Ci rivolgiamo ai fedeli delle nostre comunità parrocchiali e a
tutti coloro cui stanno a cuore le sorti della vita umana e della famiglia.
Da troppo tempo, infatti, sugli inizi della vita umana e sulla famiglia
è in atto un attacco culturale di vasta portata, che sta scardinando
i fondamenti stessi del diritto naturale e dunque del vivere sociale e
civile.
Nel nostro Paese, dopo decenni di riflessioni, di discussioni, di confronti
parlamentari anche molto accesi, è stata emanata una legge - la
legge 40, del 19 febbraio 2004 - che pone finalmente fine al cosiddetto
far west nel campo della fecondazione artificiale: una legge certo perfettibile,
ma contro la quale si è scatenata da subito una violenta campagna
ideologica, prima ancora che tale legge potesse sortire i suoi primi risultati.
Pur non essendo una "legge cattolica", riteniamo che essa vada
attualmente difesa: anche per il motivo che i quesiti referendari appaiono
gravemente peggiorativi della legge attualmente in vigore.
Da qui l'indicazione, che viene anche dai nostri vescovi, di un doppio
no: un no di merito e un no di metodo. Un no di merito, perché,
appunto, i "miglioramenti" proposti dai referendari costituiscono
in realtà un grave peggioramento della legge e mettono in gioco
i principi fondamentali dell'antropologia; e un no di metodo, perché
su tali delicate questioni lo strumento referendario appare del tutto
inadeguato e semplificatorio.
L'indicazione di non andare al voto non è espressione né
di viltà, né di diserzione democratica, come si è
sentito accusare in questi tempi. Come ha opportunamente dichiarato il
segretario della CEI, mons. Betori, il non voto "è il metodo
più efficace ad esprimere il doppio no al peggioramento della legge
vigente". Del resto, non solo la legge stessa sul referendum prevede
tale posizione - allorché la consultazione referendaria viene ritenuta
nulla, quando ad essa non risponda la maggioranza dei cittadini - ma più
di una volta i partiti e le forze sociali hanno dato l'indicazione del
non voto in precedenti consultazioni referendarie, in quanto tale indicazione
venne ritenuta - a torto o a ragione - la più adeguata per ottenere
un certo risultato.
In questo fascicolo pubblichiamo: una riflessione di don Alberto Franzini,
Vicario Zonale e Parroco a Santo Stefano in Casalmaggiore; un documento
tratto dal sito del Forum delle Associazioni Familiari (cf. www.forumfamiglie.org);
la presa di posizione del Comitato Scienza & Vita; la dichiarazione
del card. Ruini; l'intervento di mons. Betori, segretario della Cei. In
appendice abbiamo creduto opportuno pubblicare anche il testo della legge
40.
Pellizzoni Giovanna, Presidente Associazione Famiglie Santo Stefano
Allevi don Giuseppe, Parroco di Torricella del Pizzo
Barili don Davide, Vicario a Santo Stefano in Casalmaggiore
Bernardelli don Guido, Vicario a Santo Stefano in Casalmaggiore
Binotto don Mario, Parroco di San Giovanni in Croce
Carnevali don Giuseppe, già Parroco di Gussola
Conti don Ettore, Parroco di Gussola
Corbani don Claudio, Parroco di Vicoboneghisio, Cappella di Casalmaggiore
e
Camminata
Cremona don Roberto, Parroco di Agoiolo
Denti don Gianni, Parroco di San Lorenzo Aroldo
Feroldi don Erminio, già Parroco di Casalbellotto
Franzini don Alberto, Parroco a Santo Stefano in Casalmaggiore e Vicario
Zonale
Furlotti don Luigi, Parroco a San Leonardo in Casalmaggiore
Ghidetti don Palmiro, già Parroco di Casteldidone
Leoni don Umberto, Vicario a Gussola
Mantia don Luigi, Parroco di Martignana Po
Morstabilini don Martino, Collaboratore parrocchiale a Vicomoscano
Nevi don Giuseppe, Parroco e Moderatore dell'Unità Pastorale di
Vicomoscano- Fossacaprara-Quattrocase-Casalbellotto
Perolini padre Eugenio, Guardiano Convento Cappuccini della Fontana
Poli don Piergiorgio, residente a Casalbellotto
Tomasi don Paolo, Parroco di Quattrocase
Valsecchi don Alfredo, Parroco di Casteldidone
Vecchini don Franco, Parroco di Vicobellignano
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