I PENSIERI DI ROSALIA
Soffrire in silenzio nel mondo in cui viviamo
"Occorre fare nostra la raccomandazione di Gesù, di saper
distinguere i segni dei tempi e scorgere, in mezzo a tante tenebre, indizi,
non pochi, che fanno ben sperare."
L'aveva detto Papa Giovanni XXIII convocando il concilio Vaticano II il
25 gennaio 1959. Ora, nel mondo in cui viviamo, dove li troviamo, "i
segni" che ci "fanno ben sperare"?
Questi nostri tempi, questo nostro mondo.
Nella mente degli anziani non c'è più spazio, è difficile
pensare ai segni che fanno ben sperare. Eppure è bello riprovarci
sempre.
Guardo nello spazio del mio appartamento, fra queste mura, e mi lascio
prendere dalla voce dei ricordi, dove sono rimasti i segni dei tempi,
dove, radicati in essi, ho ritrovato sempre la speranza. Questa mia stanza
dove, ormai sapete, passo minuti, ore, giorni
.finché Dio
lo vorrà. Qui vedo le pareti tutte ricoperte con quadri dipinti
nei più diversi colori: le strade, i casolari, la neve, i girasoli,
cesti di frutta,volti di anziane donne pieni di rughe, quella barca e
l'acqua del nostro Po; tutto fa parte della presenza degli artisti di
casa mia che li hanno dipinti.
Nella parete di sinistra vedo i volti chi mi sono più cari: figli,
nuore nipoti, poi ancora ricordi antichi; sono la storia di un vita, semplice
e unica.
La storia della mia vita dove, anche attraverso prove dolorose sempre
ho trovato quel filo di speranza che mi univa alla forza della mia vita
cristiana.
Certamente, oggi la speranza non la trovo se guardo su questo grande tavolo
su cui scrivo questi miei pensieri.
Vedo inserti di vari quotidiani, libri, fogli di "notes" con
appunti, tanti volti di persone che non conosco; è tutto un mondo
che mi avvolge e, anche dal televideo, cerca di travolgermi.
Sopra tutto spicca una foto colorata che riporta al titolo di questo scritto.
E' la foto che mi aiuta a sentire la voce del silenzio. E' il dolore di
questa donna, una fra le tante, è il dolore del mondo, è
il silenzio profondo della morte,ogni morte che arriva e ti travolge
.
e quelle mani che si protendono verso di lei senza toccarla, senza poter
fare nulla.
E' un segno dei tempi.
Ieri sera una donna Indù, immersa per metà nell'acqua di
New Orleans, ripresa e trasmessa dalla TV, mi diceva: "Gesù
se n'è andato quando Katrina è arrivato
..ogni sera
la gente Lo chiama, ma Lui non risponde."
Quel silenzio: che è il mistero di Dio.
Aspettare una risposta che devi sentire dentro di te, ma che spesso è
offuscata dai troppi dubbi che a volte, anche se hai fede, non riesci
a scacciare.
Suonano alla porta. E' mio cugino Paolo di Romprezzagno. Parliamo, poi
dal portafogli estrae un articolo di "Vita Cattolica". E' la
riflessione di Don Franzini . "Davanti alle catastrofi, Dio dov'è?".
Anche lui, una domanda. Lo leggo, dovrò farlo mio. Sono qui le
risposte ai miei dubbi? Don Alberto mi dice:" Se Dio c'è,
perché il male?"
Io chiedo, come la donna Indù "La gente Lo chiama, ma Gesù
se n'è andato, non risponde."
Finalmente un giornale sbuca in mezzo alla confusione del mio tavolo;
è "Cronaca" aperto alla pagina che riguarda Casalmaggiore.
Leggo :"Il Vescovo in città" con i ragazzi della G.M.G..
Cena al sacco in Oratorio, tra scatti e racconti da Colonia, di ritorno
dall'incontro col Papa Benedetto XVI. E il Vescovo Dante in mezzo a loro,
un convitato attento all'ascolto.
Per me un segno dei tempi è la foto dei ragazzi seduti insieme
sugli scalini del nostro Duomo. Ecco un segno dei nostri tempi che fa
sperare nel bello, nel bene, nei giovani: che trovino la voglia di unirsi
ad altri giovani che vivono altre esperienze; stare insieme per capire
che c'è ancora qualcosa in cui credere. E qui in parrocchia si
ricomincia con nuovo vigore. A Don Alberto ho chiesto:"Per noi anziani
che resta da fare?" "Pregare, Rosalia
.pregare."
Ma ora mi vengono alla mente le parole del Vangelo di Luca 5.16 "Gesù
si ritirava in luoghi solitari a pregare". Mi chiedo:"Che senso
ha un dio che prega?"
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