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"Vacanze a Tropea"
Un gruppo di ragazzi dell’Oratorio partono alla scoperta delle Terre del Sud - Anche in Calabria abbiamo scoperto l'Europa
da "Ritrovarci": anno XXIX - numero 4 - ottobre 2006

di Tosi Elena

Vacanze a Tropea
Un gruppo di ragazzi dell’Oratorio partono alla scoperta delle Terre del Sud

31 luglio 2006: è mezzanotte. Davanti al Duomo di Casalmaggiore un chiassoso gruppo di ragazzi rallegra le afose notti casalasche: siamo proprio noi! Ragazzi, famiglie, Don: una cinquantina di impavidi avventurieri si stanno preparando ad un lungo ed interminabile viaggio.
Si caricano le valige e ci si affretta ad occupare i posti sul pullman con borse, borsette e giornali, nella speranza di trovare un angolino adatto a dormire. Qualcuno si è preso da casa cuscini e coperta, altri si arrangiano chiedendo in prestito la spalla del vicino di poltrona; ma ecco il rombo del motore! Finalmente si parte.
C’è chi comincia a tirar fuori dagli zaini lettori Mp3, walkman, radioline e merendine, come se fossero la formula magica per conciliare il sonno! Ma la notte passa inevitabilmente in bianco.
Il sole inizia a sorgere e chilometro dopo chilometro, autogrill dopo autogrill (i famosissimi pipì-stop) e solo verso mezzogiorno riusciamo a scorgere il mare: un blu profondo che si confonde con il cielo sembra volerci coccolare dopo quasi dodici ore di insonnia. Ancora due ore e saremo a Tropea.
Il primo giorno è stato forse il più bello di tutta la vacanza, perchè ha saputo accendere la scintilla che ha dato vita al grande fuoco dell’amicizia. Sono stati quindici giorni intensi, all’insegna delle gite, delle partite a carte, degli scherzi e dei giochi; ci sono stati i bagni, i tuffi e le risate, ma c’era anche chi faceva apparire il sorriso sulle labbra di chi era triste; c’era il più forte che aiutava lo “scricciolo” del gruppo; c’era la voglia di stare insieme nonostante la differenza di età e di interessi; si è venuto così a creare un gruppo di persone sicuramente diverse tra di loro, ma unite dallo stesso spirito oratoriano.
Sto sfogliando adesso l’album delle fotografie… quanti bei momenti passati insieme! Ecco, questo è il primo giorno: i “grandoni” stanno facendo una piramide umana sulla spiaggia e… qui un’onda li fa cadere! Che risate! Un paio di piedi sbucano dall’acqua… di chi possono essere? Ma cambiamo immagine… ecco i giorni successivi! In questa c’è il gruppo di coloro che tentano di andare alle Eolie! Dico così perchè ci siamo riusciti solo al secondo tentativo… Ecco la fotografia che mostra i cavalloni che non ci hanno permesso di navigare! In questa foto c’è il gruppo un po’ ristretto che ha tentato il secondo round: veri e propri temerari che hanno voluto assaporare la bellezze delle tanto sognate Isole siciliane... e questo è lo scatto che ci ritrae alla partenza! Poi segue un reportage di Stromboli, Vulcano e Lipari, il tutto termina, purtroppo, con l’immagine che vede noi lupi di mare un po’ stravolti dopo aver navigato per tutta la giornata ed in procinto di salire sul pullman per tornare alle rispettive stanze. Altro ricordo è una gara dei tuffi in cui i ragazzi più spericolati si dilettano in acrobatiche capriole nella piscina della casa ed una sfida storica a briscola in cinque: la penitenza per chi perde? Essere truccato dagli altri giocatori! Che ridere quando la proprietaria dei trucchi si è rifiutata di dare allo sfortunato l’acetone per togliere lo smalto… Ha dovuto usare il coltellino svizzero!
Ma questa vacanza non aveva come unico scopo quello di far divertire noi ragazzi, ma anche di riuscire a farci capire, attraverso momenti di preghiera e di raccoglimento, che bisognava rendere grazie a Dio per avere avuto la possibilità di fare nuove amicizie e di aver potuto partecipare ad una così bella vacanza tutti insieme, grandi e piccini.
Durante questo breve periodo mi sono accorta che ognuno di noi era unico ed insostituibile e che tutti assieme formavamo una squadra forte e senza eguali, nata da un’amicizia basata su questa comune esperienza e sullo stesso spirito cristiano.
Devo ringraziare don Davide e don Claudio che ci hanno permesso di prendere parte ad una così coinvolgente iniziativa, sia da parte di tutte le famiglie che dalla nostra: grazie per averci fatto passare una così incantevole vacanza, all’insegna dell’amicizia, del divertimento, e delle risate!


Tosi Elena


DIDA: 8 agosto 2006 - Tropea (VV) - La meravigliosa cornice dell'arcipelago delle Isole Eolia e una giornata dalla luce intensa e dall'aria tersa hanno destato nei partecipanti all'escursione lo stupore per il creato e per il Dio che "ha fatto bene ogni cosa". Sullo sfondo l'impressionate frana della sciara dell'Isola vulcanica di Stromboli


Anche in Calabria abbiamo scoperto l'Europa
Era un pomeriggio nuvoloso e dal tempo incerto, quando, lasciando la splendida costa di Capo Vaticano, il pullman si arrampicava per quasi 2 ore sull'appennino calabro alla ricerca di Serra San Bruno, una bella cittadina che deve il proprio nome alla Certosa, primo convento Certosino in Italia e il secondo di tutto l'Ordine.
Si tratta di un vasto complesso fondato tra il 1090 e il 1101 da Brunone (San Bruno) di Colonia, fondatore dell'Ordine e della Grande Chartreuse vicino a Grenoble.
Di questo grande santo, il nostro oratorio sta seguendo, quasi inconsapevolmente le orme. Egli è, infatti, nato in Germania, e precisamente in quella Colonia dove i nostri ragazzi si sono recati lo scorso anno per la Giornata Mondiale della Gioventù. Educato in Francia, dove divenne insegnante di teologia, aspirando alla vita solitaria si ritirò a Chartreuse, dove ebbe inizio l'Ordine detto appunto certosino.
Chiamato a Roma come proprio consigliere da papa Urbano II (a suo tempo uno dei suoi allievi), Bruno non resiste nella capitale che pochi mesi, ed eccolo presto in Calabria fondare un nuovo eremo, dove resterà per tutto il resto della vita.
Oggi nella Certosa vivono pochi frati, e non pochi ragazzi hanno mugugnato quando hanno scoperto che nella Certosa assolutamente vietato è l'accesso e non è visitabile nemmeno l'imponente Biblioteca presente all'interno.
Si entra solo nello splendido Museo della Certosa che ha il potere di immergere nella vita essenziale e santa di questo ordine.
E' veramente impressionante l'ottusità della cultura europea oggi dominante nell'escludere il cristianesimo dal racconto delle proprie radici. Perfino i ragazzi di un oratorio qualsiasi della bassa padana, nel loro girovagare per il vecchio continente non hanno potuto non notare, in questi ultimi anni, come l'Europa sarebbe già compiuta se solo avesse il coraggio di riconoscersi culturalmente cristiana. San Bruno ne è uno dei tanti artefici.


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