IL TEATRO MANZONI
Il predecessore mons. Chiodelli, aderendo alle nuove esigenze dei tempi,
aveva già messo a disposizione, nel 1914 circa, tre ampie sale
del suo palazzo per trasformarle in un modesto Teatro parrocchiale, destinato
soprattutto ad offrire alla gioventù un luogo di sano divertimento.
Mons. Marini ne divenne un convinto sostenitore, anzitutto dotandolo dellattrezzatura
per le proiezioni cinematografiche sonore e per garantire con frequenti
sovvenzioni la continuità degli spettacoli domenicali, spesso integrati
dalle prestazioni della giovane filodrammatica delloratorio.
LAbate era solito parteciparvi sempre, sia per concedersi un momento
di distensione dopo le fatiche pastorali del giorno festivo, sia per loccasione
di incontrare la sua gente, ed in particolare la gioventù ed i
più piccoli, per i quali conservava sempre nelle ampie tasche una
scorta di caramelle. Accanto al fedele don Cesare Sermide, lo si vedeva
sempre assiso in prima fila sulla sua poltrona che, specie negli ultimi
tempi, gli conciliava anche qualche pisolino ristoratore, complice il
buio della sala.
Lattività della filodrammatica dellOratorio fu particolarmente
vivace nel periodo 1935-1945, con spettacoli di successo, anche musicali,
riempiendo le panche e le sedie di legno della platea e della balconata
e consentendo alla gestione delloratorio provvidenziali incassi
perfino di duecento lire!
Nel periodo postbellico il Teatro parrocchiale ospitò per qualche
anno gli spettacoli della filodrammatica laica diretta da
Attillio Federici e da Francesco Manfredi, questultimo con le sue
ottime produzioni dialettali.
In questo teatro avevano iniziato la giovanile carriera di artisti dilettanti
figure ben note ai casalaschi, come Abele Zani o Giuseppe Toscani.
Col 1960 circa il teatro venne smantellato, per ospitare la sala giochi
delloratorio ivi trasferito.
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