LA (MANCATA) CASA DELLA GIOVENTU
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La situazione delle strutture destinate alla gioventù allinizio
del ministero di mons. Marini, era alquanto precaria.
LOratorio femminile non aveva una propria sede. La modesta attività
era ospitata presso gli Istituti religiosi (Asilo Chiozzi, Provvidenza).
Per loratorio maschile erano invece disponibili pochi locali, nella
parte delledificio a lato della chiesa di San Francesco rimasti
alla Parrocchia dopo la soppressione del convento: al piano superiore
labitazione del sacerdote; al piano terreno quattro stanze ed una
cappelletta, già cripta dellantica chiesa distrutta. Per
la ricreazione allaperto esisteva solo lo spazio cortilizio, nellarea
tuttora esistente fra ledificio e la strada. Ma allora i ragazzi
sapevano divertirsi ricercando occasioni di gioco anche nelle piccole
cose.
Nonostante lesiguità delle strutture, era frequentato abitualmente
da oltre un centinaio di ragazzi e di giovani, con unintensa attività
sia catechistica che dellAssociazione giovanile di Azione Cattolica,
attiva già dal 1914 come Circolo Cattolico Alessandro Manzoni.
La fotografia qui pubblicata, risalente allanno 1942 circa, rappresenta
il gruppo di ragazzi e giovani frequentanti gli oratori maschile e femminile
dopo una particolare funzione religiosa. Accanto allabate, al canonico
don Cesare Sermide ed ai vicari don Felice Milani, don Guido Gobbi Frattini
si possono contare nella fotografia duecentosessantasei oratoriani.
Dopo la fine del periodo bellico si presentava impellente la necessità
di un radicale intervento. Tuttavia la parrocchia non possedeva risorse
nemmeno sufficienti per la gestione ordinaria, alla quale labate
già contribuiva con i redditi personali del proprio beneficio,
allora dotato di un buon patrimonio (risorsa questa ora non più
disponibile perché da anni confluita nellIstituto diocesano
per il sostentamento del clero).
Monsignor Marini acconsentì a mettere a disposizione una parte
del proprio beneficio per acquisire edifici ed aree limitrofe alloratorio,
assumendo inoltre lonere del finanziamento dei lavori necessari.
Fu impostato un piano a lungo termine per realizzare una Casa della Gioventù,
in unottica interparrocchiale, non solo per gli oratori maschile
e femminile, ma anche per le altre attività parrocchiali. Il disegno
era ancor più valido perché era già assicurata dal
lascito Vallari la possibilità di aprire al culto entro tempi certi
anche la chiesa di S. Francesco.
Venne pertanto acquisito nel 1947 lintero fabbricato già
posseduto solo parzialmente, con lampia area retrostante da destinare
alle attività ricreative, nonché un altro fabbricato adiacente,
mediante la cessione in permuta di un centinaio di pertiche di ottimo
terreno agricolo. Entro il 1948 era già ultimato il primo lotto
di lavori di ristrutturazione, finanziati da un anticipazione concessa
dalla Diocesi e da estinguersi a carico del beneficio abbaziale. Il nuovo
oratorio maschile comprendeva, oltre ad un dignitoso appartamento per
il sacerdote, una decina di locali ed un campo di gioco di circa cinquemila
metri quadrati.
Dopo un necessario periodo di sosta per ammortizzare il debito assunto,
era prevista la ripresa dei lavori per completare gradualmente lopera
programmata.
Ma la morte di mons. Marini determinò ben presto labbandono
del piano originale. Il successore mons. Brioni ritenne opportuno destinare
agli oratori parte del palazzo abbaziale, eliminando il teatro. Nelledificio
di San Francesco venne nel 1962 trasferito il Collegio don Bosco, nel
frattempo divenuto vescovile.
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