Il mese di aprile è stato carico di avvenimenti e anche di grandi
emozioni. L'agonia, la morte e i funerali di Papa Wojtyla sono stati vissuti
in diretta televisiva da milioni e milioni di persone. Straordinario anche
il pellegrinaggio alla salma del Papa, esposta in San Pietro per qualche
giorno prima delle solenne esequie.
Il Conclave che ha eletto il card. Ratzinger è stato uno dei più
brevi della storia. Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della
Fede - persona già molto conosciuta all'interno della Chiesa, ma
anche nel mondo della cultura laica - si è imposto per la sua preparazione
dottrinale e culturale, per la sua affinità con gli orientamenti
di Giovanni Paolo II e anche per il suo coraggio e la sua paternità
nelle ultime omelie che lo hanno posto all'attenzione non solo dei cardinali,
ma del mondo intero. A queste due figure sono dedicato gli ultimi due
Fascicoli della nostra parrocchia.
Il Fascicolo 46 contiene il Testamento di Giovanni Paolo II; il Rogito
- ossia una breve descrizione della sua biografia - deposto nella sua
tomba situata nelle Grotte Vaticane; l'Omelia del card. J. Ratzinger,
che ha presieduto, in qualità di decano del Sacro Collegio, la
messa esequiale del Papa defunto, celebrata in piazza San Pietro venerdì
8 aprile; e l'omelia del nostro parroco durante la messa di suffragio
per Giovanni Paolo II, che si è celebrata nel nostro Duomo di Santo
Stefano la sera di mercoledì 6 aprile. "La sua lotta contro
ogni forma di totalitarismo - dice don Alberto - di sopraffazione, di
degrado umano, di relativismo morale, la sua ostinata predicazione sulle
radici cristiane dell'Europa, il suo amore alla Tradizione vivente del
deposito apostolico come alla fonte autentica di ogni progresso e di ogni
riforma nella Chiesa, non provengono da alcuna ideologia politica, non
sono ascrivibili a nessuna bottega culturale, non nascondono alcuna strumentalizzazione
di parte, ma sgorgano dal suo amore appassionato all'uomo, nel quale risplende
l'immagine di Dio e sul quale si riflette lo splendore di Cristo. Riconosciamolo
- ha concluso don Alberto - non siamo sempre riusciti a sintonizzare i
nostri passi su quelli del Papa. Lui ci precedeva sempre. E noi non siamo
stati sempre capaci di andargli dietro".
Il Fascicolo 47 contiene, oltre che una essenziale biografia del nuovo
Papa Benedetto XVI, anche le sue ultime omelie: da quella pronunciata
nel Duomo di Milano ai funerali di don Giussani nel febbraio scorso, all'omelia
della Messa "pro romano pontifice eligendo" appena prima del
conclave, al discorso rivolto ai cardinali il giorno dopo la sua elezione,
all'omelia della Messa di inizio del suo ministero petrino.
Il card. Ratzinger - scrive don Alberto nella presentazione - "già
noto negli ambienti accademici della Chiesa, si è fatto notare
anche nel dibattito culturale odierno circa le radici dell'Europa e le
derive del pensiero contemporaneo, svolgendo un compito illuminativi del
tutto simile al magistero culturale di quel grande personaggio del Novecento
che fu Romano Guardini, prete cattolico e grande pensatore, il quale tra
gli anni '20 e gli anni '60 del secolo scorso è intervenuto in
quasi tutti i nodi culturali e spirituali che hanno caratterizzato il
suo tempo, ispirandosi e rilanciando la Katholische Weltanschauung, la
visione cattolica del mondo, dentro all'agone culturale del suo tempo,
senza complessi di inferiorità". Non soltanto la Chiesa -
continua il parroco nella presentazione - "ma anche una buona parte
del mondo pare si stia sempre più accorgendo che la presenza e
il ministero del Papa della Chiesa cattolica, anche quando non fosse del
tutto capito, del tutto apprezzato e amato e addirittura fosse oggetto
di contestazione, è comunque un punto di riferimento serio e ineludibile
per le grandi questioni dell'esistenza, per i grandi problemi dell'umanità,
per il futuro stesso di questo nostro mondo, sempre più dominato
dalle ideologie politiche, dai monopoli finanziari, dai poteri mediatici,
dalle cupole scientiste e tecnologiche. Il mondo, oggi più che
mai, si sta accorgendo di perdere, insieme alla verità, anche la
libertà: perché solo la verità - la follia della
verità, disse un giorno il card. Ratzinger - tornerà a renderci
davvero liberi dalle tante, troppe schiavitù che sono all'origine
degli ampi deserti interiori dell'uomo di oggi".
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