Il relativismo moderno
Il Fascicolo 51 riporta un articolo del gesuita padre Giuseppe De Rosa,
apparso sulla rivista La Civiltà Cattolica del 17 settembre scorso.
Riportiamo lintroduzione del nostro parroco al Fascicolo
Larticolo spiega, anzitutto, che cosè il relativismo
moderno in campo gnoseologico, etico e giuridico: in campo gnoseologico,
esso nega che ci sia o possa esserci una verità oggettiva e afferma
che la verità è sempre soggettiva; in campo etico nega che
ci siano leggi e valori morali sempre validi; in campo giuridico afferma
che le leggi hanno valore e forza obbligante non perché siano conformi
ai principi universali della legge naturale, ma perché sono emanate
dal legittimo legislatore.
Larticolo osserva poi che alla base del relativismo moderno ci sono
la filosofia dellimmanenza, lo storicismo, lo scientismo, lo scetticismo,
il pragmatismo e lutilitarismo.
Infine spiega che cosè il fondamentalismo e afferma che la
Chiesa cattolica non è fondamentalista, ma combatte il relativismo
per la difesa della persona umana.
Non si è ancora spento leco dellomelia pronunciata
nella basilica di San Pietro a Roma dal card. Ratzinger il 18 aprile di
questanno, a poche ore dallapertura del conclave che lo avrebbe
eletto Papa il giorno dopo, con il nome di Benedetto XVI. In quellomelia,
il futuro Papa aveva coraggiosamente denunciato le principali correnti
ideologiche e mode del pensiero del nostro tempo, che finivano per rendere
agitate le onde dove si trova a navigare la barca della Chiesa e dellumanità:
dal marxismo al liberalismo, dal collettivismo allindividualismo
radicale, dallateismo ad un vago misticismo religioso, dallagnosticismo
al sincretismo, fino al relativismo, definito dal card. Ratzinger come
il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina:
Si va costituendo - è laffermazioni più celebre
di quellomelia, che aveva suscitato anche tante reazioni sui giornali
di quei giorni - una dittatura del relativismo che non riconosce nulla
come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le
sue voglie.
Siamo tutti, in qualche modo, immersi e segnati da questa dittatura: nel
nostro modo di pensare, di vivere, di giudicare la realtà, di proporre
soluzioni. Non ciò che è indubitabilmente vero, non ciò
che è inestirpabilmente giusto, non ciò che è oggettivamente
buono, ma ciò che appare utile, immediatamente piacevole e soggettivamente
vantaggioso: questo è oggi il criterio dominante e la filosofia
del nostro tempo, sbandierati dai mezzi della comunicazione sociale, fatti
propri dai maitre-à-penser che vanno per la maggiore e perfino
ispiratori di non poca attività legislativa dei nostri Parlamenti
occidentali.
Ma che cosè questo relativismo? Quali sono le articolazioni
fondamentali di questo morbo così sottilmente diffuso, e nei confronti
del quale quasi più nessuno - se non la Chiesa cattolica e un drappello
di laici devoti - sembra preoccuparsi più di tanto?
Larticolo di Giuseppe De Rosa risponde egregiamente a questi interrogativi.
A nessuno oggi, cristiano o non cristiano, è impedito il diritto
e anche il dovere di informarsi sui fenomeni del proprio tempo. Lignoranza
non è mai stata un privilegio: e le nostre parrocchie devono tornare
ad essere luoghi vivi di pensiero e di scambio anche culturale, se si
vuole ridare alla testimonianza dei cristiani quella passione anche civile
che sembra essere sempre più rara nella società odierna,
ammalata di stanchezza e povera di speranza.
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