Ribellarsi è giusto
CONTRO L'OMOLOGAZIONE PER GUSTARE DELLA REALTA' E DEL SUO MISTERO
Da Tempi num. 47 del 17/11/2005
di Ferrara Giuliano
Gli uomini e le donne, i ragazzi e le ragazze, i bambini e le bambine,
non si educano da soli. Sono liberi di diventare quel che sono in quanto
creature e quel che desiderano essere in quanto soggetti, di usare la
volontà e lo spirito e la materialità della loro costituzione
nelle più diverse direzioni, ma nascono con un'eredità e
con un bisogno: entrare nella realtà, stabilire un contatto fecondo
con il mondo, con quel che è conosciuto, quel che è rivelato,
quel che è misterioso e invisibile.
Si nasce eguali per diritti umani universali, ma differenti per contesto,
cultura, famiglia, situazione sociale ed esistenziale. Ciascuno nel campo
dell'educazione dovrebbe avere diritto all'eguaglianza e alla differenza,
contro il mito della scuola unica di Stato.
Ci hanno imposto l'idea che il linguaggio e l'interpretazione sopravanzano
le cose come sono e la loro verità, ma su questa base, come ha
notato monsignor Carlo Caffarra, nessuna educazione è possibile,
l'eredità umana si perde. Nella divinizzazione del relativo si
perde anche la bellezza del linguaggio e dell'interpretazione. Nella vita
corrente ci si accorge ogni giorno che qualcosa manca per un funzionamento
pieno, ricco e gioioso delle nostre facoltà umane. Abbiamo fatto
molti progressi nel tenebroso e ferrigno Novecento, salvo uno: la capacità
di capire il senso dei progressi che facciamo, e delle ombre che li inseguono
fedelmente. Questione di educazione. La seconda metà del secolo
scorso potrebbe essere caratterizzata come il tempo della "catastrofe
educativa". Sacche di resistenza a parte, generosamente attive in
ogni campo del mondo religioso e laico, la regola è stata il cedimento
al facilismo, il sequestro pubblico di ogni capacità educativa,
l'impoverimento della formazione degli insegnanti e dei docenti, l'umiliazione
dell'autonomia degli individui e della funzione educativa della famiglia,
insomma la negazione di una vera libertà.
Ribellarsi è giusto.
Giuliano Ferrara
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