Non molto tempo fa, un gruppo di famiglie di Casalmaggiore, spinti
dal desiderio di riscoprire e trasmettere ai propri figli la nostra tradizione
cristiana sotto laspetto educativo, ha proposto lidea distituire
una Scuola elementare dispirazione cattolica nella nostra cittadina.
Ma come, unaltra scuola a Casalmaggiore? Come è nata questa
idea? Cosa vuol dire dispirazione cattolica? Che differenza cè
da quella statale? Questi sono alcuni quesiti che potrebbero dimpatto
balenare nella mente del lettore, e, grazie allausilio di persone
qualificate, abbiamo cercato di approfondire largomento. La Sig.ra
Giovanna Gardinazzi, membro promotore dellAssociazione Giovanni
Paolo II (gruppo che ha dato vita allidea di una scuola elementare
cattolica), ci proverà a spiegare il come ed il perché dellIstituzione
di una Scuola paritaria a gestione privata a Casalmaggiore.
Sig.ra Gardinazzi, ci racconti brevemente la genesi di questo vostro
progetto di scuola elementare dispirazione cattolica a Casalmaggiore
Un gruppo di genitori, circa tre anni fa, proprio mentre i nostri
figli crescevano e affrontavano la scuola, ha incominciato a farsi implicitamente
questa domanda: La nostra tradizione cristiana, che ha educato ed
istruito intere generazioni, ha ancora qualcosa di buono da proporre oggi?.
Abbiamo cercato la risposta incontrando chi ha continuato ad educare seguendo
la tradizione cristiana. Abbiamo ascoltato le esperienze di scuole non
statali di Parma, Reggio Emilia, Milano, Crema e Cremona, abbiamo valutato
progetti educativi, intervistato genitori e dirigenti scolastici. La conclusione
è stata questa: Come sarebbe bello se anche a Casalmaggiore
ci fosse questa possibilità.
Abbiamo quindi iniziato seriamente a darci da fare, mentre i vari incontri
promossi in Parrocchia coinvolgevano attivamente altre famiglie. Il nome
scelto per la nostra associazione vuole essere un omaggio e anche un affidamento
alla figura del nostro amato Papa Giovanni Paolo II che tanto ha fatto
per promuovere la famiglia e leducazione dei giovani.
Quali aspetti delle scuole che avete esaminato hanno attirato maggiormente
la vostra attenzione?
Ascoltando le varie esperienze ci ha colpito in particolare lo stile
educativo e un progetto pedagogico preciso nel quale il ruolo delladulto,
forte della sua tradizione positiva, è il centro della relazione
educativa. Questo si concretizza, ad esempio, con limportanza data
allinsegnante unica nei primi anni di scuola. In queste scuole realmente
docenti, alunni e famiglie sono parte di un progetto educativo comune.
Alla famiglia è riconosciuto il ruolo educativo privilegiato e,
anche qualora ci siano problemi nelle gestione dei rapporti, la scuola
offre alla famiglia significativi momenti di confronto e aiuto. Questo
è possibile solo quando sono chiari gli scopi e i metodi delleducare,
perché la realtà non è unopinione ma un fatto
a cui attribuire un significato preciso. Accostandoci a queste diverse
scuole non statali si avverte immediatamente che lintero percorso
educativo è ben chiaro e definito.
Abbiamo scelto di attuare il progetto con la collaborazione della scuola
paritaria Sacra Famiglia di Cremona, perché oltre ad essere una
realtà già ben affermata e apprezzata, riteniamo possa realizzare
in modo completo e qualificato lintero percorso educativo.
La vostra proposta ha suscitato interesse, critiche, approvazioni, ma
anche molte polemiche. Lei cosa ne pensa?
Noi riteniamo che comunque il dibattito sia un fatto positivo: chiedersi
che cosa significa educare, istruire e crescere i giovani costringe a
porsi domande che sfidano ogni adulto, credente e non. Siamo molto sorpresi
del numero di persone e famiglie che si sono interessate e ci hanno manifestato
apprezzamento e incoraggiamento a continuare nel nostro progetto. Siamo
debitrici alle famiglie che ci hanno accordato la loro fiducia e questo
ci induce a proseguire con più impegno e determinazione, migliorando
ancora lofferta formativa.
Per quanto riguarda le polemiche, riteniamo di aver semplicemente avanzato
lealmente una proposta concreta, nel rispetto delle norme della nostra
legislazione, e avvalendoci pienamente di un nostro diritto. Credo che
molte polemiche cadranno quando avremo la possibilità di dimostrare
concretamente ciò che noi abbiamo giudicato essere una realtà
veramente positiva.
Non si poteva trascurare il parere sullargomento da chi, da due
legislature a questa parte, si occupa dellIstruzione nel Comune
di Casalmaggiore, il Consigliere con delega allIstruzione Calogero
Tascarella.
In qualità di Consigliere delegato allIstruzione ed insegnante,
come giudica la situazione educativa e scolastica del nostro territorio?
E vero che cè unemergenza educativa?
Non penso che ci sia unemergenza educativa e non condivido
assolutamente lespressione. Non è il caso di essere allarmisti.
La situazione è sicuramente quella di una scuola che in generale
ha subito dei cambiamenti ed unevoluzione che pian piano stiamo
assorbendo. Non siamo allanno zero, quindi parlare di emergenza
mi sembra eccessivo.
Da diversi anni lamministrazione sta portando avanti la costruzione
di una nuova scuola (che dovrebbe aprire i battenti nellanno scolastico
2006/2007), progetto che ha richiesto oneri e impegno da parte del Comune.
La vecchia scuola non era a norma ed era necessario ampliare gli spazi,
e allo stesso tempo aumentare lofferta formativa per gli alunni.
Ci sono operatori e molti insegnanti che stanno lavorando sodo per dei
progetti che abbiano una continuità anche in futuro.
Cosa pensa in generale delle scuole a gestione privata e in particolare
della proposta dellistituzione di una scuola elementare dispirazione
cattolica?
Sono pienamente a favore dellesistenza di scuole non statali.
La libertà educativa non solo è sancita dalla costituzione,
ma fa parte del diritto naturale del singolo. La nostra di Casalmaggiore
è una realtà piccola, ma io non ho preclusioni di alcun
tipo. La nascita di una scuola elementare dispirazione cattolica
non mi vede affatto contrario, anche se non ne vedo lesigenza. Stiamo
costruendo unaltra scuola ed in più i valori cristiani sono
già ampiamente presenti negli attuali programmi didattici. E
chiaro però che, se si tratta di una scuola paritaria, deve essere
accessibile a tutti. Non vorrei che ci si ritagliasse una nicchia.
Come giudica le tante polemiche nei confronti di un progetto comunque
positivo, in quanto rappresenta un arricchimento per il nostro territorio?
Indubbiamente si tratta di una risorsa e una proposta in più
per Casalmaggiore. Penso che le polemiche siano state frutto di forzature
e la situazione di discordia che si è voluta creare è inutile.
Abbiamo parlato di progetti e offerte educative, ma che differenza cè
tra una scuola statale ed una statale, cosa dice la legge a riguardo?
Fabio Penotti, preside di un istituto professionale di Cremona prova a
dare risposta ai nostri interrogativi, e non solo
Quali sono le principali differenze tra scuola statale e scuola non statale?
La scuola statale è organizzata e impostata in base a norme
e disposizioni centrali e dora in avanti anche regionali. La scuola
non statale può essere totalmente privata oppure paritaria, cioè
a gestione privata ma con funzione pubblica. In entrambi i casi limpostazione
è diversa a seconda dei criteri di chi gestisce. La scuola paritaria
ha degli obblighi nei confronti dello Stato, che le permettono di rilasciare
titoli equivalenti a quelli delle scuole statali.
Dal punto di vista dellispirazione possiamo dire che la scuola statale
non ha alla base un particolare progetto educativo, perché gli
insegnanti vengono assegnati ad una determinata scuola in modo casuale,
a seconda delle graduatorie, e non per una reale convergenza e adesione
ad un progetto educativo comune, come avviene invece in una scuola a gestione
privata. Così come per mettere in piedi una buona squadra di calcio
si devono scegliere accuratamente i giocatori, non si può pensare
che dalla casualità nasca qualcosa di positivo.
Le scuole non statali sono espressione del pluralismo delle istituzioni,
e danno ai genitori la possibilità di scegliere per i propri figli
la scuola che più incarna i loro valori fondanti.
Come mai, secondo lei, si sono alzate così tante barricate contro
lelementare cattolica a Casalmaggiore, quando per altre scuole ed
università a gestione privata non si fanno così tanti pregiudizi?
Questo succede per tutti gli altri casi di scuole non statali di
ispirazione cattolica. A Casalmaggiore si è sollevato un gran polverone
a causa di un pregiudizio anticristiano ampiamente diffuso in Italia e
storicamente consolidato. Si pensa che listruzione debba essere
monopolio dello Stato, diversamente da quanto sancito dalla Costituzione,
che garantisce la libertà educativa e scolastica delle famiglie.
Se ci fosse uneducazione del popolo tutti starebbero meglio,
è il titolo di un appello pubblicato nei mesi scorsi da alcune
personalità italiane di vario stampo culturale. Ce lo può
commentare brevemente?
Lemergenza educativa deriva da una censura di fondo, che consiste
nel non voler riconoscere il ruolo primario dei genitori nelleducazione
dei giovani. Siamo in una società in cui le istituzioni e la realtà
contingente remano contro questo principio. I giovani sono sostanzialmente
abbandonati a loro stessi, attaccati direttamente da violenza diffusa,
immoralità e soprattutto mancanza di orizzonti. Non mancano soltanto
i valori, ma anche i maestri, perché laffermazione di un
principio è efficace solo se chi la fa è autorevole. Occorrono
obiettivi precisi e qualcuno che li metta in pratica.
Non si tratta di una lamentela, ma soltanto di una fotografia ad una realtà
che non è detto che resti tale. Già il fatto che ci si interroghi
su queste tematiche può essere un segnale di ripresa.
Più volte il nostro parroco è intervenuto - su questo stesso
periodico parrocchiale e in diversi altri incontri pubblici - sulla opportunità
di una tale scuola a Casalmaggiore.
Abbiamo chiesto a don Alberto le motivazioni che lo spingono a sostenere
questa iniziativa a Casalmaggiore.
Anzitutto il fatto che in diversi altri centri della nostra Diocesi
(Cremona, Castelleone, Soresina, Caravaggio
) esistono da tempo scuole,
e non solo elementari, a gestione non statale, che rispondono molto bene
alle esigenze delle famiglie. Non vedo perché ciò non possa
essere realizzato anche a Casalmaggiore, dove per altro esistono scuole
materne - gestite da religiose, non dallo Stato o dal Comune - pienamente
inserite nel tessuto del territorio e per le quali non si sono mai sollevati
problemi di natura discriminatoria e selettiva che invece vengono sollevati
a proposito di una scuola elementare. In secondo luogo, la nostra Carta
costituzionale, le principali Carte europee ed internazionali sostengono
da sempre il principio della libertà educativa dei genitori, che
si deve tradurre necessariamente - se non vuol rimanere una dichiarazione
astratta - anche nella libertà di scegliere per i propri figli
la scuola che si ritiene più adatta al proprio patrimonio valoriale.
Ricordo che la riforma Berlinguer-Moratti è molto chiara su questo
punto, accogliendo anche pienamente unaccezione più moderna
di scuola: da una scuola di tipo statalista ad un sistema scolastico sociale,
dove - al conclamato pluralismo culturale della società del nostro
tempo - deve corrispondere anche la possibilità, per ogni raggruppamento
sociale, di attivare centri di istruzione e di educazione. Uno Stato moderno
deve concepire la scuola non come un monopolio di sua esclusiva competenza,
bensì come un servizio da rendere alle famiglie e ai giovani, secondo
una logica di sussidiarietà. Allo Stato, insomma, oltre al diritto/dovere
di aprire proprie scuole, spetta anche il compito di promozione, di coordinamento
e di controllo, tendente non a limitare, ma a potenziare le singole istituzioni
scolastiche, in un libero sistema dellistruzione
Ma, si obietta, a Casalmaggiore cè già una grande
scuola elementare, dove i valori cristiani non sono disconosciuti.
Ci mancherebbe che in una scuola statale italiana fosse censurato il cristianesimo,
che tanta parte ha avuto e continua ad avere nella costituzione della
identità culturale della società italiana. Il problema non
va affatto impostato secondo la logica della contrapposizione fra scuola
laica e scuola cattolica, bensì secondo
la logica di una ricchezza sociale e di una sfida educativa. Già
il card. Martini, diversi anni fa, raccomandava la cura e la promozione
delle scuole di ispirazione cattolica a Milano, come una ricchezza e una
risorsa in più per lintera società. Del resto, nessuno,
credo, contesta lesistenza e il valore della Università Cattolica
di Milano, con le sue varie sedi sparse per lItalia. Nella nostra
Casalmaggiore, io penso che lattivazione di una scuola - di chiaro
orientamento cattolico (che non significa preclusione, né chiusura
verso nessuno: come succede in tante altre scuole cattoliche sparse per
il mondo) - venga incontro ad una necessità di scelta educativa
per le famiglie, per le quali lipotesi di una educazione cristianamente
ispirata è un patrimonio da trasmettere anche attraverso lo strumento
scolastico: un patrimonio da mettere poi a servizio non solo dei propri
figli, ma dellintera società. La società italiana,
di cui è parte anche il nostro casalasco, ha tutto da guadagnare
da un clima di effettiva libertà scolastica, come già avviene
in tanti Paesi dellEuropa e del mondo.
A cura di
Martina Abelli
Antonio Lucotti
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