Perché un Compendio?
"Anzitutto per ridare al popolo cristiano uno strumento che contenga
i contenuti essenziali, lucidamente espressi, della nostra fede cattolica.
Siamo in un'epoca di annebbiamenti e di distrazioni. Anche la fede cattolica
corre il rischio di essere consegnata alle mode culturali, subendone il
fascino e a volte le manipolazioni. Basta rendersi conto delle parole
che oggi sono di moda nei nostri ambienti: non riguardano più la
fede, l'evangelizzazione, il peccato, la santità, la preghiera
,
bensì il dialogo, l'accoglienza, la pace, la salvaguardia del creato,
l'abolizione della pena capitale, i diritti umani
Certo, non c'è
alcuna opposizione fra questi due gruppi di temi, per un cristiano vero.
Ma non c'è dubbio che nessun dialogo può sostituire l'evangelizzazione,
che l'accoglienza dello straniero e di chiunque professi qualsiasi altro
credo religioso non deve attenuare o annullare la propria identità
cristiana, che fra i diritti umani fondamentali va difesa la libertà
religiosa, che fra pacifismo ideologico e impegno evangelico per la pace
corre una certa differenza. Da qui la necessità di un Catechismo,
semplice nella forma, ma vigoroso nei contenuti. Nessun discepolo di Gesù,
insomma, dovrà arrossire, se afferma che la sola 'vera religione'
- per usare le espressioni di S. Agostino - è quella proclamata
da Cristo. Nessun discepolo di Gesù dovrà vergognarsi di
ammettere che, accanto al Dio cristiano, non ci sono e non ci possono
essere altre divinità, proprio perché Dio - il Dio di tutti
gli uomini - non può che essere uno, ed è il Padre di nostro
Signore Gesù Cristo. Questa è sempre stata la fede dei cristiani.
L'averla ribadita qualche anno fa, nella Dominus Iesus, è costata
al card. Ratzinger l'accusa di fondamentalismo. Ratzinger non ha fatto
altro - e non poteva fare diversamente - che riaffermare la verità
cristiana, splendidamente racchiusa in una espressione dell'apostolo Pietro:
'Non c'è in alcun altro la salvezza; nessun altro nome infatti
sotto il cielo è stato concesso agli uomini, per il quale siamo
destinati a salvarci' (cf. Atti, 4,12)".
In che rapporto sta questo nuovo Catechismo con il testo precedente?
"Il Catechismo della Chiesa Cattolica era stato pubblicato nel 1992,
trovando una favorevole accoglienza soprattutto presso l'episcopato, i
sacerdoti e tutti coloro che vogliono approfondire la fede cattolica.
Si tratta di un testo molto denso e molto ricco di contenuti, una vera
e propria Summa della dottrina cattolica, ma difficilmente accessibile
alla maggior parte dei fedeli, anche per la sua mole. Da qui l'esigenza,
formalizzata durante il Congresso Catechistico internazionale del 2003,
di un testo più breve, più sintetico, più maneggevole.
Ne è nato un volume di duecento pagine (rispetto alle oltre 900
del Catechismo), che raccoglie in 598 domande e risposte la sintesi del
Catechismo promulgato nel 1992".
Come mai il Compendio è fatto a domande e a risposte?
"Il nuovo testo è effettivamente strutturato in forma dialogica,
come fosse un dialogo tra il maestro e il discepolo. E' lo stesso card.
Ratzinger, che ha scritto da cardinale l'introduzione al Compendio, ad
illustrare questa caratteristica, che riprende un antico genere letterario
catechistico, fatto di domande e di risposte. 'Si tratta - scrive il card.
Ratzinger - di riproporre un dialogo ideale tra il maestro e il discepolo,
mediante una sequenza incalzante di interrogativi, che coinvolgono il
lettore invitandolo a proseguire nella scoperta dei sempre nuovi aspetti
della verità della sua fede. Il genere dialogico concorre anche
ad abbreviare notevolmente il testo, riducendolo all'essenziale'. Questo
potrebbe anche favorire la memorizzazione di qualche contenuto. Uno dei
limiti, infatti, dell'attuale stagione catechistica è la quasi
totale assenza di ogni memorizzazione: il che porta a dimenticare ben
presto i contenuti più importanti della nostra fede. E' risaputo
che quel che si apprende a memoria nella stagione giovanile della vita
copre l'intero arco dell'esistenza. Se ciò che si apprende a memoria
sono le parole essenziali della fede e le principali preghiere della tradizione
cristiana, ciò riaffiora a distanza di anni e può riaccendere,
laddove per tanti motivi si è andata spegnendo, una prospettiva
di fede, soprattutto di fronte agli scogli inevitabili che si incontrano
nella navigazione dell'esistenza".
Il Compendio risulta anche arricchito di immagini riprese dall'arte sacra.
"Sì, il nuovo testo presenta 15 splendide tavole a colori
(con la relative pagine di commento, tra le meglio riuscite del Compendio)
che riportano alcune delle opere fondamentali dell'arte cristiana di tutti
i tempi. 'Le immagine sacre - ha spiegato Benedetto XVI durante la cerimonia
di presentazione del testo - con la loro bellezza sono anch'esse annuncio
evangelico ed esprimono lo splendore della verità cattolica, mostrando
la suprema armonia tra il buono e il bello, tra la via veritatis e la
via pulchritudinis'. Tra le opere d'arte riprodotte ci sono l'icona di
Cristo 'Pantocrator' di Teofanie di Creta (1546), il 'Trittico dei sette
sacramenti' di Roger van der Weyden; due opere di El Greco ('San Giovanni
contempla l'Immacolata Concezione' e 'L'orazione di Gesù nell'orto'),
e 'Il Discorso della montagna' del Beato Angelico. C'è anche un'immagine
molto recente, quella del mosaico di Cristo sulla croce abbracciato da
Maria, che si trova nella Cappella 'Redemptoris Mater' in Vaticano, realizzato
in occasione del grande giubileo del 2000 dal gesuita Marco Ivan Rupnik.
Finalmente il Papa restituisce l'immagine al popolo di Dio. E l'immagine
non è soltanto un aiuto e un supporto alla comprensione della fede
cristiana. E' lo stesso mistero cristiano che si incarna nella vita dell'uomo.
Dunque l'immagine ha un ruolo strutturale nell'esperienza cristiana, proprio
perché Dio stesso si è reso visibile nel Figlio. Il Verbo
di Dio si è fatto carne perché noi potessimo contemplarlo,
vederlo, toccarlo con mano, come dice San Giovanni nella sua prima lettera.
Se nell'Antico Testamento Dio aveva parlato per mezzo dei profeti, ora
la parola è per così dire scavalcata dalla realtà:
Dio ha deciso di comunicare con l'umanità non solo attraverso le
parole, ma attraverso l'incarnazione del Figlio. Tutto il Nuovo Testamento
insiste su questa nuova e originale modalità di comunicazione da
parte di Dio: una comunicazione anche e soprattutto visiva, e non solo
orale. Ciò ha conseguenze enormi per l'esperienza cristiana, che
non è affidata ad un club di intellettuali e di gnostici, e nemmeno
ad un salotto di sapienti e di teologi, ma è affidata ad un popolo
che contempla nel Cristo e nella sua vicenda umana l'irradiazione stessa
della gloria di Dio".
Ci sono altre caratteristiche del Compendio, degne di rilievo?
"Sì, ad esempio la doppia appendice che conclude il nuovo
testo. Nella prima vengono presentate le Preghiere comuni, dal segno della
croce al Padre nostro fino ad una preghiera per i defunti e l'atto di
dolore. La seconda appendice riporta alcune formule di dottrina cattolica,
come i sette doni dello Spirito Santo, le opere di misericordia corporale
e spirituale, le Beatitudini, i novissimi
Da notare che le preghiere,
tranne alcune di tradizione orientale, sono pubblicate anche nella versione
latina. 'Il loro apprendimento, anche in questa lingua - ha ribadito papa
Benedetto durante la cerimonia di presentazione - faciliterà il
pregare insieme da parte dei fedeli cristiani appartenenti a lingue diverse,
specialmente quando si incontreranno insieme per particolari circostanze.
Come già dissi nel 1997, in occasione della presentazione al mio
venerato predecessore dell'edizione tipica latina del Catechismo della
Chiesa cattolica, proprio nella molteplicità delle lingue e delle
culture, il latino, per tanti secoli veicolo e strumento della cultura
cristiana, garantisce non solo la continuità con le nostre radici,
ma rimane quanto mai rilevante per rinsaldare i legami dell'unità
della fede nella comunione della Chiesa'. Ci voleva un papa tedesco per
ribadire cose di per sé molto sagge e molto ovvie! L'uso del latino,
dunque, non è una semplice 'operazione museale', ma richiama il
cuore culturale del nostro Occidente, che ha accolto cordialmente il messaggio
del Vangelo e che ha prodotto testi liturgici di alto valore anche poetico
e artistico, degni di essere equiparati ai grandi autori classici."
Come sarà utilizzato questo nuovo testo?
"L'uomo di oggi è assetato di verità. E dunque chi
volesse conoscere il Cristianesimo nella sua forma cattolica, ha a disposizione
uno strumento autorevole, chiaro, conciso, essenziale. E questo è
una fortuna nel clima multiculturale e multireligioso odierno. Come utilizzarlo?
Anzitutto negli incontri di catechesi per gli adulti, oggi sempre meno
attrezzati nella conoscenza del Cristianesimo. E poi nella trasmissione
della fede a cristiani di altre confessioni e a persone di altre religioni,
interessate alla nostra fede cattolica. E infine anche nell'itinerario
dell'iniziazione cristiana dei nostri ragazzi. Qualche domanda e risposta,
anche da imparare a memoria, diventa necessaria per l'apprendimento dei
principali contenuti della fede, lasciati troppo facilmente all'imprecisione
e forse anche alla banalità e alla debolezza di certo linguaggio
di oggi".
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