PUER NATUS EST NOBIS
A Natale, con Gesù, Verbo che si fa carne, nasce un nuovo e splendido
umanesimo
E nato per noi un Bambino, un figlio ci è stato donato:
Egli avrà sulle spalle il dominio, Consigliere ammirabile sarà
il suo nome: così recita lantifona di ingresso della
messa del giorno di Natale, che riporta leco delle antiche profezie.
Lo stupore rimane latteggiamento più vero per capire e per
accogliere il Natale, il Natale cristiano, vien voglia di aggiungere di
questi tempi. Perché il Natale o è il Natale di Gesù,
oppure - meno ipocritamente - si decida di cambiargli nome: ma in questo
caso meglio esser più radicali e toglierlo dal calendario delle
feste pubbliche, lasciando ai cristiani lopportunità e la
bellezza di celebrarlo e lasciando allEuropa la triste libertà
di suicidarsi culturalmente.
Nella società odierna il Natale cristiano offre il suo impareggiabile
dono: è il dono di un Bambino che ha cambiato la storia del mondo,
perché in Lui si specchia limmagine stessa di Dio. Questo
Figlio è irradiazione della gloria di Dio e impronta della
sua sostanza, come dice la lettera agli Ebrei (1,3). In lui è
sorta una vita unica e irrepetibile, quella di Gesù di Nazareth,
le cui origini stanno nel mondo stesso di Dio, come dice il prologo del
Vangelo di Giovanni (Il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio).
Con Gesù, Verbo incarnato, nasce un messaggio che ha orientato
e continua ad orientare milioni di persone e che non è passato
di moda: forse mai come in questo tempo, che è alla ricerca affannosa
e disperata di messaggi veri e di testimoni credibili, il Vangelo risulta
carico di fascino e portatore della bella notizia che Dio, nella sua sapienza
e bontà infinite, non ci ha lasciati soli nel nostro buio esistenziale,
ma ci ha fatto visita, per essere per sempre lEmmanuele, ossia il
Dio-con-noi. Lumanità, a Natale, ritrova una paternità,
quella di Dio, senza della quale vivrebbe unorfanezza irrisolvibile
e disperata. Lumanità ritrova un Maestro, il Signore Gesù,
che non ha uguali, perché non solo ha detto la verità, ma
si è autodefinito Lui stesso la Verità e per la Verità
ha sacrificato la sua stessa vita. Gesù non ci imbroglia sulle
questioni fondamentali del vivere, perché ci dice che non siamo
figli del caso, bensì siamo figli di Dio; ci dice come dobbiamo
vivere: nella verità, non nella menzogna; nella libertà,
non nella schiavitù; seguendo la legge di Dio, non le mode gli
uomini; ci dice che la nostra patria è nei cieli (Filippesi
3,20), e dunque luomo non termina la sua avventura esistenziale
nel nulla di un sepolcro sigillato per sempre. Lumanità ritrova
soprattutto un Salvatore e un Redentore di cui ha assoluto bisogno per
rischiarare e portare a soluzione gli enigmi fondamentali della vita delluomo
sulla terra, enigmi che né la scienza, né la tecnica, né
la politica, né la finanza, né la medicina riusciranno mai
a risolvere. Luomo ha bisogno di Dio e solo Dio può colmare
la fame e la sete profonde delluomo. Il Natale ci dona Dio nella
forma umanissima e stupefacente di un Bambino avvolto in fasce,
che giace in una mangiatoia (Luca 2,12). E ci invita ad adorare
in ogni bambino in cui è stata accesa la vita umana la scintilla
dellamore creativo e redentivo di Dio.
Con Gesù, Verbo incarnato, lumanità ritrova le sue
radici e il suo stesso prototipo: ritrova la natura umana
nella sua forma primigenia, quella natura umana oggi così
spesso bistrattata, oltraggiata e ridicolizzata. Oggi si parla spesso
di diritti umani da difendere e da proclamare: ma se non si
ammette lesistenza di una natura umana universalmente
riconosciuta, nessun diritto umano è al sicuro. Nel Compendio del
catechismo della Chiesa cattolica si legge al n. 416: La legge naturale,
iscritta dal Creatore nel cuore di ogni uomo, consiste in una partecipazione
alla sapienza e alla bontà di Dio ed esprime il senso morale originario,
che permette alluomo di discernere, per mezzo della ragione, il
bene e il male. Essa è universale e immutabile e pone la base dei
doveri e dei diritti fondamentali della persona, nonché della comunità
umana e della stessa legge civile. Questa natura umana appare in
tutto il suo splendore proprio in Gesù, Verbo incarnato. Con Lui
nasce il vero umanesimo, che mette a nudo le falsificazioni di tanti altri
umanesimi apparsi nella storia umana, i quali hanno oscurato la dignità
delluomo proprio censurando Dio dallorizzonte della sua coscienza
e della sua vita storica. Solo Dio può essere la misura adeguata
delluomo: ecco perché luomo non può essere del
tutto saziato con ciò che non è Dio. Solo la Verità
piena, solo la Bellezza vera, solo il Bene sommo possono costituire il
traguardo della aspirazioni umane. Ecco perché il relativismo è
indegno delluomo: perché gli tarpa le ali nel suo volo verso
la Verità. Non ciò che è indubitabilmente vero, non
ciò che è inestirpabilmente giusto, non ciò che è
oggettivamente buono, ma ciò che appare utile, immediatamente piacevole
e soggettivamente vantaggioso: questo è oggi il criterio dominante
della dittatura del relativismo, che infetta la nostra società,
ammalata di stanchezza, povera di speranza, carente di passione anche
civile.
Con Gesù, Verbo incarnato, nasce la Chiesa, già adombrata
dai pastori di Betlemme e dai magi dellOriente. La Chiesa, alla
quale sono orientati tutti gli uomini, è la comunità di
coloro che, grazie alla fede e al battesimo, fanno di Cristo la ragione
e il senso della propria vita e lo testimoniano non solo nel sacrario
della propria coscienza, ma nelle pieghe delle vicende storiche, sopportando
anche derisioni e persecuzioni, come la storia anche del nostro tempo
documenta. Da qualche tempo, in Europa e in Italia, alla Chiesa viene
spesso rimproverato un potere di interferenza crescente nella vita pubblica.
Cè da domandarsi se sia la Chiesa a parlare troppo o troppo
chiaro, o se non siano le varie agenzie della società ad essere
diventate afone e ambigue sui temi fondamentali del vivere. Cè
anche da domandarsi se è la Chiesa a voler occupare lo spazio della
politica o non sia piuttosto la politica che vorrebbe avocare a sé
le grandi questioni delletica, che non appartengono allo Stato,
bensì allintera società civile di cui la Chiesa si
sente ed è parte fondamentale. Basti ricordare al riguardo le limpide
parole di papa Benedetto XVI al nostro Presidente della Camera, in occasione
del terzo anniversario della storica visita di Giovanni Paolo al parlamento
italiano: La Chiesa in Italia e in ogni Paese, come pure nei diversi
Consessi internazionali, non intende rivendicare per sé alcun privilegio,
ma soltanto avere la possibilità di adempiere la propria missione
nel rispetto della legittima laicità dello Stato. E le parole
del card. Ruini ai Vescovi italiani riuniti in assemblea ad Assisi qualche
settimana fa. Limpegno aperto e concreto a favore della persona
umana non rappresenta a nostro avviso una violazione della laicità
della nostra Repubblica, ma piuttosto un contributo offerto alla libertà
di ciascuno, per il suo bene autentico. Una Chiesa che tacesse su questi
temi, per salvaguardare i propri pur legittimi interessi istituzionali,
non farebbe invero molto onore né a se stessa né allItalia.
A chi o a che cosa giova una cristianità spenta e impaurita, se
non al potere di chi pretende essere lunico e indisturbato manovratore?
Mentre una Chiesa viva e testimoniante è una ricchezza per tutti:
perfino per gli stessi manovratori della cosa pubblica, se hanno la coscienza
di essere al servizio non di una fazione, ma dellintera nazione.
Un fraterno augurio di un Natale cristiano a tutte le famiglie della parrocchia,
soprattutto alle persone anziane, ammalate e in difficoltà. Insieme
a don Guido e a don Davide.
Don Alberto
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