GLI ANNI VERDI DI DON TEMISTOCLE MARINI
EDUCATORE DI GIOVANI PRETI
"Apertamente sento la nostalgia, non del mio Soncino, non vi ho
più attaccato il cuore; ma la nostalgia della mamma, di stare nella
mia cameretta, nostalgia di solitudine e di silenzio". Cosi scriveva
il giovane don Temistocle Marini, il 13 ottobre 1906, nel suo Diario,
a Nigoline (Brescia). Era giunto nell'incantevole paesaggio della Franciacorta
da appena nove giorni, come secondo segretario del vescovo Geremia Bonomelli,
per le vacanze autunnali, e confidava: "Sono stanco e un po
triste". Sempre pensando alla mamma ammalata di depressione.
Temistocle Marini era nato a Soncino (Cremona) il 6 gennaio 1878; entrato
in seminario e vestito 1'abito clericale il 6 novembre 1891; ordinato
sacerdote il 24 maggio 1902. I suoi anni giovanili, dunque, li aveva vissuti
nel nuovo seminario di via Milano, inaugurato da Bonomelli il 26 novembre
1887.
È il decennio di maggior fulgore, sostenuto dal nuovo rettore mons.
Angelo Bonaiti, giovane e ardente, con la collaborazione di un corpo professorale
distintissimo e di vicerettori di misura singolare. Da parte di tutti
si opera in modo che il seminario raggiunga vette insperate sia per il
numero degli alunni (313 nell'anno scolastico 1893-94), sia per il livello
della loro educazione culturale (ripetute sono le visite elogiative della
Santa Sede e del Ministero della P.I.).
Le sei camerate restavano
rigidamente divise perché
nulla interferisse a disturbare o turbare il sereno e ordinato svolgersi
della loro giornata: ciascuna camerata aveva un proprio cortile per il
gioco e un proprio dormitorio, dotato, addirittura, da una propria scala
del tutto indipendente".
Primo educatore era il vescovo Bonomelli che passava in seminario,
saltuariamente, parecchi mesi dell'anno. La sua presenza era per tutti
una scuola pratica di educazione sacerdotale. Tutti ricordano la famosa
predica delle due ali del chierico, la Pietà e la Scienza, ch'egli
ripeteva ogni principio d'anno, con applicazioni sempre nuove e geniali".
Così disse il vescovo Tranquillo Guarneri (Nel primo centenario
della nascita di mons .Geremia Bonomelli, Cremona, 1931) .
"Guarneri nominato rettore a 30 anni, dopo essere stato vicerettore
e direttore spirituale, è colui che più di tutti incarna
lo spirito bonomelliano ... .Guarneri rettore ha inaugurato 1'epoca della
clemenza ... . Sotto il rettorato di Guarneri il seminario di mons.Bonomelli
segna gli inni più fecondi e più belli della sua storia"
(Don A. Foglia).
Il prete novello don Temistocle Marini fu subito nominato vicerettore
e professore di lettere in seminario. "Molti sacerdoti lo ricordano
insegnante dalla intelligenza fervida e dalla volontà vivida; espositore
piano e arguto"(A.O.). Con colleghi molto ammirati dai giovani studenti,
come l'adolescente Primo Mazzolari che nel suo Diario ricorda esplicitamente
il professor don Angelo Berenzi.
Nominato direttore spirituale nel 1914, ha mantenuto l'incarico fino al
1921. Suo immediato predecessore era stato mons. Eugenio Chiodelli, promosso
alla chiesa abbaziale di S.Stefano in Casalmaggiore. "Il direttore
spirituale, unico in tutta la comunità (salva qualche rara eccezione),
veniva scelto da mons. Bonomelli tra i preti in ancor giovane età:
durava in carica una decina d'anni e poi veniva inviato in cura d'anime,
a reggere qualche importante o popolosa parrocchia".
Sette anni (1914-21) aspri e difficili, anzitutto per la prova del fuoco:
gli anni della prima guerra mondiale, con la conseguente chiamata di molti
alunni a vestire il grigioverde, con le terribili crisi morali di alcuni;
anni di parziale chiusura del seminario destinato ad accogliere i feriti
del fronte bellico. Ma soprattutto anni della morte del vescovo Bonomelli,
dell'ausiliare Antonio Padovani e delle prime esperienze cremonesi del
nuovo vescovo Giovanni Cazzani, destinato ad essere suo estimatore, nella
maturità e nella decadenza, a Casalmaggiore. Anni della duplice
nomina episcopale di Guarneri, intermezzata dalla sua malattia.
Nonostante questa prova, anni fertili, specialmente per le pubblicazioni
ascetiche: primo il manuale di pietà per i chierici: In oratione
ferventes (Fervidi nella preghiera) cui la fatto seguito Clama intus (Grida
interiormente), testo di meditazioni per sacerdoti, con grande successo
editoriale, assicurato non solo dalle ripetute ristampe, ma anche dai
contenuti, nei quali eccellono le preghiere personali e comunitarie, destinate
a commentare gli esercizi spirituali propri dei seminaristi; ma anche
il testo delle Regole annesse nella pagine finali.
Un'esperienza editoriale seguita, nei lunghi anni di abate a Casalmaggiore,
dai volumi di commento spirituale agli Oremus di tutto l'anno liturgico,
le domeniche, le feste dei cicli cristologico e mariologico. Uniniziativa
conclusa con la pubblicazione I Santi e le Sante per ogni giorno dell'anno
(edizioni Paoline, 4 volumi), ampiamente lodati da Settimana del clero
di Padova.
Tra le varie opere di mons. Marini, anche le poche pagine del Diario scritto
a Nigoline, dal 1906 al 1912, edite sotto il titolo unitario L'altro compagno
di vacanze, nel volume anastatico Nigoline e la Franciacorta: le piccole
patrie di mons. Geremia Bonomelli, nella collana Cattolici & Società
diretta da mons. Antonio Fappani, inesauribile storico della civiltà
bresciana.
Nel 1956 fummo invitati, due miei condiscepoli ed io, a preparare l'inizio
di ministero parrocchiale di mons. Luigi Brioni, successore di mons. Marini:
ebbimo allora la prova che nel terzo e quarto periodo della presenza in
seminario del vescovo Bonomelli e del giovane don Marini, vicerettore,
professore, direttore spirituale, è stata preparata, per la Chiesa
cremonese, la primavera vocazionale per il Novecento, perché sono
fiorite le prime esperienze pastorali dei futuri vescovi Padovani, Squintani
e Rota, e dei futuri monsignori Astori, Ravasi, Rosa, Stuani, ma, sopra
ogni altro, di don Primo Mazzolari. Una primavera di buon augurio.
Mons. Carlo Perdetti
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