"I RITI PONTIFICALI"
 
da "Ritrovarci": anno XXIX - numero speciale - aprile 2006

 

I RITI PONTIFICALI

Coll’erezione della Parrocchia di Santo Stefano in Abbaziale Mitrata, avvenuta nel 1795, l’abate aveva acquisito la facoltà di celebrare in alcune occasioni con il rito di competenza del Vescovi ed usando relative insegne. Poteva quindi utilizzare la cattedra, il pastorale, la mitria, la croce pettorale e seguire il cerimoniale vescovile. Quindi anche nel nostro duomo le celebrazioni assumevano una particolare solennità. Ricordiamo le messe pontificali celebrate per San Carlo, Santo Stefano, Pasqua e Corpus Domini: l’abate arrivava in duomo in corteo dalla casa abbaziale, col seguito dei due canonici, del clero locale e di qualche parrocchia vicina e del numeroso piccolo clero. Il presbiterio era adornato con i ricchi addobbi settecenteschi di broccato cremisi, già appartenenti alla chiesa dei francescani: il padiglione posteriore che scendeva dall’alto della volta e due grandi addobbi appesi alle cantorie. Sull’altare numerosi candelieri, fiori ed i reliquiari a forma di busti argentei.
Alla cattedra iniziava il lungo rito della vestizione degli abiti pontificali, accompagnato dal canto dell’Ora di Terza. Poi veniva celebrata la messa solenne, accompagnata dai canti della Schola; in quelle occasioni sedeva sempre all’organo il maestro Vincenzo Germani.
I fedeli, che assiepavano il duomo, allora erano a quei tempi ben più pazienti di quelli d’oggi ed assistevano composti ed attenti ad una celebrazione la cui durata si avvicinava alle due ore.
Nelle fotografia, sulla porta del Duomo dopo il pontificale, vediamo schierato il clero (da sinistra don Angelo Sacchi, un frate cappuccino, don Mario Brusa, Mons. Marini con mitra e pastorale, don Amedeo Rossi, don Luigi Barbisotti) ed il piccolo clero con tonaca, cotta, mantellina e tricorno.


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