è, infatti, nato in Germania, e precisamente in quella
Colonia dove i nostri ragazzi si sono recati lo scorso anno per la Giornata
Mondiale della Gioventù. Educato in Francia, dove divenne insegnante
di teologia, aspirando alla vita solitaria si ritirò a Chartreuse,
dove ebbe inizio l'Ordine detto appunto certosino.
Chiamato a Roma come proprio consigliere da papa Urbano II (a suo tempo
uno dei suoi allievi), Bruno non resiste nella capitale che pochi mesi,
ed eccolo presto in Calabria fondare un nuovo eremo, dove resterà
per tutto il resto della vita.
Oggi nella Certosa vivono pochi frati, e non pochi ragazzi hanno mugugnato
quando hanno scoperto che nella Certosa assolutamente vietato è
l'accesso e non è visitabile nemmeno l'imponente Biblioteca presente
all'interno.
Si entra solo nello splendido Museo della Certosa che ha il potere di
immergere nella vita essenziale e santa di questo ordine.
E' veramente impressionante l'ottusità della cultura europea oggi
dominante nell'escludere il cristianesimo dal racconto delle proprie radici.
Perfino i ragazzi di un oratorio qualsiasi della bassa padana, nel loro
girovagare per il vecchio continente non hanno potuto non notare, in questi
ultimi anni, come l'Europa sarebbe già compiuta se solo avesse
il coraggio di riconoscersi culturalmente cristiana. San Bruno ne è
uno dei tanti artefici.
|